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CANTONE"E pensare che una volta noi eravamo i contadini mangia-segatura"

27.08.13 - 13:30
Il grande business della lotta svizzera: a Burgdorf 25 milioni di franchi di budget, 250mila visitatori, i grandi sponsor. Timori e speranze di Edward Ritter, presidente della sezione ticinese di lotta svizzera
Foto d'archivio (Keystone)
"E pensare che una volta noi eravamo i contadini mangia-segatura"
Il grande business della lotta svizzera: a Burgdorf 25 milioni di franchi di budget, 250mila visitatori, i grandi sponsor. Timori e speranze di Edward Ritter, presidente della sezione ticinese di lotta svizzera

BELLINZONA - A Burgdorf, cittadina del Canton Berna di 15mila abitanti, fervono i preparativi per la festa nazionale alpina e di lotta svizzera, in programma dal 30 agosto al 1° settembre 2013. Quella che originariamente era una festa per pochi appassionati e limitata al mondo rurale e alpigiano, è ormai diventata, nel corso degli ultimi dieci anni, un avvenimento nazional-popolare di massa e che attira migliaia di persone da tutta la Svizzera. Bastano poche cifre per rendersi conto delle dimensioni della festa di Burgdorf: 25 milioni di franchi di budget (4 milioni in più rispetto a 3 anni fa), 250.000 visitatori, 4000 volontari, 70mila ausiliari, 90 ettari di area di festa, tribune che possono accogliere 52mila spettatori (+ 4mila posti rispetto al 2010).

Numeri che impressionano anche Edward Ritter, ticinese originario di Basilea Campagna che coltiva la passione per lotta svizzera sin dalla sua giovinezza. Il suo sentimento di amore per questa disciplina, che trova origine nelle valli del Canton Berna, Ritter  l'ha trasformato in azione e concretezza, fondando, nel 2012, la sezione ticinese di lotta svizzera.

"Conta circa un centinaio di aderenti - ha affermato con soddisfazione Ritter - I giovanotti, che si allenano regolarmente il mercoledì al Centro Sportivo di Tenero ormai da due anni, sono una dozzina e hanno un'età che va dai 10 ai 16 anni. Calcoliamo che tra 6-9 anni i primi ticinesi potranno entrare tra i 250 migliori che potranno gareggiare a una manifestazione simile a quella di Burgdorf", ha aggiunto il presidente. Un piccolo miracolo, se si pensa che in Ticino questa disciplina non può vantare una lunga tradizione paragonabile a quella delle vallate alpine della svizzera-tedesca. "Eppure nel Canton Ticino – ha sottolineato Ritter - il primo club di lotta nacque a Bellinzona nel 1895. Un'avventura, per così dire, durata 9 anni e poi terminata. Il 15 febbraio del 1922 poi nacque il club di Airolo, i cui aderenti, come a Bellinzona,  erano svizzero-tedeschi che lavoravano in ferrovia".

Da una quindicina d'anni la festa alpina e di lotta svizzera sta conoscendo un successo straordinario e per certi versi clamoroso. Un clamore che agli amanti dello "Schwingen" non piace. E c'è chi storce il naso. In Svizzera-Tedesca c'è chi parla ormai di "grande business", con tanto di grandi sponsor (si pensa a Migros e Feldschlößchen),  dirette televisive e radiofoniche ed eventi di intrattenimento e spasso che attirano migliaia di persone, trasformando la gara in una sorta di fenomeno di massa nazional-popolare. "E pensare che una volta tutto questo non esisteva - ci ha detto Ritter - Fino a quindici anni fa i lottatori e gli appassionati di lotta svizzera erano considerati dei contadini che si mangiavano la segatura. Oggi, invece, è diventato un fenomeno di massa". Secondo l'allenatore e presidente della sezione ticinese di lotta il fenomeno di mercificazione dell'evento è iniziato nel 1998: "La festa fu organizzata a Berna, al vecchio Wankdorf. Fino a quel momento la parola vip era sconosciuta nel nostro mondo. E' a Berna che sono spuntate le prime tendine riservate ai vip. Io ai tempi ero ancora presidente cantonale di Basilea-Campagna e già allora esprimemmo un certo disappunto sull'inizio di quella che stava diventando una commercializzazione della nostra festa".

Una tendenza ormai incontrovertibile. Nel corso degli anni l'evento è diventato sempre più grande, attirando sempre più gente: "Questo è il tipico esempio di Swissness", ha aggiunto Ritter, "ossia il business che si fonda su valori antichi. Valori che la gente ha cominciato a rivalutare nel corso degli ultimi anni. La mia speranza è che resti lo spirito originale della lotta, che deve essere un momento di festa. L'arena deve restare libera da sponsor. Non vorrei che un domani i lottatori entrino in gara con le magliette tappezzate di sponsor, come nel calcio. I prezzi che ruotano attorno a questa manifestazione stanno cominciando a lievitare. Se si pensa che a Burgdorf, per parcheggiare la propria auto su un prato per due giorni ti viene a costare 50 franchi, ci si rende conto che qui stiamo esagerando. E la colpa non è della nostra associazione, bensì della organizzazione".

(p.d'.a)

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