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NICARAGUATicinesi a Managua: "Dormiamo vestiti, pronti a scappare se la terra trema"

11.04.14 - 11:00
Otto ticinesi, tra cui Franco Cavalli, si trovano a Managua con l'Associazione di Aiuto Medico al Centro America. Hanno vissuto in prima persona il terremoto e ci hanno raccontato come stanno trascorrendo la notte
Keystone
Ticinesi a Managua: "Dormiamo vestiti, pronti a scappare se la terra trema"
Otto ticinesi, tra cui Franco Cavalli, si trovano a Managua con l'Associazione di Aiuto Medico al Centro America. Hanno vissuto in prima persona il terremoto e ci hanno raccontato come stanno trascorrendo la notte

MANAGUA - Ormai in Nicaragua è piena notte, ma sono in pochi a dormire. La paura del terremoto che ha scosso il paese sta tenendo svegli gli abitanti. Anche i ticinesi che si trovano attualmente a Managua. Tra loro c'è Franco Cavalli. Sono i membri dell'associazione di Aiuto Medico al Centro America AMCA. La prima scossa, molto forte, è arrivata alle 17.27 ora locale. In Ticino invece era piena notte, circa l'1.20. Una scossa di magnitudo 6.1 che ha provocato il ferimento di 14 persone e 89 case distrutte.

Il Governo ha decretato l'allarme rosso, quindi nuove scosse potrebbero susseguirsi durante la notte. Come si vive in questa situazione? Alessandra Gianella è una delle otto persone che si trova in Nicaragua con l'Associazione AMCA. Sta seguendo un progetto di una rete neonatologica. Si occupa della parte amministrativa e di comunicazione. L'abbiamo raggiunta al telefono nel cuore della notte. Lì sono circa le 2.00, ed è quasi impossibile prendere sonno in un contesto simile. 

"In questo momento - ci racconta -la situazione è tranquilla. Ci sono diverse scosse di assestamento, la terra continua a muoversi, in maniera meno forte rispetto al pomeriggio. Siamo tornati nelle abitazioni, ma si vive con le porte aperte, si cerca di chiudere gli occhi, siamo tutti vestiti, con addosso le scarpe, la torcia accanto e il cellulare vicino. Tutti pronti a scappare appena dovessimo avvertire un'altra forte scossa".

Il terremoto ha privato la capitale del Nicaragua della luce e dei collegamenti telefonici. "In quei momenti ti assale la paura. La scossa delle 17.27 è stata davvero molto forte e sembrava interminabile. Ci siamo messi tutti sotto il cornicione della porta perchè le difesa civile ha spiegato che è il posto piu solido nel caso dovesse crollare la casa. Era come stare su una barca con il mare mosso, si dondolava. Nelle case iniziavano a cadere quadri. Fortunatamente nel quartiere dove abitiamo non ci sono stati crolli, ma in altri punti della capitale alcuni edifici non hanno retto al sisma. Per circa un'ora non abbiamo più avuto la corrente elettrica. Le linee telefoniche erano interrotte. In sostanza eravamo isolati. Anche i semafori non funzionavano più e il traffico era in tilt".

Il sisma, legato alla faglia della catena vulcanica del Nicaragua, è stata seguita da tre repliche, e i servizi di protezione civile sono stati allertati nel timore di nuove scosse. "Come affrontiamo la notte? - ci dice Alessandra Gianella - cerchiamo di mantenere la calma innanzitutto. Il sonno è poco, l'angoscia è alta. Col fatto che è stato decretato l'allarme rosso ci aspettiamo che la terra torni a tremare".

 

 

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