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CINA007 spiava per gli Usa, nuovo scandalo a Pechino

01.06.12 - 17:22
keystone (archivio)
007 spiava per gli Usa, nuovo scandalo a Pechino

PECHINO - Un'altra spy story bollente a Pechino. Un alto funzionario dei servizi di sicurezza cinesi è stato arrestato perché sospettato di spionaggio a favore degli Stati Uniti: si tratta del terzo scandalo a colpire i vertici cinesi in meno di quattro mesi.

Secondo tre fonti concordanti scovate a Hong Kong dall'agenzia Reuters, il funzionario sarebbe un collaboratore di uno dei viceministri del ministero per la sicurezza dello Stato, responsabile dell'intelligence. L'uomo sarebbe stato reclutato anni fa dalla Central Intelligence Agency (Cia) americana e avrebbe fornito agli Usa importanti informazioni sulle attività all'estero degli 007 cinesi. "Il danno è stato massiccio", ha affermato una delle fonti.

Il funzionario sarebbe stato arrestato tra gennaio e marzo. Il nuovo scandalo, come i due precedenti che hanno segnato la primavera del 2012, coinvolge i servizi di sicurezza e il loro capo supremo, il membro del Comitato permanente dell'Ufficio politico (Cpup) Zhou Yongkang, e i rapporti tra Cina e Stati Uniti.

La prima "bomba" è esplosa in febbraio, quando il superpoliziotto Wang Lijun, capo delle forze dell'ordine della metropoli di Chongqing, ha trovato rifugio nel Consolato americano della vicina Chengdu. Wang avrebbe rivelato che il suo ex-protettore, l'ambizioso capo del partito della metropoli, Bo Xilai, aveva cercato di proteggere la moglie, colpevole di aver ordinato l'assassinio del faccendiere britannico Neil Heywood per divergenze d'affari. Dopo aver trascorso 30 ore nel Consolato, che non gli ha concesso asilo politico, Wang si è consegnato alle autorità di Pechino alle quali si ritiene abbia raccontato la stessa storia.

In aprile, è stato annunciato che Bo Xilai era stato destituito da tutte le cariche e che sua moglie Gu Kailai è indagata per omicidio. Uno degli alleati politici di Bo, che puntava ai vertici del potere, era Zhou Yongkang, il capo dei servizi che, secondo alcune fonti, avrebbe cercato di organizzare un colpo di mano militare.

All'inizio di maggio si è poi appreso che il dissidente cieco Chen Guangcheng, ferito durante un'avventurosa fuga dagli arresti domiciliari, si era rifugiato nell'ambasciata americana di Pechino. Il caso si è concluso con la partenza di Chen per gli Usa, dove ha ottenuto una borsa di studio all'Università di New York. Ancora una volta, un colpo per i vertici cinesi e in particolare per i servizi di sicurezza e il loro capo Zhou Yongkang. Ora lo scandalo del funzionario doppiogiochista, la cui scoperta sembra essere il colpo più duro incassato negli ultimi due decenni dall'intelligence di Pechino.

Questa raffica di scandali ai massimi livelli del Partito e dello Stato è tanto più grave in quanto scoppiata a pochi mesi dall'inizio del processo di successione al vertice. Tra l'autunno prossimo, quando si terrà il 18esimo congresso del Partito Comunista, e la primavera del 2013, quando l'Assemblea Nazionale del Popolo ratificherà la struttura del nuovo governo, si ritirerà dalla scena la generazione di dirigenti comunisti capeggiata dal presidente Hu Jintao e gli succederà quella guidata dal suo attuale vice Xi Jinping.

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