Papageno: in nome dei figli e dei futuri padri
Capita sovente che madri, magari "consigliate" dai loro avvocati o da terze persone, denunciano penalmente gli ex mariti o ex compagni. Le denunce più gettonate: abuso d’impianti di telecomunicazione (telefono), minacce, violenze domestiche e percosse, violenza carnale, coazione e, dulcis in fundo, abusi sessuali su sé stesse e/o sui figli (solitamente in età scolare o puberale). Scopo finale: colpire e danneggiare gli ex, crearsi vantaggi per la causa civile di separazione e divorzio, ma, soprattutto, allontanare i padri dai loro figli (mobbing e alienazione genitoriali).
Di seguito 4 casi reali e verificati
1.
Una madre fa mettere sotto controllo il suo telefono e non risponde (volutamente) alle telefonate dell’ex marito o ex compagno che chiama per poter parlare coi figli: egli chiama ripetutamente perché né lei né i figli rispondono. Preoccupato, il padre chiama e richiama più volte. Scatta la denuncia e il padre viene condannato per abuso d’impianto di telecomunicazione per aver inquietato e importunato i membri del nucleo materno.
2.
Una madre si graffia da sola ed accusa il marito da cui vive separata d’esserne il colpevole; per di più lo accusa di abusi sessuali sui due figli d’età inferiore ai 10 anni. La polizia, scava e accerta che è stata la donna a ferirsi da sola per incolpare il marito ed allontanarlo dai figli. La donna ammette. Il padre viene scagionato anche dalle accuse di abusi sessuali, dubitando che la madre lo abbia anche per questo accusato falsamente.
Il padre, dopo mesi d’inchiesta, durante i quali non ha potuto incontrare i figli, viene scagionato e la madre condannata per la prima falsa accusa per denuncia mendace ad una multa di 200 fr (è questa la pena commisurata al reato per una così grave falsa denuncia??). I figli ancora oggi sono affidati alla madre!!
3.
Una decina d’anni fa, un padre, rientrando dal lavoro, trova sull’uscio di casa la Polizia ad aspettarlo: "Prego, ci segua!" Viene informato che la moglie lo ha denunciato per violenza carnale su sé stessa e gravi abusi sessuali sui figli (sodomia).
Rimane incarcerato per un mese e mezzo! Nel frattempo la madre si trasferisce in Svizzera romanda portando con sé i figli di 5 e 10 anni di età. Dopo anni di inchieste e perizie, il padre viene assolto e risarcito dallo Stato. La madre è stata pure periziata e sono state valutate le sue capacità genitoriali. È stato accertato che ha messo in atto sui figli una gravissima alienazione genitoriale contro il padre, al tal punto che quest’ultimo da 10 anni non riesce ad avere un rapporto coi figli i quali sono ancora convinti di aver subito gravi violenze dal papà (è un fenomeno psicologico studiato e conosciuto). Lo rifiutano, nonostante sia stato accertata la sua totale innocenza. Nel 2006, gli specialisti coinvolti e il procuratore pubblico romandi avevano chiesto insistentemente all’autorità preposta che i figli fossero tolti alla madre e, dopo un graduale percorso in istituto, affidati al padre. Ciononostante i figli sono sempre rimasti affidati alla madre alienante. Dopo numerose decisioni, ricorsi e contro-ricorsi, questa estate un nuovo giudice (una donna!) ha infine imposto ai figli adolescenti, contro la loro volontà, una terapia per ristabilire il loro rapporto col padre, negando l’effetto sospensivo della decisione ad un eventuale ricorso dei minori o della madre. Ricorso che, come al solito, è stato inoltrato dagli avvocati del nucleo materno. La madre è sotto procedimento penale per aver violato il suo dovere d’educazione verso i figli minorenni e per averli esposti a pericoli per il loro sviluppo fisico e psichico (art 219 CPS). I procedimenti civile e penale di questa vicenda sono oramai in corso da circa 10 anni. Tuttavia, mentre i lenti accertamenti del caso procedono, i figli tuttora minorenni inspiegabilmente restano affidati alla "madre". Il terzo figlio, appena raggiunta la maggiore età, ha voluto e potuto cambiare il cognome, da quello del padre (innocente) a quello della madre (colpevole di gravi false denunce e di alienazione genitoriale).
4.
Una madre nel 2008 prende i due figli e parte per la Francia, lasciando il marito e padre dei suoi figli in Ticino. Lo denuncia nel contempo per maltrattamenti fisici e psicologici su di lei e i figli di 2 e 6 anni. Il padre è assolto. Da allora, la donna vive sempre in Francia assieme ai figli che continua ad educare e accudire; trasloca più volte e ha delle relazioni affettive con altri uomini, con cui pure coabita. Nell’estate 2011, l’ennesima denuncia infamante: abusi sessuali sui suoi due figli di 5 e 9 anni, in presenza dei due figli preadolescenti dell’attuale compagna del padre.
Durante l’inchiesta penale tuttora in corso (sono già trascorsi 1 anno e 6 mesi) il padre non ha contatti coi due figli. Di questi giorni la comunicazione di chiusura dell’istruzione penale da parte del procuratore pubblico, in cui prospetta l’emanazione di un decreto di abbandono nei confronti del padre per i reati di minaccia, atti sessuali con un fanciullo, molestie sessuali e violazione del dovere di assistenza o educazione: il decreto di abbandono quando sarà passato in giudicato equivarrà a una decisione finale assolutoria.
Tutelare i figli affidandoli ai padri!
Ora, alla luce di quanto sopra descritto, appare evidente che tali infamanti false denunce non possono e non devono rimanere impunite. Il padre non può continuare ad essere sempre trattato da "presunto colpevole" e la madre da "presunta vittima innocente". L’autorità deve intervenire in modo deciso, adeguato e commisurato alla gravità dei fatti e delle prevedibilissime conseguenze, a tutela dei minori coinvolti, rimuovendo con effetto immediato la custodia dei figli a queste madri e affidandoli, immediatamente o gradualmente, ai padri. Nella pratica, al contrario, tutto procede come se nulla fosse! Le madri restano impunite o punite in modo del tutto inadeguato ed inaccettabile, addirittura le si autorizza a continuare ad "educare e accudire" i figli. Qualcuno vuole farci credere che sia davvero questo il "bene dei figli"? Dove sta il buon senso e la parità di trattamento? I figli sono privati per lunghi mesi dei padri, presunti colpevoli, e i padri dei figli! Invece, alle madri, colpevoli, vengono lasciati in affidamento i figli (con tutti i privilegi ed i diritti che ne conseguono!), senza che qualcuna delle autorità preposte muova un solo dito per porre fine all’opera di devastazione psico-fisico-sociale e spirituale di questi fanciulli, innocenti ed indifesi prima di chiunque altro.
Ai sedicenti tutori del "bene dei minori", una sola e ferma parola: "Vergogna!"
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