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PRO JUVENTUTEL'arte del saper ascoltare

30.01.14 - 07:00
I giovani ci parlano, ci dicono un sacco di cose, ma non sempre siamo in grado di comprendere quanto ci comunicano.
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L'arte del saper ascoltare
I giovani ci parlano, ci dicono un sacco di cose, ma non sempre siamo in grado di comprendere quanto ci comunicano.

Alcuni giorni fa, facendo passare la mia e-mail, ho raccolto l'invito di una giovane studentessa (scuola medio superiore) dalla stessa rivoltomi in quanto la sua sede scolastica richiede, in una delle tante materie trattate, l'elaborazione di un breve documento scritto legato a un tema di interesse. Nulla di nuovo; è un'esperienza piuttosto frequente e solitamente molto interessante. La incontro e subito, al primo approccio, mi dà l'impressione di essere una persona sveglia, brillante e con qualcosa da dire.

Inizia a farmi domande, in particolare sul tema del bullismo. Io inizio la discussione e porto subito l'accento sulla responsabilità degli adulti in materia educativa. Vedo, però, che a volte il suo pensiero è distratto… come se stesse riflettendo ad altro. In effetti è come sospettavo. La giovane, infatti, ad un tratto spegne il registratore e inizia a narrarmi alcuni piccoli aspetti di una sua esperienza, là dove è stata vittima di bullismo e di cyberbullismo. E mi confessa che non ha incontrato nessuno, nessuno che la stesse ad ascoltare.

Poiché è di questo, mi confessa, che aveva bisogno: di qualcuno che prendesse seriamente ciò che voleva dire e che altro non era che un insieme di parole messe sopra ad un'importante (esistenzialmente importante) esperienza. Mi sono chiesto, allora, come mai noi adulti facciamo oggi così tanta fatica – a volte, almeno – a dar credito ai nostri ragazzi. Loro ci parlano, ci dicono un sacco di cose, ma non sempre siamo in grado di comprendere quanto ci comunicano. Dobbiamo imparare nuovamente ad appropriarci di questi momenti privilegiati di contatto e di dialogo con i nostri giovani. Ne hanno bisogno, loro; ne abbiamo ancora più bisogno, noi. 

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