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CALCIOEuro 2012 a rischio a causa della detenzione della Tymoshenko

30.04.12 - 17:58
La crisi sociale in Ucraina potrebbe far sentire il proprio peso negativo anche sui futuri Europei in programma in estate. Il mondo politico è in subbuglio e lo sport non può esserne da meno
Keystone
Euro 2012 a rischio a causa della detenzione della Tymoshenko
La crisi sociale in Ucraina potrebbe far sentire il proprio peso negativo anche sui futuri Europei in programma in estate. Il mondo politico è in subbuglio e lo sport non può esserne da meno
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KIEV (Ucraina) - La UEFA sta seguendo con molta attenzione e con un occhio di riguardo la difficile situazione politica e sociale presente in Ucraina, non escludendo come soluzione finale quella di rinviare gli Europei in programma quest’estate proprio nella nazione dell'ex unione sovietica.

Martin Kallen, direttore operativo dell’UEFA e responsabile in Ucraina dell’organizzazione del torneo, ha affermato che l’unica soluzione possibile sarebbe quella di rinviare la competizione a un altro anno.

Kallen ha ripreso sostanzialmente le idee portate avanti nelle ultime ore dalla cancelliera federale tedesca, Angela Merkel e dal ministro dello sport italiano, Piero Gnudi, in relazione alla vicenda della leader dell'opposizione ucraina Yulia Tymoshenko, in carcere con una condanna a sette anni dopo aver subito un’aggressione.

La cancelliera tedesca ha infatti dichiarato che se la Tymoshenko non verrà liberata prima dell’inizio degli Europei, lei non assisterà a nessuna delle partite che verranno giocate in Ucraina. Sulla stessa linea di pensiero anche il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso: anche lui non si recherà in Ucraina a meno che non vi sia un rapido miglioramento della situazione dei diritti umani.

Preoccupazioni sulle condizioni della Tymoschenko sono state espresse anche dal ministro dello sport Piero Gnudi che ha inoltre dichiarato: “Quando vengono violati i diritti soggettivi e i principi democratici lo sport non può voltarsi dall'altra parte”.

Non sarebbe il primo caso di boicottaggio nel mondo dello sport a causa di questioni politiche e umane:

Nel Calcio:
Europei 1960 - La nazionale della Spagna franchista, nei quarti di finale, si rifiutò di giocare in Unione Sovietica.
Dopo il 1974... - Le nazionali dei Paesi arabi aderenti alla Afc (la Federcalcio asiatica) si rifiutarono di giocare contro la selezione israeliana.
Johan Cruijff - Nel 1978 si rifiutò di giocare il Mondiale di calcio nell'Argentina sottoposta alla dittatura militare dei generali.
Europei 1992 - Non un vero boicottaggio, ma non si può dimenticare l'esclusione della Jugoslavia in seguito agli sviluppi della guerra nei Balcani. Al suo posto fu ammessa la Danimarca, che poi vinse il torneo in Svezia. Fatto reso ancor più incredibile che i giocatori convocati erano già in vacanza.

Ai Giochi Olimpici:
Melbourne 1956 - Olanda, Spagna e Svizzera non parteciparono ai Giochi per protesta contro l'invasione dell'Ungheria da parte dell'Armata Rossa sovietica. L'Egitto, l'Iraq e il Libano non presentarono i loro atleti per protesta contro l'atteggiamento israeliano sulla "Crisi di Suez".
Montreal 1976 - 28 nazioni (tra cui Algeria, Libia e Tunisia) non si presentano in Canada per protesta contro il Cio, che rifiuta di escludere la Nuova Zelanda dopo che gli All Blacks hanno partecipato ad un tour di rugby in Sud Africa. Sia la Cina che Taiwan non gareggiano: nessuno dei due Paesi riconosce la legittimità dell’altro.
Mosca 1980 - 65 nazioni del "blocco occidentale" (come il Canada, la Norvegia e gli USA) non partecipano in risposta all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. Altri Stati protestano in maniera più “soft”: ad esempio l'Italia rinuncia ad inviare atleti appartenenti a gruppi militari e sfila con la bandiera del Comitato Olimpico.
Los Angeles 1984 - L'Unione Sovietica, scottata dall'atteggiamento dei boicottatori delle olimpiadi moscovite, decise di fare altrettanto, decretando la non iscrizione dei paesi aderenti al blocco sovietico alle olimpiadi di Los Angeles. La scelta fu motivata da presunte carenze di garanzia d'incolumità per gli atleti e dirigenti sovietici. Le uniche voci fuori dal coro furono allora quelle della Jugoslavia, della Romania e della Cina.
Seul 1988 - La Corea del Nord (supportata da Cuba, Etiopia e Nicaragua) rinuncia ai Giochi dopo che il Cio non accoglie la richiesta del Paese di ospitare la metà degli eventi.
Atene 2004 - Il judoka iraniano Arash Miresmaeili si fece trovare sovrappeso per la categoria onde evitare di incontrare, nel primo turno del suo torneo, l’israeliano Ehud Vaks.

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