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CALCIOIl Bellinzona ha l'uomo in più: Dio

26.04.12 - 07:11
Parliamo di calcio con Padre Callisto, ma di hockey no, l'Ambrì dovrà arrangiarsi con le sole forze umane
FL
Il Bellinzona ha l'uomo in più: Dio
Parliamo di calcio con Padre Callisto, ma di hockey no, l'Ambrì dovrà arrangiarsi con le sole forze umane
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BELLINZONA – Nell’agguerrita volata per la promozione in Super League, il Bellinzona si è dotato di un’arma speciale, divina se si può dire così. Un po’ in sordina, forse per non stimolare emuli presso le società avversarie, l’ACB ha portato nel proprio Consiglio d’Amministrazione Padre Callisto Caldelari. Certo, tra le difficoltà nel realizzare il nuovo stadio, gli scandali legati alle scommesse che hanno coinvolto alcuni suoi ex-giocatori e, soprattutto, l’aspra concorrenza per la risalita in A, una mano di Dio (di quello vero, non di Maradona) può solo fare comodo.

Ma cosa ci fa di preciso un frate in una squadra di calcio? Nell’edizione odierna se l’è chiesto la Gazzetta dello Sport, che nel suo servizio sul Bellinzona ha pure pubblicato una bella foto di Padre Callisto con la maglia granata. Noi siamo andati a chiederlo proprio a lui.

Padre Callisto Caldelari, ora che il Bellinzona può beneficiare delle sue preghiere, la promozione è assicurata…
“(ride) No, Dio ha altro da fare… Il Bellinzona vince se gioca a dovere, non con le preghiere”.

Allora lei di cosa si occupa all’interno della squadra?
“Io di calcio capisco poco, faccio solo delle lezioni di etica ai giocatori e al comitato. Per il resto non ho le competenze”.

Perché è entrato nel Consiglio di Amministrazione? In che modo ne influenzerà le scelte?
“Il presidente Giulini ha voluto mettere nel CdA tutti quelli che hanno un ruolo nella squadra. Il mio ruolo è quello di insegnare l'etica, cioè di insegnare a comportarsi bene".

Di cosa parla? Scommesse, doping...
"Esattamente".

E i giocatori vengono a consultarsi da lei?
"No, per ora abbiamo fatto delle riunioni tutti insieme in cui io ho parlato di questi problemi. Non è che il singolo giocatore venga da me".

Il giocatore viene magari a confessarsi dopo una simulazione o altri peccatucci simili?
"No, no, assolutamente".

Dall’esterno il mondo del calcio sembra molto malato. Lei come lo giudica?
"Certe manifestazioni sono un degrado, non è più sport ma antisport. Fortunatamente il Bellinzona per il momento è esente da questi fenomeni. Proprio per questo Giulini vuole dare ai giocatori una formazione etica, morale e umana, diciamo così".

I giocatori reagiscono bene?
"Sì, sono molto attenti".

Lei va a controllare se si comportano bene durante le partite?
"Quando posso vado, ma a vedere la partita, non a giudicare i giocatori. Solo che il Bellinzona, come tutte le squadre, gioca o al sabato o alla domenica, proprio i giorni in cui sono più impegnato con la parrocchia".

Cosa pensa di coloro che esibiscono la propria fede in campo, come Kakà per esempio?
"Buono, lo valuto positivamente. È una manifestazione del loro intimo, della loro positività. La manifestazione religiosa è libera e ognuno deve essere libero di farlo".

Nel Bellinzona ci sono anche giocatori musulmani. Come reagiscono alle sue lezioni?
"Sì, ce ne sono, ma l'etica che io insegno ai giocatori è un'etica di carattere generale. Perché rubare o truccare non è lecito nemmeno ai musulmani. Io non faccio una cosa religiosa, parlo di problemi etici e di comportamento qui nella nostra realtà. E in genere ascoltano tutti”.

Con quali calciatori ha il rapporto migliore?
"Mah, con tutti. Poi fra questi giocatori ce ne sono alcuni, pochi, proprio di Bellinzona e questi mi conoscevano già da ragazzi, quindi c'è un rapporto più stretto".

Lei segue l’hockey? Anche l’Ambrì avrebbe bisogno di una mano dal cielo…
"(ride) No, sinceramente non lo seguo".

Ci sono altre squadre ticinesi che si sono mostrate interessate ai suoi corsi?
"No, stento già a fare quello che devo fare per l'ACB, per carità!".

Per concludere, allora quest’anno il Bellinzona sarà promosso?
"Non credo, sarà dura. Se sale in serie A sarà solo per disgrazie altrui".

E il nuovo stadio, quando vedrà la luce?
"La problematica del nuovo stadio non la conosco. Ho chiesto qualcosa a Giulini che ha detto che mi avrebbe informato, ma è da pochissimo che sono nel CdA, non conosco abbastanza bene la problematica per esprimermi".

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