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INTERVISTALa vita in bianco di Olivier Père

09.08.12 - 11:57
Lo si vede spesso avvolto in un completo bianco. Un segno inconfondibile di riconoscimento in mezzo a una città maculata di giallo e nero. Una "white attitude" chiamata Olivier Père, il direttore artistico del Festival del film Locarno.
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La vita in bianco di Olivier Père
Lo si vede spesso avvolto in un completo bianco. Un segno inconfondibile di riconoscimento in mezzo a una città maculata di giallo e nero. Una "white attitude" chiamata Olivier Père, il direttore artistico del Festival del film Locarno.

LOCARNO - No white, no Père. Non è proprio così, ma poco ci manca, dal momento che il bianco è un colore molto amato dal direttore artistico del Festival del film Locarno, celebre per i suoi completi candidi.
Le origini di questo amore? Ce le racconta lui stesso:
"Ho cominciato ad indossare completi bianchi a Cannes, quando ero alla direzione della Quinzaines des réalisateurs. Il primo anno ero vestito di nero, il secondo ho optato per il beige per poi passare al bianco. Un colore che è piaciuto moltissimo agli spettatori e alle spettatrici:  vi hanno visto una scelta sorprendente, dal momento che a Cannes indossano tutti uno smocking, con tanto di  papillon rigorosamente nero".

Quali sono stati i commenti?
"Pensavano tutti che, siccome ero alla Quinzaines, volessi rappresentare l'opposto. Non avevano tutti i torti. In fondo il completo bianco è diventato una sorta di contro programmazione, un modo di sottolineare la differenza tra il tappeto rosso della selezione ufficiale,  e la Quinzaines rappresentata da un direttore in bianco".

E' nato un simbolo?
"Sì, e continua a piacere alla gente. In più (e qui si concede un pizzico di vanità) il bianco mi costringe a mantenere la linea e ad essere in forma per il Festival. Il giorno in cui non potrò più vestirmi in bianco, sarò costretto a cambiare politica vestimentaria".

Nella storia del cinema c'è almeno un film che parla esplicitamente del bianco e che rende omaggio alla Francia, sua patria di origine: Tre colori; bianco, rosso blu, di Krzysztof Kieslowski. Quale preferisce di questa trilogia?
Accidenti, mi manca proprio il bianco. Ne riparliamo dopo il Festival.

 

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