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LUGANOA Cinema in tasca c'è RUSH

14.03.14 - 08:36
Il racconto di una delle più note rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda
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A Cinema in tasca c'è RUSH
Il racconto di una delle più note rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda

Appuntamento con la rassegna cinematografica Cinema in Tasca, organizzata dall'Area Turismo ed Eventi della Città di Lugano. La data è Martedì 18 marzo con la doppia proiezione di RUSH Di Ron Howard alle 18:15 e alle 20:30, Cinema Cittadella, Lugano

Interpreti: Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino.

 

Il racconto di una delle più note rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Cresciuto in un ambiente privilegiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda. La sfida tra i due comincia nei circuiti di Formula 3 e assume proporzioni epiche in Formula 1. Nemmeno il terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring metterà fine al duello.

 

Perché sì

Ammirazione pura, innanzitutto, per l'abilità narrativa che travalica i limiti di un soggetto potenzialmente riservato a una frazione di pubblico. Se il mondo della Formula Uno e in particolare le vicissitudini della stagione di corse 1976 costituiscono, infatti, un richiamo irresistibile per fan ed esperti, Rush che gli ha dedicato Howard è così trascinante dal punto di vista emotivo e così perfezionato dal punto di vista tecnico da diventare universale.

Valerio Caprara, Il mattino, 19/9/2013

 

Perché no

Appassiona, il nuovo film di Ron Howard, ma più per effetto di una sceneggiatura dalla costruzione abilissima (di Peter Morgan) che per un qualche merito di messa in scena. E le belle interpretazioni dei due protagonisti non bastano a far passare in secondo piano l'invadenza degli effetti realizzati in digitale nei momenti più drammatici, per quanto anch'essi votati alla ricostruzione fedele dell'accadimento reale, lasciando il dubbio allo spettatore circa la verità di ciò che vede.

Paolo Mereghetti, Corriere della Sera, 19/9/2013

 

Una sfida ad altissima velocità

Non è la prima volta che Ron Howard si cimenta con le macchine da corsa: pochi ricorderanno che il suo esordio dietro la macchina da presa è avvenuto nel 1977 con un film dal titolo Attenti a quella pazza Rolls Royce. E non è nemmeno la prima volta che pone al centro di una sua opera la rivalità tra due uomini: che altro era Frost/Nixon se non un "duello" (come recitava, appunto, il titolo italiano) tra due esponenti di opposte visioni, in quel caso prettamente politiche? Gran parte della forza di Rush sta infatti nell'alchimia tra i due protagonisti, perfetti adeguati a rivestire i panni di uomini ossessionati dalla sfida con la morte che implica ogni gara automobilistica. "Ogni anno 25 corridori gareggiano in Formula 1 e ogni anno due di loro perdono la vita": con questa considerazione si apre un film che racconta la folle necessità di superarsi a oltranza da parte di due individui, uno nemesi dell'altro, "che amano le auto più delle donne" (preferenza che sarà poi parzialmente smentita dall'andamento della vicenda).

 

Tra i pregi del film va senz'altro annoverato quello di tratteggiare due personaggi tanto fedeli agli originali quanto capaci di assumere una forte valenza cinematografica nel rappresentare dialetticamente due approcci opposti alla vita e allo sport. In omaggio al cinema classico, Howard punta a una retorica magniloquente, raccontando personaggi più grandi del vero tanto nei pregi quanto nei difetti, tanto nelle smisurate ambizioni quanto negli improvvisi e inattesi moti di umanità (la scelta di Lauda di privilegiare l'amore per la moglie, la difesa del rivale da parte di Hunt che si accanisce contro un giornalista poco educato). Secondo una tradizione ben radicata nelcinema americano, i due piloti sono due uomini dalle parabole speculari e complementari, legati tra loro da un sentimento pudico e “maschio”, sincero e malinconico che trova espressione in pista, nella ricerca della velocità e del sorpasso, piuttosto che nelle sbruffonerie ad uso della stampa. Una fotografia sovraesposta e una regia a volte fin troppo rutilante contribuiscono alla riuscita di un film che non perde nemmeno per un attimo il controllo della strada, alternando scatti e frenate, diretto a massima velocità verso il traguardo, dove la bandiera a scacchi sventola non solo per i due corridori ma anche per il bravo regista.

 

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