A colloquio con una studentessa del Dipartimento formazione e apprendimento.
Chi sei?
"Filomena Fontana, di Bellinzona".
Studentessa Bachelor in?
"Insegnamento nella scuola elementare, terzo anno".
Hai un hobby in particolare?
"Ho sempre praticato la ginnastica ritmica, come atleta prima e come monitrice ora".
Come mai hai deciso di intraprendere la formazione d’insegnante elementare?
"Non saprei dire. Da che io ricordi ho sempre voluto farlo. Forse perché ho sempre amato i bambini".
Pensi che la tua esperienza di ginnasta e allenatrice possa aiutarti nella professione d’insegnante?
"Credo di sì, perché si impara ad avere fiducia nelle capacità degli allievi. I ricordi più belli che ho come giovane atleta sono proprio legati al sostegno e alla compartecipazione delle mie allenatrici. So che questi sentimenti cercherò di trasmetterli ai bambini e ai ragazzi che mi saranno affidati".
Le tue esperienze di insegnamento non sono legate unicamente al Ticino, ma anche a molto più lontano:
"In effetti, nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale della SUPSI, ho svolto uno stage come insegnate di francese e matematica in Togo. Un’esperienza indimenticabile".
Quali sono le principali differenze che hai notato tra le classi ticinesi e quelle togolesi?
"In Africa le classi che ho avuto erano molto più numerose: lì mi sono trovata di fronte a oltre cinquanta allievi. Ma devo dire che erano classi molto più calme e disciplinate delle nostre!"
Come mai?
"Penso che i motivi siano tanti. Uno di questi è che il grande numero di allievi obbliga a concepire un insegnamento più frontale rispetto a quanto avviene in Svizzera, dove invece si tendono a favorire le interazioni tra e con i ragazzi".