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PRIME IMPRESSIONIAttraverso le alpi svizzere per (ri)scoprire la trazione integrale BMW

17.02.14 - 06:00
Un viaggio di due giorni e oltre 500 chilometri con 6 BMW a trazione integrale. L'obiettivo: evitare le autostrade. Il desiderio: trovare una bufera di neve.
Max Kirchbauer
Attraverso le alpi svizzere per (ri)scoprire la trazione integrale BMW
Un viaggio di due giorni e oltre 500 chilometri con 6 BMW a trazione integrale. L'obiettivo: evitare le autostrade. Il desiderio: trovare una bufera di neve.

EVOLUZIONE - Persino i costruttori tradizionalmente legati alla trazione posteriore stanno implementando in misura sempre maggiore la trazione integrale. Quasi nessuno sfugge a questa regola. I motivi che li spingono a farlo? Non tanto gli indubbi vantaggi che affiorano non appena sulle strade si adagia qualche fiocco di neve (su scala globale sono veramente pochissimi i mercati nazionali che ne hanno bisogno), bensì la maggiore facilità di guida - si pensi in particolare per automobili di una certa potenza - la quale è percettibile in tutte le stagioni che si alternano lungo un intero anno. Se poi capita che nevichi, tanto meglio: le quattro ruote motrici rendono l'automobile maggiormente sfruttabile. Svantaggi? Sicuramente il maggiore peso e i maggiori attriti che vanno ad influenzare i consumi, nonché i maggiori costi di sviluppo e di produzione che vanno ad incidere sul prezzo che deve poi pagare l'acquirente finale. Sebbene vi siano marchi da sempre legati alla trazione integrale quali Audi e Subaru, come detto l'offerta di veicoli con questa tipologia di trazione si amplia sempre di più. Ne sa qualcosa BMW, che nel 2013 ha visto la quota di veicoli xDrive (questo il nome delle loro "integrali") venduti in Svizzera salire fino al 72% (si parte dal 39% delle Serie 1 per arrivare all'88% della Serie 7 - escludendo i SUV). Ma un tempo non era così. Per la casa bavarese il primo approccio con questa tecnologi avvenne nel 1987 quando debuttò la 325ix su base E30: sicuramente efficace sulla neve ma poco adatta alla guida dinamica visto il considerevole aggravio di peso. Tanto che per la generazione successiva (E36) non la si propose più. Sarà soltanto con l'arrivo della X5 nel 1999, e quindi con l'entrata del marchio in quel segmento in cui si propone unicamente la trazione sulle quattro ruote, che l'offerta è stata gradualmente allargata a tutti i modelli. Fino ad arrivare alla situazione attuale.

LA SERIE 4 - Così un bel giorno abbiamo deciso di radunare sei BMW xDrive molto differenti tra loro e portarle per due giorni a spasso tra le alpi della Svizzera orientale, per scoprirne le diverse caratteristiche ed esplorare qualche angolo nascosto del nostro paese. Siamo quindi partiti di primo mattino con una 435i dall'aeroporto di Zurigo, e la scelta della vettura è strettamente legata alla genesi della trazione integrale del marchio bavarese spiegato nel paragrafo sopra. Partiamo in direzione Winterthur attraverso stradine secondarie assolutamente deserte per raggiungere il Toggenburg, la nostra prima destinazione. Le strade dalla carreggiata stretta e dall'asfalto dissestato su cui ci imbattiamo inizialmente non sono il massimo per gli oltre 300 cavalli del 6 cilindri in linea sovralimentato, ma man mano che ci avviciniamo a Lichtensteig (da non confondere con il principato, che differisce per una sola lettera) la strada si allarga, il raggio delle curve aumenta, l'asfalto diventa gentile. Basta quindi un minimo angolo di sterzo che l'avantreno della Serie 4 s'infila senza indugio, con solo lo sterzo che non piace per la relativa (nota bene: relativa) insensibilità oltre il quarto di giro. Ciò che non delude mai è la potenza disponibile, con la quale è possibile “scodare” di qualche angolo in uscita dai tornanti con fondo stradale umido o bagnato, "scodata" permessa solo nella modalità "SPORT+" in cui il controllo di stabilità più permissivo vi richiama all'ordine qualora lo stile di guida inizi a dimostrarsi poco elvetico. Un occasione buona per ammirare il panorama leggermente ricoperti di neve la quale non accenna a sciogliersi dati i -4ºC presenti all'esterno.

LA SERIE 3 GRAN TURISMO - Per non affrontare un cambiamento troppo drastico decidiamo di proseguire con una 335i GT, ovvero una Serie 3 Gran Turismo. Fondamentalmente lo stesso pianale e schema tecnico della 435i. Non ho mai amato quest'automobile, ma mi rendo conto di come la sensazione di spazio nell'abitacolo e lo spazio effettivo del bagagliaio non possa tenere testa nemmeno con una Serie 3 Touring. Con lei sbuchiamo nell'Appenzello e le sue stupendi colline abbondantemente innevate. Qui le strade sono stupende, sia per il panorama che per la ricchezza di curve che ci portano a 1'278 metri di quota fino a Schwägalp, a piedi del Säntis. Proprio qui in questi giorni si stanno svolgendo dei corsi di guida organizzate da alcune concessionarie locali del marchio: ne approfittiamo per provare brevemente la i3 sulla neve (le ruote strettissime aiutano) e fare qualche derapata con le Mini ALL4, le quali condividono la tecnologia della trazione integrale con le cugine bavaresi. Un vero peccato che non vi sia particolarmente tanta neve a ricoprire le nostre strade, le quali si rivelerebbero perfette per mettere seriamente alla prova queste xDrive. L'asfalto bagnato ci ha permesso tuttavia di capire che la Serie 3 GT non ha le stesse ambizioni sportive della Serie4, innanzitutto per il baricentro alto e per la maggiore massa, ma tuttavia pone l'asticella dinamica piuttosto in alto, sebbene il protagonista resti sempre il potente sei cilindri in linea sovralimentato abbinato al cambio automatico ZF a 8 rapporti, imbattibile e per la velocità e la risposta simili ad una doppia frizione.

LA M550 D - Giunge quindi il momento di metterci alla guida di qualcosa di anticonvenzionale. Sto in questo caso parlando della M550d, vale a dire la prima marchiata "M" con trazione integrale e motore a gasolio. Sacrilego? Mica tanto. Iniziamo una discesa poco spettacolare verso le pianure sangallesi lasciandoci purtroppo alle spalle quei pittoreschi paesaggi innevati. Visto che a queste latitudini le strade non sono granché entusiasmanti decidiamo di imboccare comunque la noiosa autostrada fino a Coira. Da qui ci si arrampica nuovamente sulle stradine di montagna in direzione Lenzerheide - per la "M5" a nafta è il momento della verità. Le dimensioni e la massa si annunciano ovviamente nelle curve più strette rispetto a quanto vissuto in mattinata con la Serie 4, però basta uscire da qualche tornante con i controlli elettronici anche solo parzialmente disattivati dando del "tu" all'acceleratore e si evince subito quanto l’integrale "M" sia più raffinato e nel complesso generoso di coppia verso il retrotreno, sicché la guida di una BMW xDrive sarà assai meno dolorosa per i più puristi. D'altro canto anche la massiccia coppia (740 Nm) del tre litri sovralimentato mediante tre turbine sembra trasformarlo - almeno acusticamente, tramite un attuatore sonoro - in un educato otto cilindri.

LA SERIE 5 GRAN TURISMO - Essendoci sciroppati quasi 300 chilometri è giunto il momento di sostare per la notte, e qualora voleste soggiornare dalle parti di Lenzerheide nulla è più consigliato del Maiensäss Hotel Guarda Val: un albergo "diffuso" ricavato da antichi casolari contadini, modernizzati per le maggiori comodità e tuttavia molto fedeli all'originale per scelta di materiali e ricercatezza degli spazi abitativi. Risvegliandoci il mattino seguente notiamo che una discreta nevicata ha migliorato (per i nostri fini) le condizioni stradali. Complici le prime ore assonnate, per raggiungere la nostra prossima meta, Davos, nonostante le piacevoli strade ricche di curve decidiamo di approfittare della comodità della Serie 5 Gran Turismo nonché dell'elasticità del 3 litri a gasolio, avvolti in tutto il comfort e la souplesse che può offrire un'auto derivata dalla Serie 7 fino alla mecca cantonale (e non solo) dell'Hockey.

LA SERIE 1 - Tempo quindi di abbandonare le alpi e tornare ad altre altitudini per iniziare il rientro verso Zurigo. L'auto affidataci: una 118d, ovvero il modello d'accesso al mondo xDrive, essendo la più piccola e al tempo stesso la meno cara (40'300 franchi) dell'intera gamma. Facilissima da guida, abituati agli ultimi “pesi massimi” condotti attraverso le montagne la Serie 1 invita sfruttare le dimensioni compatte ed il peso contenuto che ti portano ad affrontare con brio qualche piacevole stradina per raggiungere il Liechtenstein, passando per pittoreschi villaggi e sinuose stradine nei pressi di St. Luzisteig. E seppur molto meno potente rispetto ai modelli con cui abbiamo affrontato gran parte del viaggio, non manca certo di vivacità: il piacere di guida è in ogni caso garantito. Dal Liechtenstein si “sorvola” Sargans per dirigerci nei pressi del Flumserberg e sfociare quindi nel Canton Glarona e il suo magnifico Walensee per poi seguire le sponde del lago di Zurigo ed arrivare quindi alla nostra penultima destinazione. Trattasi del Meilenwerk di Horgen, una sorta di museo, deposito e officina di automobili storiche con annesso ristorante e albergo. Al momento di tutto ciò non v'è ancora nulla, essendo un progetto in fase di ultimazione, il tutto realizzato secondo le licenze di altri "Meilenwerk" già esistenti in Germania. Ma una prima occhiata allo stabile che dovrebbe ospitarlo rende sicuramente l’idea quanto la portata del progetto sia quantomeno ambiziosa.

L’EPILOGO - Prima di restare bloccati nel traffico serale della capitale economica partiamo in direzione dell'aeroporto, scoprendo che malauguratamente abbiamo lasciato per ultima un'automobile non proprio adatta per la città: la nuovissima X5. La sua relativa maneggevolezza e numerosi accessori ci hanno fatto arrivare puntuali e rilassati a destinazione pur attraversando il centro della città sulla Limmat, e oltreutto ci ha dato lo spunto per una futura prova su strada maggiormente approfondita, dato che il mondo xDrive è davvero più grande di quanto potremmo immaginare. E lui, il Suv costruito negli Stati Uniti, ne è l'ultimo rappresentante. Oltre ad essere stato il primo ad aver guidato il rilancio della trazione integrale per un marchio che, tradizionalmente, ne ha fatto sempre a meno.

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