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LUGANOContratto collettivo bocciato, Ghisletta furioso

14.04.14 - 22:31
Il sindacalista ed esponente socialista si scaglia contro Lega e PLRT
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Contratto collettivo bocciato, Ghisletta furioso
Il sindacalista ed esponente socialista si scaglia contro Lega e PLRT

LUGANO - Salta il Contratto collettivo di lavoro per le operatrici a domicilio. Il socialista Raoul Ghisletta si scaglia contro la "vergognosa votazione" dei delegati liberali e leghisti alla assemblea Scudo Servizio aiuto a domicilio di Lugano.

Con 21 voti a 20 il mantenimento del contratto collettivo di lavoro è saltato. La furia di Ghisletta è messa nero su bianco su Facebook: "Su Opinione liberale il Plrt combatte i 4000 fr mensili per tutti dicendo che bisogna fare i contratti collettivi di lavoro. A Lugano i liberali bocciano un contratto collettivo di lavoro cantonale che protegge 1000 persone. Per non parlare della Lega: anche essa sempre più antisociale".

Martedì Ghisletta ha ampliato il suo pensiero martedì: "“Opinione liberale” combatte l’iscrizione del salario minimo di 4'000 fr (22 fr orari!) nella Costituzione federale, affermando che in alternativa bisogna privilegiare i contratti collettivi di lavoro. Ma l’organo del Partito liberale radicale conta meno del due di picche nel Luganese".

La maggioranza dell'assemblea, aggiunge Ghisletta, ha voluto sostenere "il comportamento da “padre padrone” del presidente Sergio Macchi, che calpesta da anni ogni tipo di tutela collettiva del suo personale sociosanitario (vedi la soppressione della commissione interna del personale), manovrando e appoggiandosi ai vari quadri dell’Associazione SCuDo, e questo fintantoché gli servono (due anni fa si è sbarazzato di alcuni di loro). E ora il presidentissimo, pur uscito dimezzato dall’assemblea, lancia l’Associazione nell’ennesimo baratro della sua battaglia reazionaria contro il partenariato sociale e contro le garanzie contrattuali del personale".

Il dottor Macchi, prosegue l'esponente socialista, ha giustificato in assemblea anche i licenziamenti e le partenze di quadri e dipendenti avvenuti in passato. Licenziamenti, in particolare, che hanno generato grande insicurezza tra il personale, determinando un clima interno non certo ideale per esprimersi e per svolgere quei compiti di assistenza e cura, che SCuDo è chiamato a realizzare nell’interesse dei pazienti e degli utenti del Luganese. "I 21 delegati liberali-radicali e leghisti hanno voluto credere a tutto quello che diceva il presidente Macchi, che impera da decenni nel Consorzio aiuto domiciliare prima e nello SCuDo dopo".

In conclusione, Ghisletta attacca nuovamente Macchi, accusandolo di essere un dittatore. "SCuDo è un servizio molto importante per il Luganese e necessita di un funzionamento trasparente, democratico e socialmente responsabile: la nostra battaglia deve pertanto continuare, per tentare di fermare la dittatura di chi si è impadronito di un’associazione di pubblica utilità. E che per un voto di scarto pensa di gettare allo sbando il settore dell’assistenza e cura a domicilio del Canton Ticino, che impiega oltre 1'500 operatrici". 

 

 

 

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