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INTERVISTA"I problemi legati all’inquinamento non li risolveranno politici o Greenpeace, ma i nostri ingegneri"

20.01.14 - 18:05
Attualmente Audi si sta concentrando su elettrificazione dell’automobile e connettività. Ecco il futuro dei quattro anelli spiegato dal suo numero uno.
Audi
"I problemi legati all’inquinamento non li risolveranno politici o Greenpeace, ma i nostri ingegneri"
Attualmente Audi si sta concentrando su elettrificazione dell’automobile e connettività. Ecco il futuro dei quattro anelli spiegato dal suo numero uno.

Audi cresce. A vista d’occhio e ovunque nel mondo. Uno dei padri di questa crescita è Rupert Stadler, bavarese, classe 1963, attualmente numero uno dei marchio dei quattro anelli. È entrato in Audi nel 1990, in qualità di direttore della divisione Finanze dal 2003 è responsabile della strategia di crescita del marchio, mentre dal 2007 è presidente del consiglio direttivo. Giusto un risultato dal suo ingresso ai piani alti? Negli ultimi 10 anni Audi ha raddoppiato le proprie cifre di vendita. Tanto che un giuria di 100 dirigenti del settore automobilistico tedesco lo hanno insignito del premio “Influencer of the year” per via delle sue “prestazioni imprenditoriali straordinarie” e “dell’operato rigoroso e sostenibile”. Audi può peraltro vantare grandi successi anche in Svizzera, essendo il secondo marchio più venduto. Esistono tuttavia paesi in cui il marchio è più forte e presente che nella nostra confederazione?

“A livello mondiale ogni 10 auto vendute, una di queste appartiene al cosiddetto segmento “premium”. In Svizzera questo numero scende a 1 ogni 15 auto vendute. Tuttavia il vostro paese può vantare la più alta percentuale di veicoli venduti con la trazione integrale “quattro” nonché la più alta percentuale di modelli sportivi S ed RS sul totale di vendite. C’è tanta qualità, più che quantità.”

La crescita, però, da noi non si può certo dire elevata…

“È un problema che affligge tutta l’Europa. Gli Stati Uniti hanno nuovamente ripreso slancio ma i paesi in cui si giocano i grandi affari sono soprattutto altri. Brasile, Messico e Russia cresceranno fino al 5% all’anno, ogni anno, entro il 2020. Turchia addirittura tra il 5 e il 10%. Ma il botto vero e proprio avverrà in Cina, India e Indonesia in cui si può arrivare fino al 20%. Con molta probabilità nel 2020 la metà del mercato delle vetture premium sarà in Asia.”

Si prevedono grandi investimenti, insomma. Audi in questi territori vanta già una forte presenza come gran parte del gruppo Volkswagen, quindi non viene di certo colta impreparata. Ciò non le permette tuttavia di dormire sugli allori, tanto che lo stesso Stadler ha annunciato investimenti mondiali nella grandezza dei 18 miliardi di Euro entro il 2018. In quali direzioni si concentra il marchio Audi?

“Uno dei punti principali è sicuramente l’elettrificazione: i problemi legati all’inquinamento non li risolveranno né i partiti politici né Greenpeace, bensì i nostri ingegneri. L’auto elettrica pura dal nostro punto di vista non è ancora matura, di conseguenza per il medio termine ci concentriamo in particolare sulle ibride Plug-In che ben presto saranno disponibili per quasi i tutti i nostri modelli. Sono infatti dell’idea che per ridurre l’impatto ambientale non serve commercializzare una sola auto elettrica, bensì lavorare su tutta la gamma. L’elettrico continuerà del resto il suo sviluppo su più fronti tra cui figura anche il caricamento della batteria per induzione; un altro grande tema é quello dei veicoli a gas naturale di cui torneremo presto a parlare."

Tra le tante proposte, al recente CES di Las Vegas abbiamo visto un vostro prototipo con fanali Laser e una strumentazione di  nuova generazione, oltre a diversi dispositivi per la guida automatizzata. Fino a dove si spingerà la connettività dell’automobile?

“In teoria non esistono limiti: saranno i nostri clienti a dire se a loro una nostra proposta piace oppure no, e di conseguenza decideremo se produrla. Penso però al Brasile (ma l’esempio vale anche per molte delle nostre città) in cui un automobilista trascorre, in un anno, complessivamente 26 giorni in coda. Perché quindi non potrebbe sfruttare quel tempo per eseguire i suoi lavori d’ufficio mentre la sua auto guida da sola in mezzo al traffico? Oppure perché non scendere dall’auto di fronte ad un autosilo, e far si che lei entri autonomamente a cercarsi un posteggio libero? Ecco: questa è un po’ la mia visione del futuro della guida automatizzata. Rendere più efficiente il nostro tempo ma poter continuare a guidare quando ne abbiamo voglia. In questo campo, però, la parte più difficile resta trovare gli appoggi dei governi."

Famoso è l’esempio delle auto senza conducenti di Google, le quali in California hanno già percorso 300'000 miglia senza incidenti e senza conducenti. Un tema, quello della guida automatizzata, che approfondiremo molto presto.

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