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Il disturbo non sarebbe un problema notturno ma deriverebbe da una condizione standard di alcuni soggetti
BALTIMORA - Lo studio dei ricercatori dell’Università Johns Hopkins pubblicato sulla rivista Sleep fornisce importanti novità per quanto riguarda l’insonnia. Gli scienziati hanno scoperto che non si tratta di un disturbo notturno come si credeva fino ad oggi, ma piuttosto di una condizione del cervello che, in pratica, è come se restasse sempre acceso.
Il responsabile dello studio, Rachel Salas, ha spiegato che l’insonnia non è un problema notturno bensì una condizione cerebrale che dura 24 ore su 24, come una luce sempre accesa. Il cervello di chi soffre di insonnia cronica sarebbe comunque più attivo e in grado di adattarsi più facilmente ai cambiamenti di chi dorme senza problemi. Dallo studio dei 28 soggetti adulti volontari che soffrono di insonnia cronica, i ricercatori hanno dedotto anche che la corteccia motoria, cioè quella parte del cervello coinvolta nel controllo dei movimenti volontari, risulta essere più adatta ai cambiamenti nelle persone che soffrono di questa patologia. I neuroni sono apparsi maggiormente eccitabili, confermando un dato che già si conosceva e cioè che gli insonni siano in costante sovraccarico di informazioni, cosa che interferisce con il sonno.
Quello che i ricercatori non sono in grado ancora di spiegare è il perché si riscontri quest’aumento della plasticità cerebrale negli insonni e non sanno stabilire se questo incremento di attività neuronale sia in effetti la principale causa del problema. Tuttavia, grazie a queste nuove scoperte, si potrà forse giungere a nuovi approcci per lo sviluppo di nuovi trattamenti e provare così a combattere un disturbo molto fastidioso, diffuso e debilitante che colpisce un gran numero di persone.
