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CANADALa mammografia, un esame controverso

28.02.14 - 07:00
Secondo l’università di Toronto non avrebbe valenza assoluta e spingerebbe a cure non necessarie
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La mammografia, un esame controverso
Secondo l’università di Toronto non avrebbe valenza assoluta e spingerebbe a cure non necessarie

TORONTO - Il dibattito sull’utilità dello screening mammografico è in corso all’interno della comunità scientifica internazionale. Un recente studio canadese pubblicato sul British Medical Journal, ha messo in evidenza come, dopo un’indagine svolta tra pazienti di età compresa tra i 40 e i 59, si tendesse a sovrastimare i casi di tumori al seno, arrivando a prescrivere cure non necessarie e spesso dannose.

Secondo i ricercatori dell’Università di Toronto, autori dello studio,  in almeno una donna su cinque, la diagnosi di tumore al seno ottenuta con la mammografia è sbagliata. E’ certo come negli ultimi anni, siano aumentati i casi di carcinoma mammario, tumori che non causano metastasi, ma che vengono ugualmente asportati mediante chirurgia o radioterapia. Spesso questi tumori vengono individuati e valutati in base alla loro pericolosità, e anche se possono scomparire da soli vengono ugualmente asportati. Gli strumenti mammografici negli anni hanno aumentato la loro efficienza rispetto a 25 anni fa quando è iniziata la ricerca e quindi il monitoraggio delle oltre 90mila donne canadesi.

Il seno femminile sarebbe soggetto a diverse patologie differenti tra loro, che necessitano di specifici e mirati controlli (lo screening è solo uno di essi). Il tumore rappresenta un insieme di malattie diverse da un punto di vista genetico, alcune aggressive e altre meno. Questo complica ulteriormente la diagnosi della mammografia che può spingerci a cure dannose con effetti collaterali notevoli che indeboliscono l’organismo. La soluzione a questo problema potrebbe essere l’utilizzo di un preciso identikit dei rischi che permetta di individuare le donne che devono essere seguite con più attenzione, valutando anche aspetti come la vita sessuale, l’alimentazione, e il profilo ormonale della paziente.
 

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