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LUGANO / MILANO"Cosi Expo 2015 cambierà la vostra vita"

22.06.12 - 14:27
Mancano tre anni all'esposizione universale a Milano. Ed ecco i progetti di Raffaele Nurra, presidente di Expo Village 2015, il comitato organizzatore
Keystone (archivio)
"Cosi Expo 2015 cambierà la vostra vita"
Mancano tre anni all'esposizione universale a Milano. Ed ecco i progetti di Raffaele Nurra, presidente di Expo Village 2015, il comitato organizzatore

LUGANO/ MILANO – Le previsioni: 175 Paesi attesi, 20 milioni di visitatori, centinaia di grandi eventi. A esporre le cifre, nell’aula magna della Ludes di Pazzallo, è Raffaele Nurra, presidente di Expo Village 2015, il comitato organizzatore dell’esposizione universale che si terrà a Milano fra tre anni. È lui a fare il punto della situazione in vista di un appuntamento che agli occhi dell’opinione pubblica, in particolare ticinese, resta ancora avvolto nella nebbia. “C’è confusione attorno al concetto di Expo – dice –. Molti pensano che sia solo una fiera. Non è così. In passato all’Expo si esponevano le principali novità tecnologiche del pianeta. Oggi è un appuntamento che affronta temi universali, un’occasione unica di incontro e di condivisione, un luogo di incontro. Per il pubblico la questione non è più cosa andare a vedere, ma come essere protagonisti attivi di quel momento.”.

Tema scottante - A Milano il tema sarà ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Si parlerà di alimentazione, di nutrizione, di stili di vita, di consumi, di benessere. All’interno dello spazio espositivo si daranno appuntamento grandi nomi come Nestlé, Barilla, Telecom e via dicendo. Marchi che per il cittadino medio appaiono come inarrivabili. Nurra però ne è convinto: tutti, in un modo o nell’altro, possono essere protagonisti. “Ed è per questo motivo che oggi mi trovo a colloquio con un gruppo di studenti universitari – sottolinea –, fanno parte della ‘generazione Expo’. Noi di Expo Village vogliamo che la gente senta Expo 2015 come proprio.  E per questo interroghiamo il territorio su come vuole essere protagonista”.

Poveri artigiani - Per avere uno spazio all’interno del padiglione di Expo 2015 un’azienda sborsa milioni di euro. E allora il dubbio sorge spontaneo: come può il semplice artigiano essere protagonista attivo in un contesto del genere? Nurra è chiaro. “Iniziamo con il coinvolgere istituzioni, giovani, imprese, enti, organizzazioni, scuole e università. Il nostro intento è di creare una rete che ci dia una mano a fare passare il messaggio. Il coinvolgimento delle altre figure arriverà in un secondo tempo. A volte basta fare ragionare la gente su una serie di comportamenti inadeguati. C’è ad esempio chi lascia la luce accesa di continuo, sprecando energia in continuazione e non se ne rende conto. Le ricadute concrete di Expo 2015 sulla collettività sono legate a un lavoro educativo. E a noi spetta il compito di trovare eventi e occasioni che spingano il cittadino a confrontarsi su questioni pratiche, a cambiare atteggiamento e ad assumere un comportamento più virtuoso.

Nuova era – È un dato di fatto: negli ultimi 10 anni la tecnologia ha trasformato il mondo. Quella di Milano, a poche decine di chilometri dal Ticino, è la prima esposizione dell’era moderna.  “E per questo vogliamo costruire una rete che sia in grado di supportare, in pratica e non in teoria, Expo 2015.  L’Expo non è nel 2015, è già iniziata adesso. E sarà un successo nella misura in cui ognuno di noi sarà coinvolto in questa esperienza. L’eredità che Expo 2015 dovrà lasciare al mondo è quella di un uomo migliore”.

Esempi concreti - Poi Nurra cita alcuni esempi concreti legati ai temi in discussione. Come quello della fame nel mondo. “Il riso è il cibo più nutriente. Sembra facile ricorrere agli OGM, modificare il riso, e ottenere riso che ha bisogno di poca acqua. Ma è eticamente corretto fare sperimentazioni sulla pelle della gente?” E poi ancora la questione del costo dell’inquinamento. “Quanto inquino per trasportare delle mele dal Cile alla Svizzera? È un aspetto su cui noi consumatori non riflettiamo mai abbastanza. Eppure tutti noi paghiamo il prezzo, carissimo, di questo inquinamento”. Emerge il concetto di sostenibilità come rappresentazione del livello di disagio che l’uomo è in grado di sopportare. “Parliamo di telefonini: tutti vogliamo telefonare da ovunque. Ma nessuno vuole l’antenna sopra la testa. E allora come si fa? Anche questo è terreno su cui dibattere e cercare soluzioni”.

 

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