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ATTUALITÀLa BCE sostiene il rally del mercato

07.05.13 - 11:21
La decisione della BCE ha contribuito a comprimere i rendimenti
Foto Keystone
La BCE sostiene il rally del mercato
La decisione della BCE ha contribuito a comprimere i rendimenti

Durante la settimana passata, la debolezza dell’attività economica UEM è stata confermata dall’indice PMI manifatturiero definitivo ancora al di sotto della soglia critica di 50. Inoltre, la disoccupazione ha toccato un nuovo massimo storico del 12.1%, mentre l’inflazione è scesa molto più delle attese all’1.2% a/a. Tuttavia, il ribasso dell’inflazione è stato pesantemente influenzato da fattori estemporanei legati al differente calendario pasquale rispetto al 2012, ed il dato di aprile dovrebbe rappresentare il minimo, a meno di nuovi marcati cali dei prezzi delle materie prime.

Non ha quindi sorpreso che la BCE abbia tagliato il tasso refi (tasso d'interesse della BCE) di 25pb allo 0.50% ed il tasso di rifinanziamento marginale di 50bp all’1.00%, mentre rimane invariato allo 0% il tasso sui depositi overnight. È comunque rilevante che Draghi abbia lasciato aperta la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi cosi come di portare il tasso sui depositi in territorio negativo. Per quello che riguarda le misure non convenzionali Draghi ha annunciato la creazione di una task force in collaborazione con la BEI (Banca per gli investimenti europei) per far fronte al problema del finanziamento a piccole e medie imprese, ma non è affatto chiaro a quali risultati ciò possa portare nell’immediato.

 

La decisione della BCE ha contribuito a comprimere i rendimenti portando il Bund a rivisitare i minimi di fine luglio 2012 intorno all’1.17%, aiutati anche da qualche battuta a vuoto dell’economia USA e dal tono bilanciato del comunicato del FOMC (Federal Open Market Committee). Il rimbalzo dei rendimenti in chiusura di settimana ha fatto seguito a dati sul mercato del lavoro moderatamente migliori delle attese, ma non certo sufficienti, a nostro giudizio, a rimettere in discussione la stance accomodante della Fed.

Il sostegno delle banche centrali si estende anche ai periferici UEM, che in molti casi hanno visto spread in calo e rendimenti prossimi ai minimi storici. Di certo, un contributo l’ha dato anche la soluzione, almeno per ora, dello stallo politico in Italia. Anche la Slovenia, nonostante il downgrade di 2 notch da parte di Moody’s a Ba1, con outlook negativo, è riuscita a segnare un calo dello spread grazie al buon esito dell’emissione in USD per 3.5mld. Tuttavia, la situazione a Lubiana è ancora incerta, come testimoniato da rendimenti superiori a quelli pagati dal Portogallo.

 

La positiva intonazione del mercato corporate ha visto un’accelerazione negli ultimi giorni, sostenuta dall’intervento della BCE in Europa e dalle positive indicazioni arrivate dal mercato del lavoro americano.

Buona l’impostazione, in particolare delle asset class più rischiose, bond BBB-rated, High Yield e subordinati. In generale rimane una moderata sovraperformance del mercato obbligazionario americano rispetto a quello europeo, in particolare sul segmento HY. In Europa, il calo degli spread resta più marcato sui derivati, guidato dalla discesa del Crossover di 50pb in settimana, e degli indici finanziari. Buona l’impostazione anche dell’iTraxx Main, paniere di CDS di emittenti europei IG, che chiude la settimana vicino a 92pb, valori che non si registravano da metà 2011. Anche il mercato primario resta abbastanza tonico, grazie ai costi di rifinanziamento che stanno diventando sempre più attraenti per gli emittenti.

Di supporto alle quotazioni dei credit spread anche le notizie sulle trimestrali. Ad oggi circa 392 aziende dell’S&P500 hanno comunicato i dati del 2013T1 mostrando una buona tenuta dei profitti (+4.5% dell’adjusted earning vs 2012T1) e una percentuale di sorprese positive vicina al 68%, pur di fronte ad un moderato calo delle vendite.

 

L’interesse degli investitori per la carta a spread rimane principalmente guidata dalla ricerca di rendimento, in un contesto di tassi risk free compressi, sulla scia di politiche monetarie molto accomandanti. Confermiamo, in tale contesto, la nostra view moderatamente positiva sul mercato dei corporate bond, con una lieve preferenza per il mercato americano e per gli emittenti che mostrano una maggiore prevedibilità dei flussi di cassa, ribadendo comunque che a nostro avviso gli spazi di performance restano relativamente contenuti in seguito al buon andamento realizzato dal mercato negli ultimi mesi.

 

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