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LONDRA 2012Coe: "Abbiamo ancora una montagna di lavoro davanti a noi"

18.04.12 - 06:34
Il presidente del comitato d'organizzazione dei Giochi Olimpici di Londra stima che a cento giorni dalla cerimonia d'apertura, il lavoro più duro è ancora da fare per i suoi uomini
Keystone
Coe: "Abbiamo ancora una montagna di lavoro davanti a noi"
Il presidente del comitato d'organizzazione dei Giochi Olimpici di Londra stima che a cento giorni dalla cerimonia d'apertura, il lavoro più duro è ancora da fare per i suoi uomini
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LONDRA (Inghilterra) – Mercoledì 18 aprile sarà tagliato il traguardo dei meno 100 giorni dall'inizio delle Olimpiadi estive di Londra 2012 e nella capitale inglese sembrerebbe essere tutto pronto, anche se non è proprio così per il presidente del comitato d’organizzazione dei Giochi Olimpici di Londra (LOCOG) Sebastian Coe. Egli infatti stima che a cento giorni dalla cerimonia d’apertura, il lavoro più duro è ancora da fare per le sue truppe. A Mosca si è indirizzato ai rappresentanti di 204 comitati nazionali olimpici riuniti in assemblea generale e ha insistito sulla necessità di fare dei giochi una festa, e non un evento di sicurezza. Il motto di questi giochi è:  coraggio, determinazione, ispirazione e uguaglianza.

A 100 giorni dall’apertura dei giochi di Londra quali sono ancora le sfide che vi aspettano?
“Sono innumerevoli. Dobbiamo lavorare più duramente e più velocemente rispetto a quello abbiamo fatto finora su questo progetto e sarà il lavoro che verrà prossimamente che farà la differenza. Non sono compiacente, abbiamo ancora una montagna di lavoro davanti a noi, soprattutto per ciò che concerne la messa a punto delle installazioni sportive provvisorie”.

La sicurezza e i trasporti sembrano il principale soggetto di preoccupazione…
“Le misure di sicurezza non devono essere ingombranti né per gli spettatori, né per gli atleti delle Olimpiadi. I Giochi Olimpici devono restare l’evento sportivo più importante del mondo, con le misure di sicurezza in secondo piano e non un evento di sicurezza con un po’ di sport. Mi piacerebbe che le persone sentissero che sono venute a una festa e sono convinto che riusciremo a trovare questo equilibrio”.

E per quanto riguarda i trasporti?
“La difficoltà di questi Giochi sarà quella di far coesistere la popolazione che vive e lavora a Londra, con atleti, ufficiali, spettatori e stampa, che saranno presenti per i Giochi e che dovranno spostarsi da una zona all’altra. L’interazione tra questi due tipi di popolazione è un problema, per questo abbiamo già lanciato delle campagne di sensibilizzazione indirizzate ai londinesi. Bisogna evitare ogni tipo di incidente, anche che un atleta, che ha lavorato quattro anni per questo appuntamento, arriva in ritardo alla sua competizione. È la nostra prima missione”.

A Mosca il presidente del CIO Jacques Rogge ha una volta in più spinto per una padronanza totale della dimensione e dei costi delle Olimpiadi. E per Londra? Alcuni deputati britannici si sono recentemente inquietati dell’esplosione del budget pubblico…
”Lo ripeto, il nostro budget pubblico non sarà superato. I giochi Olimpici estivi sono di una complessità fuori dal comune. Il presidente ha ragione a volere che esse non siano accessibili solo a una manciata di paesi, ma credo che quelli di Londra segneranno una tappa importante in questa direzione. Il 70% degli eventi si svolgeranno in impianti già esistenti”.

Insistete spesso sul patrimonio che lasceranno i Giochi di Londra…
“È diventato indispensabile per il movimento olimpico che una città ospite lasci un patrimonio e che i Giochi non siano un evento di 15 giorni. Nel nostro caso il 75% dei 15 miliardi di sterline (22 miliardi di franchi), spesi per la costruzione delle installazioni e per la modernizzazione delle infrastrutture in vista delle Olimpiadi del 2012, hanno un impatto diretto sulla rigenerazione dell’est londinese. Ci sono dei piani precisi per la maggior parte dei nostri siti olimpici. Per noi è importante creare delle installazioni che le persone e gli abitanti di Londra non vengano solo ad ammirare, bensì che le utilizzino per fare dello sport”.

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