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TICINOSmascherati alcuni centri estetici, ma il Pretore blocca "Patti Chiari"

27.04.12 - 17:37
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Smascherati alcuni centri estetici, ma il Pretore blocca "Patti Chiari"

LUGANO - I centri estetici sotto la lente di Patti chiari. Sono centinaia in Ticino e molti sono riconosciuti dalle casse malati per determinate prestazioni, ma le loro fatturazioni, per usare un eufemismo, non sono sempre trasparenti.
Questo il tema in programma stasera, venerdì 27 aprile, nella trasmissione della RSI dedicata ai diritti dei cittadini e dei consumatori.

L’inchiesta di Patti chiari durata diversi mesi è partita da alcune segnalazioni su presunte irregolarità nella compilazione delle fatture nel settore dei centri estetici. Nel caso specifico alcuni trattamenti estetici non riconosciuti dalle casse malati e proposti come metodi di dimagrimento verrebbero fatturati in modo da poter essere rimborsati dall’assicurazione malattia.
In sostanza ai pazienti verrebbero proposti trattamenti dimagranti con infrarossi, radiofrequenza, ultrasuoni e altri macchinari che le casse malati non prendono a carico, ma sulla fattura verrebbe fatto figurare un trattamento riconosciuto dalle prestazioni complementari di molte casse malati e rimborsato agli assicurati.
La redazione ha indagato e ha sottoposto ad un test alcuni centri estetici ticinesi. Un terzo ha emesso fatture non corrispondenti alle prestazioni erogate, dichiarando prestazioni mai effettuate. Nel corso della trasmissione Patti chiari avrebbe voluto rendere noti i dettagli dell’inchiesta e soprattutto i nomi dei centri che si erano prestati all’inganno.

Tuttavia, uno dei due servizi previsti è però stato oggetto di due decisioni cautelari, emesse dal pretore di Lugano su richiesta di altrettanti istituti estetici coinvolti nell’inchiesta, che non permette di mandare in onda il servizio nella forma in cui è stato realizzato.

Di fatto, la sentenza del pretore afferma che l’interesse all’informazione non giustifica la diffusione dei nomi, in quanto costituirebbe una lesione dei diritti delle persone ritenuta grave.

“L’inchiesta in questione torna a evidenziare un fenomeno tutt’altro che marginale - spiegano dalla RSI - considerato il caso clamoroso delle false fatturazioni nelle farmacie che ha portato, nel febbraio scorso, alla condanna di tre farmacisti per truffa nei confronti delle casse malati. La RSI rispetta l’ordine del pretore ma si riserva di utilizzare tutti gli strumenti legali per poter far fronte adeguatamente al suo dovere di informazione del pubblico.”
 

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