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CORRISPONDENZE ESTEROEcco come a Valencia dicono addio all'anno negativo appena trascorso

02.04.14 - 07:00
Fuochi d'artificio, le offerte alla Vergine, consegna dei premi. Lo scorso 19 marzo i valenciani, tra lacrime e commozioni hanno detto addio alle "Fallas"
Keystone
Ecco come a Valencia dicono addio all'anno negativo appena trascorso
Fuochi d'artificio, le offerte alla Vergine, consegna dei premi. Lo scorso 19 marzo i valenciani, tra lacrime e commozioni hanno detto addio alle "Fallas"

VALENCIA - Per i valenciani il 19 Marzo non è solo la festa del Papà, è anche la migliore delle sue feste, di quelle feste che si attendono anno dopo anno con impazienza, entusiasmo ed orgoglio. Tra le lacrime, la commozione e una grande ovazione dicono addio alle “Fallas” un anno dopo l’altro, osservando come la fiamma del fuoco trasforma in cenere i "ninots" che sono stati posti ad ornamento delle strade della città in questi ultimi giorni.

Solo dopo aver vissuto le “Fallas” assieme al popolo di Valencia è possibile capire che cosa sia questa celebrazione per loro. Fuochi d'artificio, "pasacalles", le offerte alla Vergine, "despertaes", consegna dei premi, "mascletà" che, fra gli altri eventi, riempiono le strade di Valencia per 20 giorni consecutivi, e ad ogni atto sono accompagnati da bande musicali tipiche della zona. La musica non manca mai.

Questa tradizione è stata mantenuta viva nei secoli. Non si conosce la data esatta della sua nascita, ma si pensa risalga alla metà del XVIII secolo quando per tradizione si bruciava, nel centro della piazza, il legno che non necessitava più, in onore del patrono dei falegnami, San Giuseppe. Col passare dei secoli il legno ha preso la forma di autentici monumenti di grandi dimensioni, chiamati “ninots”, e sono loro oggi i veri protagonisti durante le “Fallas”, ma soprattutto lo sono della notte in cui si conclude la festa.

Il fuoco significa rinnovamento e questo è ciò che i valenciani vogliono, lasciare dietro di sé tutto ciò che di negativo è accaduto nel corso dell'anno e vederlo sparire, per poter così continuare guardando avanti e lasciando le cose brutte alle spalle. Per questo le “Fallas” sono basate su tematiche attuali trattate con caricature e satira, essendo la quotidianità il principale motivo di critica. Quest’anno la chiusura della "Radiotelevisió Valenciana", l'appropriazione indebita delle banche, la corruzione di molti politici spagnoli, figure storiche e della cronaca rosa sono stati alcuni temi tra i tanti monumenti falleri che rivisitano e ironizzano l’attualità di tutto l’anno.

Circa 800 “ninots” sono stati bruciati lungo la "Nit de la crema". Quanto più s’avvicinava la fine della giornata tanto più vicino era il momento più atteso: vedere dar fuoco alla Falla premiata, a quella del Pilar, e al monumento comunale nella piazza del municipio. La Falla vincitrice chiamata "Éscandalo" era composta da 70 figure e misurava 20 metri di altezza, mentre la protagonista delle Falle del municipio è stata il “Mosè di Miguel Angelo”, anch’essa di 20 metri di altezza, dove Mosè era accompagnato dal "decàleg del bon valencià", che ha dato il titolo alla figura. La falla municipale non partecipa al concorso.

Più di 100.000 persone, sia valenciani che turisti, hanno guardato impazienti il monumento del municipio attendendo l’accensione, mentre i falò avevano già invaso le strade della città. Bambini ed adulti stavano piangendo con lo sguardo attento sui “ninot” che sparivano, mentre la città si riempiva di fumo, di ceneri e d'odore di polvere. Questo dava fine al rituale del fuoco e alle celebrazioni e da quello stesso momento, per i valenciani, sono iniziati i preparativi per le Fallas del prossimo anno, con la speranza di sapere se le sue feste patronali saranno convertite in Patrimonio Immateriale dell'Umanità dall'Unesco.

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