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GUINEAEbola, emergenza tra le più 'difficili'

08.04.14 - 18:14
Lo ha affermato oggi a Ginevra il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Keiji Fukuda
Foto d'archivio (Keystone)
Ebola, emergenza tra le più 'difficili'
Lo ha affermato oggi a Ginevra il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Keiji Fukuda

GINEVRA - L'attuale esplosione di focolai del virus di Ebola in Guinea e Liberia è tra le più "difficili" mai affrontate e potrebbe proseguire ancora alcuni mesi. Lo ha affermato oggi a Ginevra il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Keiji Fukuda.

"È prematuro pronunciarsi su un eventuale calo dei casi di trasmissione e prevediamo di essere confrontati all'emergenza ancora per i prossimi 2-3-4 mesi prima di essere sicuri di averla superata", ha detto l'esperto in una conferenza stampa.

L'ultimo bilancio dell'emergenza causata dal virus della febbre emorragica di Ebola, estremamente letale, è salito a 157 casi sospetti in Guinea (di cui 101 letali) e 21 nella vicina Liberia (dieci morti). Casi sospetti sono stati segnalati anche in Ghana, Mali e Sierra Leone, ma per il Mali sono risultati negativi. Ebola - ha detto Fukuda - è una malattia acuta ma che può essere controllata. Sappiamo come interrompere i contagi, anche se non esistono vaccini o farmaci contro il terribile virus che si trasmette tramite il contatto con il sangue e altri fluidi biologici infetti.

La difficoltà dell'emergenza attuale è dovuta alla dispersione geografica del virus, dopo lo scoppio dei primi casi in Guinea, alla sua novità nella regione e a causa della paura e delle voci che veicola. "Una difficoltà supplementare - ha aggiunto Fukuda - sorge dalla presenza del virus nella capitale della Guinea, Conakry, dove sono stati segnalati 20 casi".

L'Oms continua a non raccomandare restrizioni ai viaggi o al commercio. "Sin dall'inizio - ha sottolineato Fukuda - l'Organizzazione si è mobilitata ad ogni livello per prevenire nuovi casi, interrompere i contagi e la diffusione insieme a numerosi partners". Fukuda ha anche citato alcuni Paesi che hanno fornito un rinnovato sostegno, tra questi l'Italia, insieme a Canada, la Repubblica democratica del Congo, il Gabon, l'Uganda, la Germania, Sud Corea e l'Ue.

ats

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