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SVIZZERA / GERMANIALindt & Sprüngli non ha copiato l'orsetto di Haribo

11.04.14 - 17:25
Più che di una vittoria per il gruppo svizzero si tratta di un pareggio, visto che si andrà ai supplementari: la vertenza finirà infatti davanti alla massima corte tedesca
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Lindt & Sprüngli non ha copiato l'orsetto di Haribo
Più che di una vittoria per il gruppo svizzero si tratta di un pareggio, visto che si andrà ai supplementari: la vertenza finirà infatti davanti alla massima corte tedesca

FRANCOFORTE - Gli orsetti di cioccolato di Lindt & Sprüngli non copiano le caramelle gommose di Haribo: lo ha stabilito un tribunale di Colonia, che ha ribaltato in appello una sentenza di tenore esattamente opposto pronunciata in prima istanza. Più che di una vittoria per il gruppo svizzero si tratta di un pareggio, visto che si andrà ai supplementari: la vertenza finirà infatti davanti alla massima corte tedesca.

 

Commercializzato con il nome di "Teddy" (orsetto), il prodotto di Lindt & Sprüngli è confezionato in carta dorata e porta al collo un nastro rosso con un cuoricino. Ha fatto la sua comparsa sugli scaffali tedeschi nell'ottobre 2012 e ha subito attirato l'attenzione del gigante Haribo, società di Bonn famosa per i suoi orsetti di gomma diffusi in tutto il mondo.

 

In tribunale - in un primo tempo al Landgericht di Colonia, ora dinnanzi ai giudici dell'Oberlandesgericht della stessa città sul Reno - Haribo ha lamentato la violazione di un suo marchio registrato da decenni, "Goldbär" (orsetto d'oro). Secondo gli avvocati tedeschi il prodotto elvetico non è altro che la rappresentazione plastica, tridimensionale, dello stesso concetto.

 

Assolutamente no, hanno ribattuto i legali della società zurighese. L'orsetto rappresenta solo l'evoluzione di un prodotto ben noto della stessa azienda, il "Goldhase" (coniglietto d'oro): anche questo ricoperto con la carta stagnola color giallo acceso e con al collo un nastro rosso nonché - variazione sul tema - una campanellina. Il rischio di confusione, sempre stando agli esperti giuridici di Lindt & Sprüngli, non sussiste: come è possibile non distinguere fra un orsetto caramella e uno di cioccolata? Tanto più - è stato fatto notare - che l'azienda elvetica ha appositamente evitato di chiamare il suo prodotto "orsetto d'oro".

 

La questione vale 5 milioni di euro - questo il valore ufficiale del contenzioso - ma ha anche un interesse squisitamente giuridico. Finora non esisteva infatti in Germania una giurisprudenza definitiva che permettesse di decidere su una questione di fondo: il diritto relativo al nome di un marchio può essere violato dalla rappresentazione tridimensionale di un prodotto?

 

In primo grado, nel dicembre 2012, aveva vinto Haribo: la corte aveva ravvisato una violazione del marchio. Ora invece l'istanza superiore ha accolto il ricorso di Lindt & Sprüngli: la somiglianza fra i prodotti è troppo scarsa ha affermato il presidente del tribunale, Hubertus Nolte. Chi vede un "Teddy" pensa più ai coniglietti della Lindt che ai fabbricati della Haribo. Per orientare il consumatore il nome Lindt, ben visibile sulla confezione, è più importante che il colore e la forma, hanno sentenziato i giudici.

 

Le parti sono però intenzionate ad andare fino in fondo: sin dall'apertura della vertenza hanno infatti reso noto l'intenzione di arrivare al Bundesgerichtshof, la massima istanza federale in materia civile e penale, un passo oggi immediatamente confermato anche dal legale di Haribo, Ingo Jung. Fin da subito i due gruppi avevano inoltre anche concordato che, sino a quando l'interrogativo di fondo non avesse avuto una risposta definitiva, il fabbricante svizzero avrebbe potuto continuare a vendere il suo orsetto. Per mettere la parola fine alla vicenda si dovrà perciò verosimilmente attendere il 2015.

 

Ats Afp

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