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SVIZZERAMa cos'è cambiato?

01.03.12 - 15:00
"I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci" Martin Luther King
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Ma cos'è cambiato?
"I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci" Martin Luther King

Ricordo quando, da piccola, i miei genitori mi mostravano le loro vecchie foto scattate a Vacallo in cui, nonostante il colore bianco e nero, risaltava la natura circostante. Le foto di oggi, sembrano tutte in bianco e nero perché di verde attorno a noi non ce n’è più.

Ricordo che si andava a scuola a piedi, da soli. Oggi i genitori accompagnano i bambini con l’auto per paura che gli accada qualcosa sul tragitto casa-scuola.

Ricordo che dopo la scuola si correva beati verso il parco giochi perché Vacallo ne ha uno davvero bello. Oggi i bambini corrono a casa davanti alla TV o ai video giochi perché i parchi comunali sembrano poco sicuri o poco attrezzati.

Ricordo che avevamo già i videogiochi ma nulla ci impediva di giocare in cortile assieme a tutti gli amichetti del palazzo. Ogni tanto sbucava la testa di qualche mamma, dalla finestra, per verificare che tutto funzionasse o per darci la merenda: pane e cioccolato. Che delizia!

E che fortuna aver avuto accanto la mamma durante la crescita. Oggi sembra un’utopia pensare di fare famiglia e poter crescere i propri figli senza dover lavorare in due.

Ricordo che se mi ammalavo i miei genitori mi curavano con i classici rimedi: latte e miele oppure un fazzoletto imbevuto di grappa da appoggiare sulla gola, ottimi contro la tosse. Lo faccio ancora adesso. Oggi quando qualcuno non sta bene, va direttamente al pronto soccorso o perché non ha altre possibilità o perché la farmacia non è in grado di aiutarlo o perché il medico curante ha l’agenda piena o semplicemente perché quando ci si spaventa, è normale cercare un luogo rassicurante.

Il pronto soccorso ha un ruolo molto importante: deve poter far fronte a qualsiasi situazione d’urgenza. Chiaramente ci sono delle regole che gli infermieri sono tenuti a seguire per gestire le sale d’attesa e tra queste ci sono i codici che, in base al colore, determinano un tempo di attesa. Sfido chiunque ad attendere 5 o 6 ore per una visita in pronto soccorso ed è proprio in queste circostanze che mi convinco sempre di più che il ruolo del medico di famiglia è fondamentale.

Una volta scelto il medico di fiducia, non sarà necessario raccontargli tutta la propria vita ad ogni visita e questo sarà già un gran risparmio sia di tempo che di denaro. Ci lamentiamo in continuazione per i costi della sanità, forse è ora di prendere in mano la situazione. I premi delle casse malati sono altissimi e chi li paga, pretende un servizio efficiente, ovviamente.

Siamo in un periodo di crisi. Ogni spesa superflua, e non, pesa sui bilanci delle famiglie di basso e medio ceto. Ecco perché la cassa cantonale, i cui premi saranno calcolati in base al reddito, potrebbe essere un buon inizio. Questo non significa che i ricchi dovranno mantenere i poveri. Basterà stabilire un limite ragionevole per chi supera un certo reddito così che nessuno sia penalizzato. Anzi, a questo punto tutti dovranno pagare i premi. Questa sarebbe un’ottima soluzione per evitare di far lievitare ogni anno i nostri premi delle casse malati!

Mi sono un po’ dilungata su ciò che concerne la sanità perché mi sta molto a cuore, ma in ogni mio "ricordo" c’è una tematica che mi interessa affrontare perché, ripensando al passato, continuo a domandarmi: ma cos’è cambiato?

 

Mara Grisoni

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