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Tutta l’imprevedibilità della band nella tappa a Sesto San Giovanni del "Tour Biango"
SESTO SAN GIOVANNI – Da gruppo cult a fenomeno di massa. Questo il percorso compiuto negli ultimi 30 anni di carriera da Elio e le Storie Tese, storica band milanese trasformatasi nel tempo in un autentico peso massimo della musica italiana. Il 2013, in particolare, è stato un anno particolarmente proficuo per Elio e soci, che, dopo il successone ottenuto al Festival di Sanremo – sono arrivati secondi, ma hanno fatto scalpore con il tormentone “La canzone mononota”, costruita, appunto, su una nota sola – hanno raccolto applausi da pubblico e critica grazie al nuovo “Album Biango”, parodia, almeno nella copertina, del famoso “White Album” dei Beatles.
Domani il “Tour Biango” giunge a conclusione al Carroponte di Sesto San Giovanni, una tappa da non perdere per i fan ma anche per chi non vuole mancare a uno spettacolo demenziale e geniale al tempo stesso. Le canzoni nonsense, la satira politica e di costume, l’ironia e la comicità di mescolano ai virtuosismi di sei artisti che, prima ancora che dei simpatici saltimbanco, sono soprattutto degli straordinari musicisti, capaci di saltare anche per tre o quattro volte da un genere musicale all’altro nell’ambito della stessa canzone. Tutte da apprezzare, poi, le performance dell’architetto Mangoni, “fantasista-non musicista” considerato un membro aggiunto del gruppo, che da anni accompagna gli “Elii” negli spettacoli dal vivo trasformandosi in Supergiovane.
Impossibile classificare in una sola categoria la musica degli EELST: rock, pop, musica etnica, rap, classica, tango e mille altri stili musicali si fondono assieme con un unico scopo, divertire il pubblico. Una missione che, nel corso della loro lunghissima carriera musicale, gli Elio e le Storie Tese non hanno mai fallito.
