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RACCONTI D'ESTATECanetti e tutti i ricordi di Piazza Grande

21.06.12 - 15:00
... e non solo.
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Canetti e tutti i ricordi di Piazza Grande
... e non solo.

Un uomo, il suo fagottino, un vestito riparato con filo di tela yuta che cammina in una polverosa strada di un porto non lontano dal Nostro Ticino, una nave che lo attende per portarlo in un paese lontano...Queste sono le immagini che spesso la mia mente mi mostra, lucide come uno schermo delle moderne televisioni che abbiamo, ci sarà un legame, una sorta di eredità in noi Persone che siamo nate e cresciute nel Ticino.??

CHI SONO

Nato nel non lontano 1969, da famiglia Patrizia di Ronco Sopra Ascona, da sempre attiva nel ramo delle costruzioni, e l'ultima ad avere “bestie” da accudire, e tanta vigna, l'ultima famiglia a produrre il nostrano, quel nostrano che ricordo lasciava sempre il segno nella “chichera dal nono”.( potrei scrivere un libro di ricordi del paese e delle persone ) Elementari in Pluriclasse a Ronco e medie a Losone, apprendista Carpentiere presso una delle maggiori ditte di allora (1982), Diploma federale nel 87 e sempre con una idea fissa in testa, quella di vedere al di là del grande mare, Forse in fondo in fondo c'era già quella chiamata... ( mi ricollegherò in seguito a questo punto ).

Dopo alcuni anni di pratica come carpentiere Qualificato decido di fare anche qualcosa che da sempre mi attirava... il mondo sommerso. Tutto quello che non si vede mi attrae, e inizia una carriera, allora ancora nascosta al mio sapere... ( mi ricollegherò anche qui in seguito ) Dopo una breve esperienza in ditte del Ramo degli scavi e trasporti, al cui mi hanno dato la possibilità di imparare un altra passione d'infanzia... “camion, paker e trax” ( quale bambino non li ha giocati ), nel 90 incontro la persona che sarà la compagna della mia vita, e in futuro, non molto lontano mi darà la cosa più bella della vita... 2 bellissimi figli. Nel 92 la faccio diventare Zucconi, e nello stesso anno una grande nuova avventura, apro la mia Piccola azienda di Carpenteria, in seguito 1 poi 2 e via, I dipendenti si aggiungono, anni che passano in fretta ma che anche qui' ne potrei scrivere un libro grande grande.

Carriera in salita, divento Municipale del mio piccolo comune, in seguito Vice sindaco, Vice comandante dei Locali Pompieri di montagna, carriera sempre in salita, la ditta vuole di più, altri impegni si aggiungono, divento perito d'esame, in seguito Ispettore Cantonale di Tirocinio, e via via

La mia piccola Ditta diventa una società sempre a gestione famigliare, si fa' spazio nel mercato Locarnese e valli, si fa un nome e una posizione. Durante tutto questo tempo la testa, ha sempre funzionato in modo da guardare sempre avanti al futuro ma mai dimenticare il passato. Sempre legato a chi sono e da chi vengo, sempre legato al Ticino, al lago, alla montagna e le valli.

SECONDA VITA

Nel 96, e' l'anno che ha scritto la svolta della mia vita, senza saperlo, la famosa chiamata di vedere oltre il mare... Canada, la prima volta via dal Ticino, ma via... lontano lontano, La compagna della mia vita mi segue sempre nella vita e nelle idee, siamo così simili, simili al punto che nel 98, e sempre durante le vacanze edili Ticinesi, con figli piccoli e tante valige si parte di nuovo, ma questa volta il mare che attraversiamo e più piccolo, solo una bracciata, la Manica, L’Inghilterra è solo sul tragitto, tragitto che ci porta al grande Nord del Isola Britannica, Scozia, Le mitiche Highlands.

Negli anni che seguono i viaggi sono sempre più frequenti, anche qui ne potrei scrivere un libro di quello che ho visto, provato e vissuto. Le Highlands, Questi posti, la gente locale, ha fatto si' che nella mia testa girasse quel “deadlock” e sempre più forte negli anni a venire, fino al 2004 anno in cui...

IL GRANDE CAMBIAMENTO

Il 2004, anno del grande cambiamento, Da 2 anni già mi sono trasferito in quel dei Grigioni. A Roveredo, a un tiro di schioppo dal lavoro, negli anni passati, la ditta, da singola persona si e' sempre via via ingrandita, con ufficio e deposito sempre a Locarno, Ma con centro di lavorazione dei legnami a Quartino, e con un ulteriore ditta in fase di assorbimento da parte nostra ad Arbedo.

Parallelamente alla mia azienda, negli anni passati ( come descritto in precedenza e lasciato in sospeso) Avevo seguito ed imparato, con ogni angolo di passione la subacquea, da tempo oltre alla mia azienda, la famiglia e gli impegni politici, scolastici, dedicavo ogni momento a disposizione per mettere la testa sottacqua nel nostro bel Lago e nel Mare del Nord, ero anche membro di una nota e vecchia società di salvataggio in quel di Brissago ( a cui dedico il mio grado professionale attuale ) Inoltre collaboravo con le uniche due aziende Ufficiali del lago maggiore in ambito di lavori subacquei, fornendo materiali e prestazioni.

Durante gli anni passati nelle Highlands con la famiglia, ho conosciuto persone fantastiche, aperte e sincere, le stesse con un legame unico, sono anche le persone a cui devo questo mio cambio di vita. Nel Gennaio 2004, la grande decisione, durante il nostro soggiorno nella Nostra casa nelle Highlands, decidiamo di accettare la sfida, quella di diventare “moderni emigranti”. In seguito, al nostro ritorno in patria, mi carico di grande coraggio e do' la notizia a chi di dovere, da colleghi a dipendenti, ad amici e a tutta la famiglia, anche qui ne avrei da dire e raccontare.

Nel 2006, dopo due anni duri, da Emigrante, e qui veramente si potrebbe scrivere 100 libri a cercare di spiegare cosa succede dentro di sé, dentro ad una persona, con grandi idee in testa, una famiglia a carico ma che vive lontano dal suo paese, mai nessuno, dico nessuno potrà mai capire il senso di queste parole se non lo ha vissuto con il proprio cuore questo sentimento.

Con chissà quale santo che mi guarda le spalle, riesco ad ottenere una borsa di studio, e una buona partecipazione finanziaria da parte della regione e mi iscrivo alla Accademia professionale per diventare un “commercial Diver”, questo vuol dire il distacco dalla carpenteria per vivere in pieno la passione da bambino, quella passione di tutto quello che e' nascosto  la sotto... Il grande mare.

Voglio ora “tagliare corto”, sennò rischio di annoiare chi dalla parte opposta legge queste righe.

Divento, dopo grandi sacrifici, Commercial Diver, HSE part 1, In parole Ticinesi, chi lo' sa'?, in parole semplici, e' quella persona attaccata a un ombelicale, con tutti quei caschi che sembrano venuti da chissà quale galassia ma che in realtà e' solo un piccolo ticinese che il mare lo attraverserà dal fondo e solo sul fondo. Recentemente, dopo anni di esperienze in tanti mari del mondo, dopo aver visto il mondo da piccolo ticinese, mi sono ritirato ad operare solo nel Mare del Nord, e ho avuto la fortuna di poter mettere piede su una della navi più prestigiose da appoggio ai palombari. Chiamate anche DSV.

I RICORDI DELLA MIA TERRA

Una cosa che appare strana, ma che la si prova in modo a volte dolorosa, a volte con un sorriso fra I denti a volte con soddisfazione di avere preso parte, sono comunque i ricordi, sono veri e forti a volte pare di avere anche I ricordi e la sensazione dei profumi. Non voglio dilungarmi a dismisura in queste già lunghe riflessioni, ma mi concentro in quei pochi km 2 del nostro locarnese, e mi riallaccio al succo di tutto questo, un locale locarnese che rischia la chiusura.

Mi ritengo un emigrante di lusso, solo per il fatto che l'ometto col fagottino che ho descritto all’inizio, era un uomo povero di “soldi” ma con un gran cuore e fede, io, al contrario di lui, ho quello che mi serve, ho una macchina, una casa, cibo e tempi allegri e ho persino SKYPE e internet...

Mi si dirà... Allora, questo cosa centra??. beh il povero ometto partiva, col cuore a pezzi, e vi giuro che il dolore e' lo stesso che io ho provato e che provo ogni volta che le mie visite terminano ed e' giunto il momento di rientrare, ma ad ogni momento posso chiamare, sentire le novità della mia terra, posso sapere che tempo fa' e posso fare una discussione e persino vedere mio figlio, che cresciuto, si e' trasferito in quel del... Ticino. Troppo semplice la vita da moderno emigrato, lo dico e ve lo confermo, in ogni caso in 4 o 5 ore posso essere li, I poveri Ticinesi che emigravano ai tempi, passavano mesi prima che potessero scrivere o farsi scrivere 2 righe...”somm rivaa e schto' benn, chi' le' tuut bell.....” Questo pensiero e parole che ho letto in libri che trattavano il fatto dei Ticinesi emigrati all’estero, mi fa' male, ma non voglio soffermarmi in queste sensazioni e sentimenti che farebbero scrivere fiumi di parole.

Io sono Fortunato, leggo Ticinonline tutti i giorni persino quando sono sulla mia nave, durante I miei turni di lavoro, io so' sempre cosa succede. Loro non lo sapevano...

Come menzionato più sopra, nel 1987 raggiungo il mio sognato e sudato diploma, e poi il mondo quasi nelle mia mani, la patente, e la prima macchina. Da questo punto in poi iniziano le grandi vere esperienze, prima, col “motorinn” si era limitati a pochi km da casa, e sempre che lo stesso mezzo non fosse depositato nella cantina del locale uscere comunale, con la dicitura “ fa' tropp bacann e uu schta' insemm col fil dafer”. Ora, mi si aprivano le porte di orizzonti più lontani, e avrei potuto vedere con i miei occhi, quello che si sentiva dire in giro.

Troppe volte dal paesino si scendeva a Locarno con l'unico giovane del paese che aveva la macchina e la maggior parte delle volte si doveva armarsi di coraggio, gambe e sudore e farsela in su' a piedi, solo per il fatto che ci si accordava per un orario “sass trova dinnanz al canett” o al Jelmoli... ma all’orario stabilito, chi c’era, c’era chi no... uu va' a ca' a pee. Canetti, era uno dei posti che in precedenza, da apprendista, sentivo spesso parlare dai operai anziani della ditta, tutti patiti di scopa e paglia, quella attorno ai fiaschi si intende. Uno in particolare era di casa al Canetti.

Al Canetti capitava di andare a mangiare sul mezzogiorno quando si lavorava in Piazza Grande o nelle immediate vicinanze. Il mio caposquadra aveva per ogni zona il suo ristorante di “appoggio”, e guarda caso, oggi tutti quei locali stanno scomparendo, non parlo di centinaia di anni ne tantomeno di 50 anni fa', parlo degli  inizi anni ‘80. Divenuto indipendente grazie al mio mezzo a 4 ruote, si impara presto a ricordare tutti i luoghi dove c'e' gente, dove la gente si incontra, e dove la gente si ferma, poi c'e' chi si ferma in posti sbagliati e resta fermo... e chi li evita e chi sa' riconoscerli. Io proveniente da famiglia dove fino a che il padre non aveva finito il suo cibo, nessuno si muoveva e la Domenica, era legge incorreggibile e non discutibile di andare a messa, con questa base di educazione, ho fatto la scelta dei posti da e da non frequentare.

Locarno, quella degli inizi 80 aveva come punti di ritrovo per i giovani: La Zingara, dove ci si andava dopo che ci si incontrava di fronte al Jelmoli, ci si incontrava lì perche la strada era larga, e cerano I posteggi di fronte, il primo era l'unico regolare, perche usava il parcheggio Demarcato, tutti gli altri si accostavano e a finestrini giù, ci si parlava, dalla prima alla quinta o più macchina, con il conseguente reclamo da parte dei Cantonali in pattuglia, che ci invitavano a lasciare la strada libera, che poi dopo aver obbedito all’ordine si girava attorno al Kursaal e ci si riparcheggiava nello stesso modo. Il Canetti era un po' fuori portata, ma buono per l'inizio di serata, lo si usava per incontrarci e poi si attraversava solo quei pochi metri di piazza e si imboccava la “schtrecia” che portava al secondo mitico locale dei tempi

L'Angelo, un altro luogo degli anni ‘80. Il Canetti comunque era sempre un luogo magico, ci si trovava sempre qualcuno, a volte forse un po' “fumoso”, ma a ripensarci era così come doveva essere, quei odori, fumi di diversi tipi, dalla dolce Pipa al Toscanello o per finire con le tossiche “parisienne giald”, in quel pacchetto cubico bislungo, senza filtro che al primo tiro ti stroncava I polmoni. Come detto molto sopra, I ricordi, restano in modo visivo e anche in modo “nasale”, posso quasi sentire ancora l'odore di fumo che usciva al momento che si spingeva la porta.

Canetti era luogo per persone un po' anziane, I giovani non lo usavano come si Usava un altro Mitico dei tempi il Grande Topas, con quella scritta tipica degli anni 80, un perfetto quadrato grigio con scritto TOPAS. Comunque tanti erano I mitici locali di Locarno, Tutti concentrati in pochi centinaia di metri, e oggi come oggi ritengo che erano bei locali, si, cerano I piccoli problemi che un giro di giovani creeano, ma erano limitati e si usava avere molto più rispetto per le forze dell’ordine e della gente in particolare. La piazza grande, vista da noi giovani che scendevamo la sera era fatta di tre angoli, Canetti, Cinema Rex e Angelo, poi cera la Posta, quel bellissimo palazzo con le belle arcate, e anche lì punto di incontro di giovani, e come detto in precedenza, la Zingara e il Jelmoli.

Ora, col passare degli anni, a poco a poco i locali chiudono, cambiano faccia, nome, e addirittura non esistono più, ed e' triste vedere questi cambiamenti, (non voglio entrare nel merito di questa discussione, con occhio e cuore di emigrante, che avrei bisogno molto più spazio cartaceo per poter descriverlo), Io credo che come succede a me' e' successo a chi c'era prima di noi, Mi ricordo che durante la mia esperienza come Macchinista, ero chiamato e demolire una bella villa a Orselina e vi erano degli anziani appoggiati alla ringhiera che quasi piangevano e la sera durante l'ora di parco macchina, mi si accostavano mentre ingrassavo la macchina che distruggeva una frazione di quello che faceva parte del loro passato, mi dicevano... “ischto ma le' be' pecaa butala gio'”.

Ecco, ora, leggendo l'articolo che ha innescato queste mie righe, mi comparo a quelle persone, “le' be' pecaa serala su' chel'oschteria”. In questi pochi anni trascorsi tra le mie prime esperienze serali nel centro di Locarno ( 1987 ) al momento che sono partito (2002), ne ho visti moltissimi di cambiamenti, forse dovrei dire NE ABBIAMO visti di cambiamenti, e credo che il ritmo dei cambiamenti che abbiamo assistito, non e' uguale a quello vissuto da quell’anziano che assisteva alla demolizione della villa. Troppi cambiamenti sono avvenuti in questa Locarno, e sembra che in quello che io ricordo a quello che vedo quando rientro per le mie visite, sia come una scala ma con dei gradini mancanti, come paragonare la prima Ford modello T e poi saltare all' elicottero Lama.

Troppi locali Tipici di quel vecchio Ticino sono scomparsi, per carità non voglio tornare al Ticino dove le Bettole servono Vino in “chicher” con la cameriera a zoccolette e vestito che tutti conosciamo, ma quei locali Tipici del passato non troppo lontano, dove si può ancora gustare il tempo che era, I suoni e I rumori, I toni alti dei giocatori incalliti di scopa, che alla fine della mano si beccano per errori o mani giocate male. Ci si potrebbe veramente scrivere un libro su questo tema, Suoni, rumori e odori delle osterie di paese. Ritengo, che il Canetti, e uno degli ultimi ritrovi della piazza, e che tale deve rimanere, tutto il resto menzionato e non nei miei ricordi sopraelencati, non esistono più, o almeno non nella forma o nel nome di allora, certi esistono ancora come struttura ma non come funzione.

Troppi campi da bocce sono stati tolti per fare spazio a sedie e tavolini, ( non per la piazza si intende ) troppe osterie sono state trasformate in Boutiques o Pizzerie, troppi vecchi ritrovi sono scomparsi, Troppi locali tipici e non solo di Locarno, alla morte del “padronn” hanno chiuso e più nessuno e'  interessato alla loro gestione o alla loro riapertura o rinascita vuoi per la mancata clientela, vuoi forse per le nuove leggi in vigore in nome dell’igiene ecc ecc, molti locali vanno si rinnovati, ristrutturati e rimessi in sesto, ma con un po' di passione lo si può fare, non cadiamo sempre nella “cesta” del moderno e della funzionalità, cerchiamo di vivere ancora' un po' nel nostro mondo “giusto”, cerchiamo di non dimenticare chi siamo e perché lo siamo, e se poi vi si ha la fortuna che c'e' la persona che vuole mantenere un locale o uno stabile così come lo abbiamo sempre visto, cerchiamo di sopportarlo e di aiutarlo, e non cediamo sempre e ancora al volere del Soldo, io Vorrei ricordare il Canetti così come lo ricordo e sapere che continua ad esserci, io lo visitero' magari solo una volta l'anno, ma I Locarnesi lo devono poter visitare sempre e viverci I momenti belli, sentire i rumori, i profumi e... non più i fumi, essendo che finalmente anche in Ticino il bando al fumo nei locali ha attaccato per bene.

Da giovani non ci si pensa, ma col passare degli anni, tutte quelle cose che si hanno fatto e vissuto tornano alla mente in modo chiaro, come se fosse ieri, ma il tutto non c'e più, Ora c'e' solo un blocco di cemento o magari un parcheggio o forse una zona residenziale o forse trasformato in negozio di Vestiti Chic??? Proviamo ad immaginare che bella che era Locarno con la centovallina che la attraversava? La Paragono ad Edimburgo, avevano i tram e i Pub, ora hanno solo i Pub e non più i tram, ma si sono accorti che era bello avere anche il tram, Beh Lo stanno ricostruendo.

Pertanto non togliamo tutto il vecchio per far spazio al nuovo, un giorno ci accorgeremo di quello che abbiamo gettato via e che non c'e' più.

Locarno, mantieni tutto quello che era cha hai ancora, sennò un giorno ti mancherà.

 

 

Zucconi Ivan

Nigg- Scottish Highlands.

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