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Quando essere a dieta non deve significare privarsi degli alimenti che più si amano
LUGANO - Essere a dieta non deve significare privarsi degli alimenti che più si amano. I primi piatti sono in genere vietati per il loro apporto calorico ed energetico, ma oggi un recente studio evidenzia la differenza tra i diversi tipi di carboidrati: raffinati e integrali.
Numerosi studi osservazionali hanno dimostrato l’esistenza di un’associazione inversa tra consumo di cereali integrali e adiposità, rischio cardiovascolare e rischio di acquisto di peso, probabilmente legato al contenuto di questi cereali in vitamine, minerali, fibre e altri fitocomposti. Tuttavia, ad oggi solo pochi studi d’intervento hanno valutato gli effetti benefici legati al consumo di cereali integrali.
E’ stato valutato l’effetto di un elevato consumo di cereali integrali sul peso e sulla composizione corporea in un gruppo di riferimento (79 donne danesi sovrappeso o obese). Lo studio ha sottoposto le partecipanti, oltre che ad un regime ipocalorico, ad un consumo di cereali integrali o raffinati per un periodo di 12 settimane. Al termine è stata valutata sia la riduzione del peso che la composizione corporea (muscolo, acqua e grasso). Il risultato è che la riduzione della percentuale di massa grassa è stata più elevata in seguito al consumo di cereali integrali (-3,0% contro il -2,1% dato dal consumo di cereali raffinati). Inoltre il consumo di soli cereali raffinati ha determinato un aumento dei livelli di
Colesterolo totale e LDL del 5%, confermando così anche l’effetto cardioprotettivo legato al consumo di cereali integrali evidenziato da altri studi.
Farro, orzo, avena, kamut sono quindi alimenti che dovrebbero essere preferiti a pasta e riso raffinati.
