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LOCARNOVirgin tales, la verginità soprattutto

09.08.12 - 17:31
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Virgin tales, la verginità soprattutto

LOCARNO - Fra le molte proposte offerte dalla sezione dedicata al cinema svizzero, Appellations Suisse, c'é "Virgin Tales" un documentario della regista Mirjam von Arx. La pellicola mostra la "nuova rivoluzione sessuale" avviata dai cristiani evangelisti: la castità. Aderendo a questo movimento, controtendenza agli usi e costumi della società contemporanea, oggi negli USA una ragazza su otto si impegna a restare "pura" fino al matrimonio. Il documentario si sviluppa seguendo le tappe più importanti della famiglia Wilson, fondatori della Purity Ball, un associazione che va ancora oltre alla semplice castità prima del matrimonio sostenendo che anche il primo bacio va dato sull'altare.

La regista segue le tappe più importanti della famiglia Wilson, sancite da riti, nell'arco di due anni. I sette figli aderiscono attivamente al delirio dei genitori, partecipano ai "balli della purezza" (una sorta di rituale nel quale delle giovani ragazze vergini ballano intorno a una grossa croce di legno, davanti a i loro padri morbosi e invadenti) oppure organizzano lezioni di portamento per essere delle brave mogli e madri. L'autorità del padre non si esprime con la forza, tale é l'indottrinamento impartito ai figli, che anche se "accondiscendenti", fanno trasparire talvolta il loro disagio. È una famglia in cui non esistono dimostrazioni di affetto spontanee ma sempre dei monologhi, dei pubblic speech ripetitivi e più vicini alla sceneggiatura di una serie televisiva che al calore famigliare.
E poi ci sono le frasi che fanno ridere il pubblico del Fevi, come "la tolleranza é motivo divisione" o "é un errore separare lo stato dalla chiesa", e un'infinità di altre idee superate che per noi sono tali, ma per la famiglia Wilson e tutti i gruppi fondamentalisti evidentemente no.
 
Il risultato è un documentario sincero senza l'intenzione di esasperare la realta, che per qualche ragione sembra sfiorare la fiction. Realtà questa, che senza aggiungere niente, racconta la visione di un'America provinciale, bigotta, ignorante e guerrafondaia.

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