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TICINO / CONFINEA proposito di bilaterali

24.02.14 - 13:50
Un esempio di quando la teoria fa a botte con la realtà
Tipress
A proposito di bilaterali
Un esempio di quando la teoria fa a botte con la realtà

Oggi, venerdì 21 febbraio 2014, anzichè ritrovarmi a scrivere il mio primo articolo su TIO, dovrei essere occupato a caricare la mia auto delle attrezzature necessarie per suonare quale DJ al matrimonio di una mia cara amica. Cosa c'entra questo con gli accordi bilaterali, vi starete giustamente chiedendo; beh, se avrete la voglia, la pazienza o la curiosità di leggere quanto segue, capirete.

Questa storia, che ha dell'incredibile e che svelerà solamente (ahinoi) la punta di un grandissimo iceberg, inizia all'incirca a dicembre 2013, mese nel quale la mia amica (che di seguito chiamerò Francesca), mi comunica che presto convolerà a nozze e che per l'intrattenimento della giornata, conoscendomi, voleva sapere se ero disposto a fare il DJ della giornata. Questa attività è per me un hobby e conoscendo bene Francesca, accetto con entusiasmo, dicendole che l'avrei fatto volentieri e senza nessun compenso.

Alla domanda su dove si sarebbe svolta la cerimonia, Francesca mi comunica che il ristorante scelto è in Italia, zona Como. A quel punto, memore di quanto successo ad un mio amico, con la stessa passione, bloccato dalla dogana italiana e rispedito in Svizzera mentre si stava recando alla festa di compleanno di suo cugino,  le faccio presente che l'attrezzatura necessaria, potrebbe creare problemi alla dogana, pertanto, prima di darle l'ok definitivo, decido di verificare la fattibilità dell'operazione e da qui, ha inizio il calvario...

Telefono in dogana svizzera ed esponendo il mio "problema", chiedo quale soluzione sia possibile attuare; il doganiere, gentilmente, mi chiarisce che si tratta "semplicemente" (doverosamente tra virgolette e capirete in seguito il perchè) di un'esportazione temporanea e che pertanto è necessario agire così:

    • riempire il relativo formulario, nel quale dovranno essere indicati tutti gli apparecchi che vengono esportati.
    • Al momento dello sdoganamento, recarsi in dogana svizzera con la lista ed il relativo carico, dove otterrò il timbro d'uscita, necessario per la dogana italiana, che dovrà verificare il carico e vidimare anch'essa il formulario.

Per maggiore sicurezza, dopo questa telefonata, chiamo anche le dogane italiane, per capire se a loro serve qualcosa in più o se va bene così. L'addetto, mi conferma che quanto ho esposto è quello che serve per un'esportazione temporanea. Perfetto, dico io, chiamo Francesca e confermo che la questione è risolta.

Passano le feste ed a inizio anno, mi presento in dogana svizzera, per ritirare il formulario necessario ed il doganiere presente, molto gentilmente, mi chiarisce che il formulario, che io avevo inteso si dovesse ritirare in dogana, in realtà non è nient'altro che una lista creata da me, contenente in modo dettagliato i pezzi esportati, la marca ed il numero di articolo.

Arrivo quindi a giovedì 20 febbraio (vigilia del matrimonio) e con la lista completa, per non lasciare niente al caso, preferisco recarmi personalmente sia nella dogana svizzera, che in quella italiana, per capire se la lista da me compilata può andare bene o se necessitano ulteriori dati o un altro tipo di compilazione. Nell'ufficio della dogana svizzera mi confermano che è tutto a posto e che, anzi, la lista è più che perfetta. Vado quindi, convinto e soddisfatto, dalla parte italiana per avere l'ok definitivo ed una volta lì, parlando con il responsabile, il mondo mi crolla sotto i piedi...l'addetto, gentilmente, ma senza possibilità di particolari risposte, mi informa che così non funziona e che per poter uscire in Italia con quel materiale è necessario ottenere la "carneide" dalla Camera di Commercio, altrimenti, rischio di ritrovarmi bloccato per oltre 2 ore e con l'enorme probabilità di non poter passare oltreconfine.

Abbattuto, mi ripresento alla dogana svizzera, spiegando l'accaduto. Il doganiere, basito, mi dice che purtroppo, queste sono cose all'ordine del giorno....gentilmente, mi raccomanda di recarmi lì vicino, negli uffici delle dogane svizzere e di parlare con il sovrintendente (o comunque qualcosa di simile, al momento mi sfugge il grado indicatomi, ma non è importante) alle dogane e sottoporgli il problema.

Vengo accolto subito e, sempre con gentilezza, professionalità e disponibilità, anche il responsabile delle dogane mi conferma che quanto da me fatto è più che perfetto, ma che purtroppo, spesso e senza giustificazioni rette da un regolamento, tutto ciò non basta per la dogana italiana.

Decido di non abbattermi e di provare a questo punto a seguire la via indicatami dalle dogane italiane e prendo quindi contatto con la Camera di Commercio (a Lugano), esponendo il mio problema. L'impiegata, gentile e disponibile, mi comunica che per ottenere questa "carneide" è necessario:

    • - compilare un formulario che provvederà ad inviarmi per email, come esempio, nel quale devono essere indicati i pezzi esportati, il tipo ed il valore di ogni pezzo.
    •  fatto questo, presentarmi alla Camera di Commercio, dove avrò spese amministrative per circa CHF 100 oltre all' 1%o sul valore della merce; inoltre, dovrò lasciare come caparra il 35% del valore della merce.

 Disperato, contatto Francesca ed il suo futuro marito, per informarli del tutto. Il marito, contatta un suo conoscente altolocato, delle dogane, che gli riferisce la non garanzia di quanto detto, in quanto, sembra che sia necessaria almeno una settimana perchè ciò venga attuato. Fortunatamente, all'ultimo momento, i miei amici trovano un DJ italiano, loro conoscente, disponibile a prendere il mio posto ed io rinuncio a questo punto volentieri in quanto la scalata sembra non avere mai fine...

Conclusione: visto quanto successo ed in virtù della votazione appena accettata dal popolo svizzero, ho ritenuto opportuno raccontare la mia storia, che probabilmente finirà nel dimenticatoio, ma che, in caso contrario, farebbero bene a tener presente i nostri politici, nel momento in cui, si troveranno con i membri dell'UE per discutere sugli accordi bilaterali. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito ad attacchi ed insulti gratuiti da parte dell'UE e di parte dei suoi cittadini, nei confronti della Svizzera e del suo popolo che ha accettato l'iniziativa sull'immigrazione di massa ed il contingente. Ebbene, alla luce di quanto sopra, sono ancora più convinto che il SI, sia (semmai ci fosse ancora un dubbio) la scelta più giusta che si potesse fare. Ora lascio libero spazio ai "fenomeni" sapientoni di turno, continuare a sputare veleno ed a raccontare favolette per bambini ingenui sulla bontà degli accordi bilaterali, così come sono. Come ultima chicca, un consiglio a tutti gli svizzeri che decideranno in futuro, di recarsi in Italia con magari la propria barca; alla mia domanda provocatoria alla Camera di Commercio, sul fatto che, quindi, tutto ciò deve essere fatto anche per chi dovesse passare il confine con la propria barca o altro, la risposta è stata SI....io ho origini italiane ed a malincuore, ad oggi, mi vergogno di questa cosa. La teoria fa a botte con la realtà....

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