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LUGANOJohn, il dj che fa musica come si guida una Ferrari

16.04.14 - 07:00
Dal club più prestigioso di Ibiza al Casinò di Lugano. John Jacobsen si racconta
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John, il dj che fa musica come si guida una Ferrari
Dal club più prestigioso di Ibiza al Casinò di Lugano. John Jacobsen si racconta

LUGANO - John Jacobsen è "un dj produttore in forza al prestigioso Pacha Ibiza". Qualifica lunga e rilevante, per un artista di 32 anni, nato da madre norvegese in un villaggio modesto e suggestivo della Catalogna, Vilafranca del Penedès. Cresciuto fra i vigneti, oggi gira il mondo, visita le capitali e i club più ambiti. "Sto vivendo un sogno. In realtà è da così tanto tempo che lo sto vivendo", esclama entusiasta John, atteso al Casinò di Lugano il prossimo sabato, vigilia di Pasqua. Sul sito dove si presenta al mondo con poche righe scarne, allude a una carriera composita nel mondo della musica; ma per lui, giura, quel che conta non è quanto sia stipato il curriculum, ma "quella strana sensazione di lavorare con le vostre passioni: così meravigliosa, gratificante".

John, prova a scegliere una cosa sola di quelle che hai fatto: quella che ti sta più a cuore.
"Nella mia carriera di produttore , il remix che ha avuto l’impatto maggiore in questi ultimi anni è stato il remix del brano “Hey hey” di Dennis Ferrer, uno dei miei miti. Ha avuto un grande successo a livello mondiale, mi ha aiutato a scalare le classifiche e ottenere riconoscimenti da molti dj..."

Come sei arrivato fino a qui?
"Vengo da una famiglia povera. Mio padre era un musicista, mi ha trasmesso la passione per la musica. Poi, per uno scherzo del destino, la mia vita ha preso questo corso. Sono ormai dodici anni che faccio parte del mondo dei dj e della produzione. Sono appassionato di tutto ciò che circonda questa realtà. Sembra pazzesco, ma è molto appagante".

Quando parli di te, nomini con orgoglio Pacha Ibiza, uno dei club più famosi al mondo: il tuo punto di partenza o di arrivo?
"Pacha è stato un punto molto importante di partenza nella mia carriera: spero che sarà ancora la mia casa, quando andrò in pensione. Mi sento parte della sua storia. La prima volta che ho suonato al Pacha di Ibiza mi sembrava incredibile, un sogno che si avvera..."

Che cosa ti ha condotto lì?
"Vengo da Pacha Sitges, la prima Pacha del mondo, aperta nel 1967 fuori Barcellona. Sono rimasto lì sette anni. Lavorando tranquillamente e con l'aiuto di diversi colleghi, ho potuto presentare al Pacha Recordings alcune delle mie produzioni. Pochi mesi dopo, mi hanno proposto di andare al Pacha di Ibiza come dj per la prima festa Pacha Recordings, insieme a Richard Grey e Alvelilla. Me lo ricorderò per tutta la vita: la stagione estiva non era ancora cominciata e quella notte il club era pieno. Incredibile: nervi tesi e grande pressione, ma quanta soddisfazione. Per me Pacha era il tempio della House Music , il club per eccellenza. Non avrei mai potuto immaginare che sarei finito a lavorare qui. Fare il dj a Pacha è come guidare una Ferrari a Monza: un’emozione indescrivibile".  

Ti consideri una persona arrivata?
"Sono stato educato a essere una brava persona. Mi considero un lavoratore e mi piace il mondo in cui vivo. Molte volte devi credere in te stesso e stabilire da solo quello che vali. Ogni persona ha una stella dentro di sé: penso che si debba solo trovare la strada e dare il massimo di sé attraverso quelli che sono i propri talenti".

Hai fatto il remix di bigs come Shakira, Bob Marley, Alicia Keys. Con chi ti sei trovato meglio?
"Fare musica per i super pop star è molto gratificante. Quando vedi che, dopo tanti anni di lavoro e di tempo investito, qualcuno ti dà l'opportunità di fare cose così, provi qualcosa di inimmaginabile. Devi vivere situazioni come queste, per poterle capire. È come se avessi la conferma che nella vita hai fatto la cosa giusta. Mi piacciono tutti, ho dato a tutti una parte di me che li rende speciali ai miei occhi".

La tua professione ti ha portato in giro per il mondo e nelle principali capitali. Il posto che preferisci?
"Sì, in questi ultimi anni ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo. Ho visitato molti club: finisco sempre con l'avere amici  in ogni posto in cui lavoro. Uno dei posti di cui ho sempre parlato spesso, a tutti i miei amici, è un club molto piccolo in una città in Khabarovsk Russia. Si chiama Hospital club e per me è il club perfetto. È come l'inferno. Un po’ fuorimano, ma altamente raccomandato".

E la Svizzera?
"È la mia seconda volta a Lugano, ma in Svizzera sono stato parecchie volte. È un paese fantastico. Sono stato in vacanza a Lugano una sola volta e la verità è che mi piace molto. Si può raggiungere la città con la barca a vela, attraverso il lago, ammirare il Casinò e gli altri gioielli architettonici della città. Affascinante. Uno dei luoghi più belli che io abbia mai visto".

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