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LUGANO - Forse pochi lo sanno, ma noi ingeriamo aspirina anche attraverso cibi, che pure all'apparenza sembrano risultarne privi. La constatazione è stata fatta, quasi per caso, nell' ambito di una ricerca che aveva altri obiettivi. Ce ne informa il Journal of Clinical Pathology, riferendo i risultati di uno studio condotto in tema di tumori, nel quale erano stati confermati i vantaggi, in larga misura già noti, che l' aspirina può presentare nel combattere un ventaglio di patologie tra le quali l'infarto miocardico, l'ictus e alcuni tumori (quello del colon).
Un punto aveva però colpito i ricercatori: il fatto che l'utilità terapeutica dell'aspirina era stata notata anche in molti soggetti i quali risultavano non avere mai fatto uso di quel farmaco. Come mai? Di qui un approfondimento degli studi sul tema. I risultati: «A proteggerci sono quei salicilati che noi, anche ignari, ingeriamo con svariati alimenti, a cominciare dalle verdure e dalla frutta». Salicilati uguale aspirina, la quale è appunto un Asa (cioè un acido acetilsalicilico).
Una delle sue principali caratteristiche - e forse quella su cui si fa maggior affidamento quando si ricorre a questo farmaco - è che esso rappresenta uno dei più semplici e, però, efficaci analgesici: il massimo dei suoi effetti contro il dolore si manifesta in pochi minuti, con una durata che si prolunga fino a quattro ore. Vale comunque la pena di sottolineare che, in più di cent'anni di studi (l'acido acetilsalicilico è stato individuato da F. Hoffmann nel 1893), l' esatto meccanismo d'azione dell' aspirina ci è tuttora sconosciuto.
