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RUSSIAIkea censura storia lesbo, la procura fa sparire Lolita

22.11.13 - 17:44
Cala un velo in Russia sui "comportamenti sessuali non tradizionali", dopo la controversa legge che vieta la propaganda gay in presenza di minori, emendamento di una legge a tutela della salute fisica e psichica degli adolescenti
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Ikea censura storia lesbo, la procura fa sparire Lolita
Cala un velo in Russia sui "comportamenti sessuali non tradizionali", dopo la controversa legge che vieta la propaganda gay in presenza di minori, emendamento di una legge a tutela della salute fisica e psichica degli adolescenti

RUSSIA - La polemica più rovente l'ha accesa la decisione del colosso mondiale svedese del mobile low cost di far sparire dall'edizione russa della propria rivista mensile la storia di una coppia lesbica per paura di violare la legge contro la "propaganda gay". Clara e Kristy, una coppia di donne che decorano gli interni in una casetta nella pittoresca contea di Dorset in Inghilterra con il loro figlio Isaac, appaiono nel numero di dicembre del magazine Ikea Live. La decisione di censurarle "preventivamente" in Russia è uno sforzo di "restare neutrali", si è difesa una portavoce dell'azienda: "abbiamo due principi guida nella comunicazione all'Ikea. Il primo è il design per la casa, la seconda è che rispettiamo la legge", ha spiegato Ylva Magnusson al quotidiano svedese Aftonbladet, convinta che "le nostre operazioni possano, a lungo termine, avere effetto positivo sulla società russa". Ma gli attivisti svedesi per i diritti Lgbt accusano: "vigliaccheria".

Firmata in giugno dal presidente Vladimir Putin e bollata dalla comunità internazionale come "omofobica", la legge russa vieta di fatto qualsiasi esternazione dell'omosessualità in pubblico (anche se il concetto di propaganda resta nebuloso), con multe fino a 1 milione di rubli (oltre 22mila euro) per le organizzazioni che la violano, 15 giorni di carcere e il rischio di espulsione per gli stranieri. Non è la prima volta del resto che Ikea deve difendersi da accuse di censura. Nel settembre dello scorso anno rifiutò di pubblicare la foto vincitrice di un concorso fotografico sponsorizzato dall'azienda in Russia, che raffigurava quattro ragazzi in passamontagna colorato, simile ai copricapi della punk band femminile Pussy Riot, tre esponenti della quale sono stati condannate a due anni di prigione per una preghiera anti Putin nella cattedrale di Mosca. Poco dopo, un'affiliata della società in Arabia Saudita, per compiacere le autorità locali, pubblicò un catalogo di prodotti in cui tutte le immagini di donne erano state rimosse digitalmente.

Quanto al bando su Lolita, la procura di Stavropol, nella Russia meridionale, ha chiesto il ritiro dalle biblioteche scolastiche locali delle opere di Vladimir Nabokov e Sergei Esenin, sempre col pretesto della recente legge sulla protezione dei minori. I libri di questi autori, secondo la procura turberebbero i bambini fomentando la criminalità con "erotismo, misticismo, orrore e bullismo". "Lolita" fece scandalo alla pubblicazione nel 1950 raccontando l'ossessione sessuale di un uomo adulto per una 12enne e ancor oggi scandalizza il patriarcato di Mosca, che lo metterebbe volentieri all'indice insieme ad altre opere, come "Cent'anni di solitudine" di Marquez, per i loro contenuti sessuali osceni. Il lavoro di Esenin, invece, glorifica il bere, il giocare a carte e il vagabondaggio. Ma il governatore di Stavropol Vladimir Vladimirov dissente dalla censura letteraria: "Non capisco come Esenin o Nabokov possano esercitare un'influenza morale negativa sui bambini". Tanto più che, tra i criteri elaborati nei giorni scorsi da una commissione governativa per bandire da Internet i contenuti che minacciano la salute fisica e psicologica dei giovani, si fa eccezione proprio per "Lolita", in quanto opera d'arte il cui contenuto è "giustificato dal genere". Nel frattempo, per aggirare i divieti, i gay russi si ingegnano: l'attivista Nikolai Alexeiev ha chiesto al Comune di Mosca di organizzare un raduno per "diffondere le parole del presidente Vladimir Putin" a difesa degli omosessuali: di recente, il capo del Cremlino ha affermato che non si devono consentire "discriminazioni contro persone di orientamento sessuale non tradizionale". Una provocazione, per mostrare "la totale assurdità della situazione attuale", twitta Alexeiev.

ats ans

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