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LOCARNORenato Pozzetto: "Quella volta nella vasca con Edwige Fenech"

11.08.12 - 17:17
Il popolare attore italiano salirà questa sera in Piazza Grande dove riceverà l'omaggio del Festival. Oggi ha incontrato il pubblico e si è raccontato ricordando gli esordi con Cochi, Canzonissima e quando Raffaella Carrà li odiava. Alla fine si è pure commosso ricordando Lattuada
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Renato Pozzetto: "Quella volta nella vasca con Edwige Fenech"
Il popolare attore italiano salirà questa sera in Piazza Grande dove riceverà l'omaggio del Festival. Oggi ha incontrato il pubblico e si è raccontato ricordando gli esordi con Cochi, Canzonissima e quando Raffaella Carrà li odiava. Alla fine si è pure commosso ricordando Lattuada

LOCARNO - Sarà lui l'ultimo ospite illustre di questa 65esima edizione del Festival del film di Locarno. Ma non per questo il meno importante. Anzi, è la ciliegina che corona un'edizione caratterizzata da diversi vip e personaggi famosi. Renato Pozzetto  riceverà l'omaggio questa serata del Festival. Lo abbiamo incontrato oggi al Forum dove si è tenuto l'incontro col pubblico. Il direttore artistico Oliver Père lo ha definito uno dei grandi comici italiani e ha ricordato "Oh serafina" e "Io sono fotogenico" film che ha dichiarato di adorare., ecco cosa ci ha detto.

Raccontaci un po' i tuoi primi anni di vita prima di cominciare a fare il comico?
"Sono nato a Milano durante la guerra, poi mio padre durante i bombardamenti ci ha portato a Laveno dove sono rimasto fino ai sei anni. Il Lago Maggiore, e Laveno in particolare, sono i luoghi che mi sono rimasti nel cuore e gli unici in cui mi sento a casa. In seguito mio padre ci ha riportati a Milano, dove tutto é iniziato".

Come hai cominciato la tua carriera con Cochi a Milano?
"Beh, con Cochi eravamo amici di infanzia, e si può dire che siamo cresciuti insieme. Quando eravamo a Milano giravamo alcuni locali frequentati da artisti, dove potevi bere un bicchiere di vino e rimanerci tutta la sera. Mi ricordo che eravamo diventati amici di Piero Manzoni, l'artista concettuale, quello di "Merda d'artista" per intenderci. È lì che, con una chitarra, per goliardia abbiamo cominciato a cantare. Poi c'era anche Lucio Fontana che ci diceva che dovevamo fare il festival di Sanremo". (ride)

Quando é cominciato a diventare un vero lavoro?
"Molto tardi. All'inizio lo facevamo per noi e per i nostri amici. Era la Milano da bere all'epoca, ma in realtà bevevano gli altri; noi non avevamo una lira. Con Jannacci e gli altri avevamo iniziato a lavorare al Derby di Milano. Quello é stato un momento molto creativo per noi. La nostra comicità surreale all'inizio spiazzava, era qualcosa di nuovo, e vedere Dario Fò ridere ai nostri spettacoli era per noi un miracolo".

Da dove é uscita questa comicità surreale?
"Ci é venuta quasi spontaneo, da dentro. Abbiamo scoperto che raccontarci le cose in questo modo ci divertiva tantissimo, anche quando eravamo solo io e Cochi".

Poi siete approdati alla Rai con Canzonissima, come è stato?
"Il nostro modo di essere comici era completamente nuovo e fuori dalle righe. All'inizio in Rai, le prime puntate che abbiamo fatto, si sono un po' 'incazzati'. La Carrà ci odiava, perché aveva in mente solo il "tuca tuca" e non poteva capirci".

Il tuo primo film é stato "Ofelia" ci racconti un po' quel periodo? Come é stata la prima volta davanti la cinepresa?
Mi ricordo che in quel periodo giravamo il film in Spagna e poi il venerdì tornavo per preparare gli spettacoli di Canzonissima. Jannacci e Cochi erano dei lazzaroni e quindi toccava sempre a me inventarmi gli sketch. Con il cinema ho sempre avuto un buon rapporto, fin dall'inizio. Mi piaceva essere preciso e soddisfare le esigenze dei registi, ma questo non escludeva il fatto che potessi essere libero e proporre le mie idee.

Hai lavorato anche con Alberto Lattuada. Che uomo era?
"Ricordo che parlava sempre di alberi, natura e culi. Era convinto che parlare con le piante le aiutasse a crescere più sane e rigogliose, io forse sui culi me ne intendevo di più. (ride) In un suo film dovevo essere circondato di uccelli é passai due mesi prima delle riprese tutti i giorni almeno un'ora in una voliera circondato da tutti questi volatili finché non hanno cominciato a fidarsi di me. (si commuove) Scusate ma ho un ricordo molto tenero, alla fine delle riprese abbiamo liberato tutti gli uccelli in Piazza Duomo e Lattuada si era messo a piangere".

Ci sono stati due film con Adriano Celentano, come é stato recitare con lui?
"Io e Adriano siamo figli dello stesso periodo. Quando facemmo il primo film insieme ci fu subito un buon feeling, in particolare ci trovavamo bene con il nostro linguaggio surreale. Lui a quei tempi era già una star del rock, amato da tutti. Sul set ci siamo sempre rispettati molto, anche se lui arrivava spesso in ritardo, ma non siamo mai diventati amici fuori dall'ambito lavorativo".

Oggi la commedia comica in Italia si sta rivelando un flop, tu cosa ne pensi?
"Secondo me i comici e la comicità sono cambiati molto, d'altronde ogni periodo ha il suo tipo di comicità. Non ho un'idea precisa su questa problematica: Personalmente mi vergogno di aver fatto alcuni film. Per esempio "Le nuove comiche", altri invece mi sono rimasti nel cuore come, e tra questi cito "Il ragazzo di campagna". Secondo me conta solo l'onestà e il rispetto nei confronti del pubblico".

Hai sempre lavorato con donne bellissime, ci racconti qualche aneddoto?
"Mi ricordo che per "La patata bollente" dovevo girare una scena abbastanza spinata con Edwige Fenech in cui eravamo nudi in una vasca da bagno. A un certo punto, mentre giravamo la scena, il tecnico delle luci ha fermato tutto perché non funzionava una lampada. Io a quel punto non potevo uscire dalla vasca per ovvi motivi, allora usci Edwige facendo abbassare l'acqua. Io rimasi lì, con la schiuma che ormai non c'era quasi più e con il tecnico delle luci che mi guardò e disse "certo che l'attore é un lavoro duro".

Pensi che i tuoi film fanno o faranno parte della storia del cinema?
"Questo non lo so, di certo non li ho fatti per questo, però non mi dispiacerebbe che fra trent'anni i ragazzi potessero divertirsi ancora riguardando "Il ragazzo di campagna" o altri.


 

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