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Ad ogni strage torna alla ribalta uno dei quesiti più dibattuti di sempre: armi sì o armi no?
Mentre Barack Obama rende visita alle famiglie delle vittime di Denver, gli americani sottolineano l’importanza della libertà sul porto d’armi. In Europa invece vengono cancellate proiezioni del nuovo film su Batman e viene aumentata la sicurezza nei cinema multisala per paura di emulazioni.
Lo chiamano effetto copycat: la tendenza di alcuni esseri umani a copiare il comportamento dei propri simili, soprattutto in casi legati a omicidi o suicidi. In America esistono 90 armi ogni 100 abitanti, mentre in Svizzera siamo a 56 su 100. Malgrado più della metà della popolazione sia armata, queste ultime sono utilizzate solamente nel 23% dei casi di omicidio o tentato omicidio e nell’11% delle rapine.
Nel 2011 la popolazione bocciò con il 56,3% l’iniziativa che voleva obbligare i soldati fuori servizio a mettere le armi d’ordinanza negli arsenali, inoltre richiedere il permesso per l’acquisto di un’arma è una procedura tutto sommato semplice. Ne possiamo dedurre che nel pacifico e retto animo del popolo elvetico, si nasconda un inconfessato amore per tutte le armi, non solamente per le balestre?
L’anno scorso, parallela all’iniziativa sulla custodia delle armi d’ordinanza, nacque anche quella sulla difesa della propria famiglia per mezzo delle armi. C’è da chiedersi se a Denver il folle omicida James Holmes sarebbe comunque riuscito ad uccidere 12 persone e ferirne 58, se tutti i presenti fossero stati armati.
In Svizzera acquistare e possedere un arma è relativamente semplice, non tanto quanto poterla portare sempre appresso. Sareste favorevoli o contrari a facilitare il porto d’armi nei luoghi pubblici? La violenza si può ombattere con le armi?
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