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Ogni mestiere è importante, ma molte famiglie considerano la professione "manuale" una scelta secondaria.
Qualche tempo fa, riflettendo con un docente che si occupa di formazione professionale, ci si chiedeva come fare per rendere maggiormente attrattive alcune professioni che richiedono, diciamo, un'intelligenza di tipo pratico. La risposta fu lapidaria: bisogna convincere le mamme… Cosa? Le mamme? In che senso? Certo – fu la risposta – bisogna rassicurare le mamme sul fatto che il futuro professionale dei propri figli o delle proprie figlie è dignitoso nella misura in cui lo si rende tale, non a dipendenza del tipo di professione che si sceglie.
Beh… il ragionamento sembrerà pure scontato; ciò non di meno credo che una parte delle difficoltà nelle quali oggi i giovani si trovano sta proprio qui (e il docente ha davvero visto giusto). L'esercizio di una professione non si traduce solo in una formazione e nel suo esercizio; è anche un modo di essere: la cura del gesto tecnico (c'è un modo solo di stringere la vite di un termosifone o di impastare delle farine per farne del pane, ed è il migliore dei modi possibili…), la passione messa nel portare avanti le proprie responsabilità (piccole o grandi che siano), essere con la testa in ciò che si sta facendo non richiede nessuna accademia.
Richiede invece consapevolezza e convinzione che ciò che si sta facendo è importante per la crescita personale e del nostro paese. Un infermiere vale tanto quanto un meccanico; un letterato quanto una parrucchiera; un vigile, quanto un ingegnere; e via dicendo. Un aspetto del nostro impegno di adulti nei confronti dei nostri ragazzi? Fare in modo che ogni mestiere sia importante, per sé stessi e per la comunità nella quale si vive e si opera.