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CALCIOGenoa: Marassi a porte chiuse per due giornate

23.04.12 - 18:35
La squadra del Presidente Preziosi dovrà affrontare le partite contro Cagliari e Palermo senza il sostegno dei propri tifosi. Così ha deciso il giudice sportivo dopo gli episodi di ieri
Keystone
Genoa: Marassi a porte chiuse per due giornate
La squadra del Presidente Preziosi dovrà affrontare le partite contro Cagliari e Palermo senza il sostegno dei propri tifosi. Così ha deciso il giudice sportivo dopo gli episodi di ieri
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GENOVA (Italia) - Il Genoa disputerà le prossime due partite casalinghe contro Cagliari e Palermo a porte chiuse. Questa è la decisione del giudice sportivo a seguito dei fatti accaduti ieri al Marassi durante la gara con il Siena, dove una sessantina di facinorosi hanno costretto l'arbitro a far sospendere la partita, imponendo ai giocatori rossoblu di togliersi le maglie, anche se Fabrizio Fileni, capo-ultras che ha parlato con Sculli durante la sospensione della partita, chiarisce: "Non abbiamo obbligato i giocatori a togliersi la maglia, glielo abbiamo chiesto perché la stavano disonorando".

La questura sta ancora analizzando i filmati della telecamere interne allo stadio, ma anche le immagini televisive che mostrano i protagonisti delle violenze e le fotografie sui giornali e i siti internet. Tra i reati ipotizzati, oltre a quello di interruzione di una manifestazione pubblica, ci sono il lancio di oggetti pericolosi, la violenza e le minacce nei confronti degli steward in servizio all'interno dell'impianto sportivo e lo scavalcamento delle recinzioni dello stadio.

Questo il pensiero del presidente dei Grifoni, Enrico Preziosi: "Ieri si è usato il buon senso perchè non accadesse qualcosa di peggio, tiravano bombe carta in campo. Ho solo detto che se le maglie da dare ai tifosi sarebbero state sostituite da altre maglie, le avremmo regalate per far stare tutti tranquilli. Questi vanno in trasferta a difendere le maglie salvo poi chiederle per umiliare i giocatori. Il problema è perchè 60 persone riescono a entrare e rischiare di fare invasione di campo: sono tutti tifosi riconoscibili, non vogliamo più assistere a spettacoli di questo tipo. Non c'è la cultura dello sport, ma del tifo. Ci sono foto, si possono individuare, so di rischiare. Ci si chiede se conviene continuare a investire in un mondo in cui ci sono queste persone. È evidente che ci si senta così impotenti di fronte a un certo spettacolo e riesci a fatica a dire ai giocatori 'andiamo avanti' e ai tifosi buoni 'ce la faremo' perché lo spettacolo di ieri ha depresso gli animi. Devo riflettere se vale ancora la pena continuare. Laddove ci sarà una risposta, le mie idee cambieranno. Se questo è il clima noi preferiremo giocare in un altro stadio, dispiacendomi per quelli che hanno pagato l'abbonamento". (ITM)

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