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SOCIAL NETWORKCome estorcere le generalità di un blogger

08.10.12 - 09:00
Scenario neanche tanto inverosimile, che descrive i rischi che un blogger può correre quando viene preso di mira dai molestatori del web
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Come estorcere le generalità di un blogger
Scenario neanche tanto inverosimile, che descrive i rischi che un blogger può correre quando viene preso di mira dai molestatori del web

Introduzione
I social network sono ormai divenuti un mezzo di comunicazione di massa, dove si discute di tutto e dove vengono espresse le più disparate opinioni o idee senza per forza dover dare le proprie generalità.  Sono luoghi virtuali solo apparentemente innocui. Insieme e parallelamente allo sviluppo dei social network, hanno proliferato anche i molestatori malintenzionati. Questo vademecum si rivolge proprio a questi ultimi personaggi. Lo scopo primo di questo genere di malintenzionati è dare un nome, e un volto, ad un blogger che reputano antipatico, tentare di fargli abbandonare il blog o, se hanno meno fortuna, indurlo ad un silenzio non sempre scevro di molestie parallele. Il successo non è però sempre garantito. A parte i presupposti e i requisiti che occorrono e che non tutti hanno la possibilità di avere e/o di crearsi, bisogna che la vittima sia disposta ad assecondarvi dopo che avrete scoperto, e possibilmente divulgato, le sue generalità.

Insomma, vediamo cosa deve fare un molestatore per riuscire a estorcere le generalità di un blogger.

La scelta della vittima
Bloggate da diversi anni, vi siete costruiti l’immagine di una persona allegra, gioviale, spensierata e amante del dolce far niente. Avete la tendenza a canzonare i blogger che sono costretti a lavorare, che fanno degli interventi seri o che portano degli argomenti che non sono propriamente "trash". Siete notevolmente infastiditi da due o tre blogger che smontano sistematicamente la personalità effimera che vi siete pazientemente costruiti e che sono riusciti a mettere a nudo i vostri limiti in fatto di cultura e di istruzione. Vi arrabbiate e, magari, avete pure delle crisi isteriche. Non scoraggiatevi, ci sono tutte le premesse per prendervi una giusta e sacrosanta rivincita. Sceglietevene uno e concentratevi su di lui.

Ingredienti
Dovete disporre dei giusti ingredienti. Non tutti sono però indispensabili, tuttavia, più ce ne sono e più aumentano le vostre possibilità di successo.

1)    Tempo - Avete bisogno di molto tempo. Tempo che impiegate a leggere tutti i blog alfine di trovare gli appigli per mettere in atto il vostro piano. Essere nullafacenti, disoccupati, annoiati o perdigiorno, rappresenta una notevole facilitazione.

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2)    Nickname - Avete bisogno di numerosi nick-name, vi saranno utili per dare l’impressione d’avere numerosi alleati. Se malauguratamente verrete bannati, magari anche più volte, avrete sempre un nickname a disposizione e pronto all’uso. Dovete stare molto attenti affinché ogni nick abbia una sua caratteristica e una sua personalità. Più sono diversi tra loro e più sarà difficile smascherarvi. Cercate di non aprire un profilo completo, specie su Tio.ch, eviterete così che qualcuno possa risalire facilmente alle date d’iscrizione o trovare gli ultimi 100 post che avete scritto.

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3)    Complici - Cercatevi dei complici. Personaggi marginali, che mandate avanti in modo da non correre inutili rischi d’essere scoperti e, se succede, pagheranno al posto vostro. Non devono mai mettervi in ombra. Devono essere persone poco istruite e facilmente manipolabili, magari pure un po’ volgarotte.

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Realizzazione
Fase1

In questa fase, la più lunga, dovete catturare l’attenzione della vittima e cercare di innervosirla.
Se esprime critiche sull’islam, voi dovete ribattere con i pregi.
Se esprime il consenso nei confronti dell’energia atomica, spacciatevi per ecologista e naturalista.
Se esprime simpatie politiche verso l’area del centrodestra, dipingetevi come un militante dei centri sociali.
Se discorre di argomenti scientifici, disturbatelo con commenti trash.
Cercate in ogni modo di contraddirlo e provocarlo. Se lui non risponde, insistete, insistete e insistete ancora.
Salvate i post dove vi definisce in maniera poco gradevole o con coloriti epiteti. Conservateli gelosamente. Vi serviranno nella fase 4.

Fase 2
Se durante lo svolgimento della fase 1 non siete riusciti ad ottenere degli indizi sufficienti che possano permettervi di risalire all’identità della vostra vittima, dovete mettere in atto delle azioni più incisive. Usate il suo nickname per iscrivervi a tutti i blog locali in cui non fa ancora parte la vittima. Bloggate spacciandovi per lui. Screditatelo e mettete in dubbio la sua serietà quando scrivete in perfetto stile trash. Create, compratevi o affittatevi un dominio il cui nome corrisponda al nickname della vostra vittima. Importante: fate in modo che venga a conoscenza di questa vostra iniziativa. Direttamente da voi o tramite i vostri complici. Sicuramente avrà delle reazioni che potranno essere usate a vostro vantaggio. Esiste la possibilità che la vittima cambi leggermente il suo nickname originario e si registri su tutti i blog locali per evitare  il ripetersi dell’operazione. Poco male, avete altri mezzi per continuare la vostra azione di persecuzione.

Fase 3
Questa è la fase più delicata.
Dovete cercare di invogliare la vittima a pubblicare elementi che possano rendervi, anche solo indirettamente, riconoscibili.
Sarete costretti ad essere molto scaltri e subdoli ma, se siete arrivati fin qua, significa che non vi riuscirà difficile. Siete degli esperti.
E’ ora di usare un vostro clone dalla personalità piuttosto seria, che ha le potenzialità per catturare l’attenzione e la fiducia della vostra vittima, che fortunatamente, risulta essere contattabile in privato. La vittima ha infatti pubblicato l’indirizzo mail sul suo profilo. Con una scusa qualsiasi prendete contatto con la vittima, offrite la vostra solidarietà per le molestie che sta subendo e fategli credere che siete in grado di fornire informazioni private che, se pubblicate, potrebbero indurre l’importuno a desistere. Non è necessario consigliarlo di pubblicare informazioni che possono identificarvi a chiare lettere. E’ sufficiente fargli pubblicare delle generiche indicazioni, che apparentemente non hanno alcuna relazione con voi ma che, indirettamente, possono far risalire alla vostra identità. L’indicazione di un sito web sarebbe perfetta.
Se riuscite a convincerlo a pubblicare informazioni di questo genere il gioco è fatto.

Fase 4
Preparate ora un messaggio privato. Fate un chiaro riferimento alla possibilità che quanto da lui pubblicato può essere usato per identificarvi e perciò gli epiteti a voi indirizzati nel corso dei lunghi confronti epistolari avvenuti nella fase 1, possono ora essere riferiti non a un blogger anonimo bensì a una persona ben precisa, reale. Proponetegli un incontro a quattr’occhi per chiarire la situazione. Minacciate l’invio di una querela penale nel caso dovesse rifiutare o non rispondere entro una determinata data. Naturalmente, l’indirizzo mail che usate per la comunicazione del vostro messaggio privato, deve essere legato al sito web pubblicato dalla vostra vittima.
E’ molto probabile che la vittima non reagisca alle vostre minacce, passate quindi alla fase 5.

Fase 5
Allestite una bella querela penale e inviatela al Procuratore Pubblico. Non avete bisogno di un avvocato. Assumete il ruolo di vittima ed elencate 3 o 4 degli epiteti più significativi. Se il PP decreta un non luogo a procedere, magari basandosi sul fatto che non è possibile risalire all’identità di un determinato blogger o che non è dimostrabile che gli epiteti siano stati indirizzati direttamente al querelante, non perdetevi d’animo. Inoltrate un ricorso e spiegate che le generalità del blogger sono ottenibili dal portale internet dove sono stati pubblicati i post, perché per iscriversi è obbligatorio dare un numero di cellulare. Elencate pure le motivazioni secondo cui gli epiteti sono stati espressi proprio ai danni del querelante. Non mollate. Scrivete quintali di carta e replicate anche alla presa di posizione del PP. Ci vuole del tempo, impegno e molta pazienza, ma vedrete che la Corte dei reclami penali del Tribunale d’appello, vi asseconderà. Il PP sarà dunque costretto a trasmettere la pratica alla Polizia Cantonale per procedere all’inchiesta. Tocca ora alla vostra vittima cercare di salvaguardare la sua identità.

Fase 6
Per accelerare i tempi ed ottenere anzitempo le sue generalità, potete cercare di circuire l’agente incaricato delle indagini, dichiarando la vostra disponibilità a risolvere la pratica amichevolmente e dicendovi disposto a ritirare la denuncia se la controparte fosse disposta a incontrarvi per chiarire la questione. Sicuramente l’agente, pur di liberarsi dalla vostra assillante insistenza, si prodigherà per organizzare un incontro risolutore. Se la vostra vittima dovesse accettare, presentatevi all’incontro adeguatamente e non abbigliato come un pezzente. Ostentate sicurezza. Non tenete in mano il foglio di carta con i vostri appunti, potreste tradire il vostro nervosismo con il tremore delle mani. Meglio sarebbe lasciarlo sul tavolo. Date l’impressione di voler risolvere la questione ma non perdete mai di vista il vostro obiettivo principale: estorcere le generalità della vostra vittima. Se lui dovesse scoprire le vostre reali intenzioni, è probabile che vi manderà a quel paese. Non rinunciate, sarà sufficiente dire all’agente che non intendete ritirare la denuncia e la pratica continuerà il suo iter. Certo, farete perdere un sacco di tempo sia alla Gendarmeria sia alla Procura, distogliendoli da casi molto più importanti rispetto al vostro futile capriccio, ma fregatevene. Andate avanti.

Fase 7
In questa fase dovete dimostrare una grande pazienza perché non potete fare un granché, la palla è nel campo del vostro avversario.
E’ possibile che la vittima chieda al Procuratore di mantenere l’anonimato per tutta la durata della procedura. State tranquilli, con ogni probabilità, il Procuratore si precipiterà, in poche ore, a respingere la sua richiesta.  Sembra infatti che la legge non tuteli chi è oggetto di una persecuzione come quella che avete architettato voi. Il tempo passa, non perdetevi d’animo, anche se sono passati mesi e mesi dall’inizio di questo vostro piano. Molto probabilmente la Camera dei Ricorsi Penali respingerà il suo ricorso. Quando succederà, l’Agente incaricato delle indagini si precipiterà ad avvisarvi. L’estorsione delle generalità, grazie alle lacune del nostro apparato legislativo, sarà andata a buon fine.
Avrete impiegato più di un anno e mezzo, avrete fatto perdere tempo prezioso agli apparati di Giustizia, ma se farete esattamente come descritto, avrete raggiunto il vostro obiettivo. Volete mettere la soddisfazione di avere, finalmente, il nome e le generalità della vostra vittima?
Certo che se scoprite che non è un personaggio pubblico, che non ha scheletri nell’armadio e che è una persona integerrima e onesta, rimarrete con un pugno di mosche in mano, ma tant’è, avrete comunque soddisfatto la vostra morbosa curiosità e avrete provocato dei fastidi alla vittima di turno. Ora non vi resta che ripetere il vostro giochetto prendendo di mira un altro blogger. Tutto nuovo.

Conclusione
Con questo racconto, tra il serio e il faceto, vorrei esortare i blogger onesti di questo portale, ma non solo di questo portale, a prestare la massima attenzione a cosa scrivono sui blog e con chi intrattengono discussioni. Ci sono delle situazioni che possono essere percepite e usate come campanelli d’allarme per riconoscere situazioni a rischio. Ad ogni modo, l’unico consiglio valido che mi sento di dare, per evitare situazioni come quelle descritte, è di non dare retta a personaggi dediti unicamente alle futilità e alle ripetute e incessanti provocazioni. Se vi capita di imbattervi in personaggi di questo genere, evitateli come la peste. Il loro scopo non è quello di scambiare qualche opinione nel blog.
Il loro unico scopo è quello di avere una vittima da perseguitare, sempre e comunque.

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