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RACCONTI D'ESTATESelva

13.08.12 - 17:00
di Maurizio Rusconi
Keystone
Selva
di Maurizio Rusconi

Si muoveva in quella moltitudine di fusti ed erbacce in maniera vagamente barcollante, poteva apparire simile ad un ubriaco. Però il contesto era tutt'altro che quello, quelle movenze servivano a preservare le energie, già la notte era stata dispendiosa a causa di una fredda ed abbondante pioggia che lo aveva sorpreso lontano dalla sua tana, obbligandolo ad un rifugio d'emergenza sotto arbusti e foglie. L'acqua gli era scivolata addosso per parecchie ore, la posizione embrionale lo aveva mantenuto caldo e relativamente asciutto, il fango inzuppato faceva da contorno a quella scena.

Gli arti inferiori sfioravano il terreno, la terra asciugata, diventando arida e color del legno lo mimetizzavano, l'andatura dolce e delicata non allertava le possibili prede, infatti ecco comparire una lucertola su un tronco, alla vista incominciò ad allungarsi, preparando le giunture, il sangue iniziò a scorrere in tutti i tessuti, gli occhi si spalancarono e la salivazione aumentò pregustando il boccone.

Si avvicinò mascherato dalla sporcizia, con ogni parte del corpo tesa. Piano piano, poi l'accelerazione, uno slancio felino che catapultò le sue estremità su quella che sarebbe stata la sua cena, però la presa non fu precisa e sentì la coda scivolargli via come un anguilla. Osservò il bocconcino sfuggire sulle foglie secche, accompagnato da quel fruscio tipico.

L'indomani altri fattori avrebbero cambiato le sorti delle prede, forse il vento, forse una maggior precisione o magari riusciranno a trovarlo dopo 270 giorni disperso in quella giungla inospitale.

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