Papageno: in nome dei padri
Un quotidiano ticinese pubblica il 4 aprile a firma di Sandor Marazza la seguente lettera : "Un assurdo divieto sulle adozioni". Il signor Sandor si riferisce al dibattito sul diritto di adozione delle coppie omosessuali. Affermare "… un bambino è figlio di un padre e una madre per crescere bene ha bisogno di un padre e una madre" è secondo il Marazza un assurdo. Senza mezzi termini conclude: "Quello di cui ha bisogno un bambino per crescere bene e in sicurezza è l’amore di una famiglia – etero o omogenitoriale che sia – e in un contesto giuridico che ne tuteli tutti i diritti". Chissà cosa penserebbero Freud e Jung di tanta tutela del "bene dei figli"? Le "unioni domestiche registrate" (ossia matrimoni tra omosessuali) con figli sono numerose nel nostro paese, afferma il Marazza.
A questo punto sorgono spontanee infinite domande. Cosa si intende per famiglia oggi? Come mai il nostro parlamento si occupa che tanta urgenza dei figli delle lesbiche con figli? Come mai si giustifica questa iniziativa politica affermando che questi figli sono discriminati rispetto a quelli delle coppie eterosessuali?
Ebbene, Papageno replica al Marazza, ai politici e alla società che stanno letteralmente defenestrando padri e famiglie "tradizionali" ponendosi delle domande. Come mai ai figli non viene garantita la bigenitorialità, ossia l’affido congiunto in caso di separazione dei genitori, una questione che concerne il 59,7% delle famiglie ticinesi? Come mai la revisione del diritto tutorio in Ticino che dovrebbe entrare in vigore il 1. gennaio prossimo è stato rinviato al 2018 (!!!) ben sapendo delle gravissime lacune esposte nella perizia Affolter?
Papageno si azzarda anche qualche risposta. Si vuole andare verso una nuclearizzazione della società dove ogni umano viene isolato e omogeneizzato. Le donne procreeranno senza conoscere il maschio (vedi il recente articolo nel Beobachter sulle donne svizzere che si recano nelle cliniche di Spagna per l’inseminazione artificiale); i neonati nasceranno tutti con gli stessi diritti e verranno affidati allo Stato (vedi i massicci investimenti negli asili nido e nelle strutture parascolastiche che permettono alle donne-lavoratrici di posteggiare la prole); i padri – se identificati – manterranno il diritto di finanziare la nuova società vivendo senza donna né figli. Sull’altro fronte lo Stato blocca ogni iniziativa che voglia garantire ai figli di avere un padre, una madre e crescere materialmente e psichicamente in un contesto famigliare (vedi ad esempio la bocciatura dell’iniziativa UDC per la defiscalizzazione di quei genitori che vogliono crescere in casa i propri figli).
Date queste tendenze anche il signor Marazza è già fuori tempo massimo, poiché la famiglia omogenitoriale appartiene oramai al passato.
In futuro mangeremo pane e solitudine, purché i conti tornino. Parola di Papageno.
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