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CANTONELe casse del Cantone piangono sempre di più

10.04.14 - 15:00
Il risultato d'esercizio a consuntivo è peggiore di 12 milioni rispetto al Preventivo. Il Governo è a caccia di risorse "laddove possibile"
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Le casse del Cantone piangono sempre di più
Il risultato d'esercizio a consuntivo è peggiore di 12 milioni rispetto al Preventivo. Il Governo è a caccia di risorse "laddove possibile"

BELLINZONA - I conti cantonali sono peggiori del previsto. Se il tribolato Preventivo 2013 si era chiuso con un risultato d'esercizio di 165.6 milioni di franchi, le cifre scritte sul Consuntivo sono anche peggiori: -177.6 milioni, con un peggioramento netto di 12 milioni rispetto alle stime iniziali.

 

Una conferma che dimostra “le difficoltà con le quali sono confrontate le finanze pubbliche dal 2012. Anche l’autofinanziamento praticamente prossimo a zero indica che la situazione è seria”, come deve ammettere sconsolatamente il Consiglio di Stato. Fa riflettere il crollo dell'autofinanziamento a 2.9 milioni di franchi, a fronte dei preventivati 22.4 milioni di franchi, e il dato del disavanzo totale: quei 278.9 milioni di franchi sono molto, ma molto peggio dei 201.2 milioni preventivati.

 

Spese e ricavi - Fanno riflettere alcuni paragoni con il consuntivo 2013 e quello del 2012: le spese sono aumentate di 103.1 milioni di franchi (3.1%), mentre i ricavi sono cresciuti di 23.1 milioni di franchi (pari solamente allo 0.7%). I maggiori incrementi alla spesa sono da ricondurre all'aumento dei contributi cantonali per 53.5 milioni di franchi e alle spese per il personale che aumentano di 45.4 milioni di franchi (incluso il contributo al risanamento della Cassa pensioni pari a 32.9 milioni). Di segno opposto la voce "imposte", che diminuisce di 47.3 milioni di franchi (-2.6%) rispetto all’anno precedente. Sono solo alcune delle voci indicate dal Governo, che si è detto consapevole della necessità “ancor più pressante” di rivedere scelte e legislazioni di competenza cantonale e di compiere scelte di priorità fra le tante politiche concorrenti fra loro (formazione, polizia, sicurezza sociale, trasporti pubblici, sanità, fisco, ecc.).

 

Le ragioni - Le ragioni di questo deficit sempre più pesante sono molteplici, e il Governo cerca di elencarle. In primis lo squilibrio strutturale dovuto dal 2012 al finanziamento delle cliniche private (+100 milioni di franchi), “purtroppo non ancora accompagnato da misure concrete derivanti da una pianificazione ospedaliera aggiornata, al quale si aggiunge il contributo al risanamento della Cassa pensioni” (+ 32.9 milioni di franchi)”. Il finanziamento, se da un lato ha pesato sui conti cantonali, dall'altro “ha condotto a un rallentamento della crescita dei premi di cassa malati per i cittadini ticinesi, stimabile in circa 40 milioni di franchi, inducendo un positivo effetto indiretto per le finanze cantonali, stimabile in 10 milioni di franchi circa, a titolo di minor crescita dei sussidi al pagamento dei premi assicurativi”.

 

Dividendi BNS - Quest'anno altre voci pesano negativamente: una è sicuramente il mancato dividendo della Banca Nazionale Svizzera (44 milioni di franchi), e l'altra è il contributo del settore bancario al gettito delle persone giuridiche per una novantina di milioni di franchi. “Non avessimo vissuto e vivessimo la crisi bancaria, finanziaria ed economica dal 2007/2008 via, il gettito bancario e i dividendi della BNS ci avrebbero consentito, grazie al disciplinamento finanziario intervenuto nel quadriennio passato e corrente di far fronte ai predetti 2 nuovi compiti senza creare dei deficit di gestione corrente”.

 

Purtroppo la crisi non è dovuta a ragioni congiunturali, ma strutturali. I mancati introiti derivanti da queste voci si ripresenteranno quasi sicuramente nei prossimi anni. “A questi aspetti di carattere esogeno si aggiungeranno verosimilmente anche riduzioni degli utili distribuiti da partecipate statali, aziende quali AET e Bancastato, che saranno confrontate con condizioni di contesto, siano esse normative o di mercato, tali da ridurre i versamenti a favore del Cantone”.

 

Le contromisure - Il Governo sa che deve correre ai ripari. Nell'ordinamento attuale, si sottolinea, il DFE non dispone di alcuno strumento accresciuto di intervento sulla gestione finanziaria riguardo alle scelte operate. Fondamentale è quindi un passaggio in Parlamento, che tenga conto anche delle aspettative di finanziamento da parte dei Comuni. Tutti, quindi, “dovranno avere ancor maggiore fattiva consapevolezza della necessità di ridimensionare i tassi di crescita della spesa cantonale (anche riguardo alle richieste di potenziamento di personale non autofinanziate o finanziate da terzi), rispettivamente di modulare la risposta del Cantone ai più variegati bisogni della popolazione, anche nel settore sociale”.

 

Nel contempo il Cantone si lancerà alla ricerca di nuove risorse “laddove possibile”. Un compito arduo, anche in considerazione delle importanti riforme in ambito fiscale previste nei prossimi anni. “Questa politica deve poter essere programmata e realizzata, possibilmente senza ridurre in maniera consistente le risorse attualmente disponibili”. La strategia che il Governo intende seguire è chiara: “Occorre quindi una visione politica capace di consolidare l’insieme delle attività statali, anche in anni preelettorali. Un governo che assolve appieno il suo compito è un gremio di persone in grado di definire con scelte chiare di priorità un disegno d’insieme delle politiche settoriali e delle istanze dipartimentali che si intendono realizzare. Un disegno d’insieme che deve pure far parte del lavoro parlamentare, che non si esaurisce nella semplice somma d’istanze particolari”.

 

No alle opposizioni - Tutti dovrebbero remare nella stessa direzione, auspica il Consiglio di Stato. “Rischia seriamente di essere dannoso l’atteggiamento contrario di forze politiche e associative a qualsiasi misura, seppur pacata e sensata, d’intervento teso a rimodulare la tendenza al rialzo della spesa pubblica rispettivamente al rafforzamento delle entrate”. Il pericolo all'orizzonte per il Cantone, “senza interventi concreti, chiari e ponderati su più fronti della spesa pubblica”, è quello dell'impossibilità di non riuscire a riequilibrare i suoi conti. A meno che subentri una -chimerica, per ora - netta ripresa dell'economia svizzera e globale.

 

“Fondamentale è quindi che il Cantone possa dotarsi di un chiaro strumento di disciplina finanziaria. In caso contrario si continuerà a parlare di risanamento finanziario senza adottare comportamenti coerenti”.

 

Risanamento strutturale - La difficile situazione finanziaria impone l’adozione di misure correttive di risanamento strutturale. Nessuno si illudeva, già alla luce del Preventivo, che se ne potesse fare a meno. “La loro attuazione e il conseguente raggiungimento degli obiettivi definiti nel piano finanziario dipendono tuttavia fortemente dalla concretezza del lavoro governativo e dal sostegno del Parlamento e, in ultima istanza, dei cittadini”. Cosa fare, quindi? “È illusorio pensare di risanare le finanze cantonali agendo unicamente sulle spese di funzionamento dell’amministrazione, senza operare per esempio sul fronte dei contributi”. Un esempio concreto proposto dal Governo è quello del taglio dei sussidi di cassa malattia, prossimamente in votazione.

 

Una serie di misure è già stata indicata nella Roadmap, adottata lo scorso 27 gennaio dal Gran Consiglio. I tempi però stringono, quindi l'Esecutivo “ha dato chiare indicazioni riguardo alla realizzazione di tutti i progetti, progetti che dovranno possibilmente già contribuire al contenimento del disavanzo d’esercizio del prossimo anno”.

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