Cerca e trova immobili

SIRIAAssad: "La vittoria è vicina"

13.04.14 - 20:22
Il presidente siriano, forte delle vittorie grazie a un'offensiva su vasta scala, si rivolge al popolo: "Gli Usa e l'Occidente vogliono cancellare la nostra cultura e la nostra identità"
Nella foto Keystone dell'8 aprile scorso manifestazione pro-governativa per ricordare il 68esimo anniversario della nascita del partito Bath al potere in Siria
Assad: "La vittoria è vicina"
Il presidente siriano, forte delle vittorie grazie a un'offensiva su vasta scala, si rivolge al popolo: "Gli Usa e l'Occidente vogliono cancellare la nostra cultura e la nostra identità"

DAMASCO - Forte delle vittorie del suo esercito in un'offensiva su vasta scala che non lascia un metro di terra ai ribelli, il presidente siriano Bashar al Assad sprona i suoi e parla di "punto di svolta" nel conflitto triennale in Siria.

Incurante delle nuove denunce degli attivisti anti-regime, che ieri hanno accusato Assad di aver utilizzato nuovamente i gas per fare strage nelle roccaforti nemiche, e nel silenzio della comunità internazionale, alle prese con la crisi ucraina e l'operazione di disarmo dell'arsenale di Damasco, il presidente siriano è tornato a farsi sentire parlando davanti a un gruppo di studenti nella capitale.

"Gli Usa e l'Occidente vogliono cancellare la nostra cultura, la nostra identità", ha ammonito Assad, celebrando la politica "araba" del suo governo, che rappresenta "un modello" per tutto il mondo che "dice no" a Washington. E nuove accuse anche a Israele, "che ha il ruolo principale nel sostegno ai gruppi terroristici". Non è l'unico a gioire: oggi anche i Pasdaran iraniani hanno cantato vittoria, perché il governo di Damasco "è rimasto in sella" nonostante l'ostilità di 90 Paesi, esclusa ovviamente Teheran, che non solo sostiene Assad ma fornisce know-how e consiglieri militari.

E mentre Assad parlava agli studenti e l'Iran gli tributava il trionfo, i caccia e gli elicotteri militari siriani bombardavano a tappeto il Paese, stando alle accuse dei ribelli e degli attivisti che hanno pubblicato sul web le oramai tristemente 'solitè immagini di morte e sangue, esplosioni e scontri violenti.

In 48 ore i morti sono oltre 500, stima l'Osservatorio siriano per i diritti umani: tra loro meno di un centinaio di civili, un dato in controtendenza rispetto ai mesi scorsi, quando la maggior parte delle vittime contate ogni giorno erano appunto civili. Oggi il dato testimonia le battaglie senza sosta che si stanno combattendo ovunque, con decine di morti tra i militari delle opposte fazioni, a cui vanno aggiunti i gruppi armati indipendenti, i miliziani stranieri jihadisti e filo al Qaida, quelli filo regime, come gli sciiti Hezbollah e quelli iracheni che combattono nell'est della Siria.

In questo quadro, è per ora caduto nel vuoto l'appello della Coalizione nazionale siriana, la principale piattaforma dell'opposizione, che ha accusato il "regime dei due attacchi con bombe al cloro" di venerdì nei sobborghi di Damasco (Harasta) e nella provincia di Hama (Kfar Zeita) e chiesto un'indagine internazionale dell'Onu.

ats / ansa

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE