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CANTONERischio di 'vetrinite', non passa l'iniziativa Denti

14.04.14 - 15:30
Serve un nuovo strumento per i cittadini? Non per il Gran Consiglio, che boccia la formula degli atti parlamentari popolari
Foto Archivio Ti-Press
Rischio di 'vetrinite', non passa l'iniziativa Denti
Serve un nuovo strumento per i cittadini? Non per il Gran Consiglio, che boccia la formula degli atti parlamentari popolari

BELLINZONA - Il Parlamento ticinese ha discusso oggi sull'iniziativa che propone una legge sull'introduzione degli atti parlamentari popolari (”Diamo voce alla società civile!”). L'iniziativista, il popolare democratico Franco Denti, ha ricordato come si tratti di un provvedimento che rientra nel campo della democrazia diretta, e come la compartecipazione effettiva dei cittadini ai processi decisionali sia un elemento peculiare dell'ordinamento svizzero.

 

Gli strumenti attualmente a disposizione del cittadino, fa notare Denti, non sono sufficientemente efficaci. La sorveglianza della popolazione servirebbe a spronare i politici a fare di più e meglio. “Si vuole creare un canale nuovo tra cittadini e autorità”, conclude Denti. “Una risposta al problema dello scollamento tra la popolazione e la politica”. La soluzione proposta dalla maggioranza della commissione viene giudicata “pericolosa”, mentre le obiezioni mosse servirebbero solo a celare il punto cruciale: “Volere o non volere l'estensione dei diritti popolari”.

 

A queste obiezioni ribatte Roberto Badaracco per il Gruppo PLR, che è contrario allo strumento proposto da Denti e cofirmatari. In Ticino, si chiede il granconsigliere, ci sono strumenti sufficienti, o davvero la democrazia diretta è lacunosa? Le conseguenze del nuovo strumento non sarebbero sottovalutare, tra le altre cose per l'onere amministrativo ed economico notevole che comporterebbe alle amministrazioni locali e cantonali. In più c'è un'altra questione: “La gara alla visibilità è diventato uno sport diffusissimo nel nostro Cantone”, e il timore è che uno strumento di questo genere non faccia che aumentare il numero degli atti pubblici.

 

Una formula già adottata in altri Cantoni, sottolinea il PPD Alex Pedrazzini, e che non ha provocato nessuna sollevazione popolare. “Il sovraccarico di lavoro non ci pare un argomento forte”, osserva il deputato, mentre il timore che “ci si infetti di 'vetrinite'” e si usi la formula proposta per occupare i media con una valanga di proposte appare concreta. Su queste basi, il PPD ha espresso la sua opposizione all'iniziativa caldeggiata dal suo esponente (Denti, appunto).

 

Uno strumento non necessario anche per il PS, che punta però a promuovere le associazioni che si occupano del bene comune nel senso più ampio, e che si preoccupano per il territorio. Non lobby, non gruppi d'interesse, ma unioni di singoli cittadini che fanno un lavoro molto importante. Ad essi, lo strumento proposto oggi non serve. I Verdi, da parte loro, appoggiano iniziative di questo genere, che esprimono la preoccupazione per la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della classe politica. Greta Gysin contesta la visione del Consiglio di Stato e dei partiti che sostengono il rapporto di maggioranza, “espressione di una visione limitata e di certo non al passo con i tempi”. Perché avere paura di sentire il parere dei cittadini, si chiede la deputata, che porta l'adesione dei Verdi al rapporto di minoranza. Appoggio al documento firmato dalla leghista Ramsauer, oltre alla Lega dei Ticinesi, viene anche dal deputato MpS-Pc Matteo Pronzini.

 

Norman Gobbi ha ricordato le ragioni del Consiglio di Stato per la respinta dell'iniziativa. In primis, il numero già sufficiente di strumenti a disposizione dei cittadini, e il rischio di abusi. Le interazioni tra cittadino e autorità non sono limitate, e la stessa presenza nel Gran Consiglio dimostra la fiducia accordata dai votanti nei confronti degli (allora) candidati. Bisogna sì aumentare le relazioni tra Stato e cittadino, ammette Gobbi, ma senza ricorrere ad una “democrazia della rete” di stampo grillino.

 

Il relatore del rapporto di maggioranza, il PLR Matteo Quadranti, ha ricordato l'ampia presenza mediatica in Ticino, che permette ai cittadini di far giungere la propria opinione ai rappresentanti che siedono nelle istituzioni. “L'importante è che i rappresentanti eletti diano ascolto alla popolazione”, conclude Quadranti. Lo scollamento tra cittadini e politica (”non tale da ampliare i diritti politici”) non si cura con la iper-democrazia, ma ridando credibilità alle istituzioni, senza fare della “politica-spettacolo”.

 

Il voto - Il Gran Consiglio ha quindi votato sulle conclusioni mette nero su bianco dalla maggioranza della commissione: l'iniziativa è stata respinta con 45 voti favorevoli, 25 contrari e un astenuto.

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