Ecco cosa cambierà con la fine del bicameralismo perfetto
ROMA - Stop al Bicameralismo perfetto; ridefinizione della divisione delle competenze tra Regioni e Stato; introduzione di un Senato delle Autonomie che non dà la fiducia al governo, non è eletto dai cittadini e i cui membri sono espressione di Regioni e Città. È l'impianto della riforma costituzionale approvata oggi dal Consiglio dei ministri e che comincerà il suo iter in Senato.
Ecco i punti principali:
CAMERA: è la sola titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo dell'operato del Governo.
SENATO DELLE AUTONOMIE: secondo il progetto presentato da Matteo Renzi "rappresenta le Istituzioni territoriali" ed "esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni".
SENATORI: i senatori non saranno più eletti dai cittadini: il Senato sarà composto dai Presidenti delle Giunte regionali, e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dai sindaci dei Capoluogo di Regione e di Provincia autonoma, nonché, per ciascuna Regione, da due consiglieri regionali e da due sindaci. In più si prevede che "21 cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario" possano essere nominati senatori dal Presidente della Repubblica" . I senatori nominati dal Quirinale rimangono in carica sette anni.
148 SENATORI, SENZA INDENNITÀ: i senatori saranno in tutto 148 e non non percepiranno indennità di nessun tipo.
BICAMERALISMO ADDIO...: le leggi sono approvate dalla Camera. Entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, può chiedere di esaminarle, proponendo modifiche entro 30 giorni. L'ultima parola è però della Camera che decide entro altri 20 giorni.
...SALVO CHE PER RIFORME COSTITUZIONALI: il Senato mantiene l'importante potere di approvare insieme alla Camera le leggi di riforma della Costituzione. Camera e Senato eleggono insieme il presidente della Repubblica.
CNEL ADDIO: è abrogato il Consiglio nazionale Economia e Lavoro.
NUOVE COMPETENZE PER STATO E REGIONI: scompaiono le materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Tornano di competenza esclusiva dello Stato materie come le norme generali sul governo del territorio, il sistema nazionale della protezione civile, la produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia, le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale.
CLAUSOLA UNITÀ NAZIONALE: Su proposta del Governo, lo Stato può legiferare su materie di competenza regionale "quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica della Repubblica o lo renda necessario la realizzazione di programmi o di riforme economico-sociali di interesse nazionale".
DEVOLUTION SOFT: Lo Stato può, con una legge approvata a maggioranza assoluta della Camera, devolvere ad una o più Regioni la funzione legislativa, "anche su richiesta delle Regioni e per un tempo limitato".
ats