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SVIZZERAFederali: il nuovo centro divide la stampa

24.10.11 - 09:35
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Federali: il nuovo centro divide la stampa

BERNA - I successi di Verdi liberali (VL) e Partito borghese democratico (PBD) alle elezioni federali suscitano due diversi tipi di commento sulla stampa svizzero tedesca. Taluni ritengono che queste nuove formazioni conferiranno dinamismo alla vita politica, altri sottolineano invece la loro mancanza di profilo. Per i quotidiani romandi la polarizzazione si è indebolita.

Le ricette dei partiti di governo non funzionano più, rileva la "Berner Zeitung". Chi vuole sedurre l'elettore deve presentare posizioni comprensibili sui temi fondamentali, indica il quotidiano della capitale federale.

Per l'altro giornale bernese, "Der Bund", le vittorie di Verdi liberali e PBD dimostrano il bisogno di un centro sicuro di sé. Il successo delle due nuove formazioni può eventualmente incitare politici moderati a cambiare partito al fine di impegnarsi per convinzioni pragmatiche.

Il centro non solo è stato rafforzato da PBD e VL, ma acquisterà pure vivacità, sottolinea la "St. Galler Tagblatt". Per la "Neue Zürcher Zeitung" (NZZ), "gli elettori hanno voluto soffiare aria fresca sotto la Cupola federale". E ciò non può che far bene dopo una legislatura incrostata, rileva il quotidiano zurighese. "Il centro ha sì vinto e la coalizione dei partiti al potere ha vacillato, ma non è caduta".

Per la "Südostschweiz", le elezioni federali non renderanno la vita politica più semplice a Berna. La ressa è diventata ancor più grande al centro, osserva il giornale.

La "Neue Luzerner Zeitung" si mostra invece più critica verso il successo elettorale dei piccoli partiti. Avido di novità pragmatiche, l'elettore ha accordato i suoi favori alle nuove formazioni di centro, premiando per esempio i Verdi liberali, un partito senza un vero programma, indica il foglio lucernese.

La "Basler Zeitung" ostenta ancor più durezza nei confronti dei "nuovi arrivati", ritenendo che tali partiti potrebbero sparire dallo scacchiere politico tanto rapidamente quanto sono apparsi. Il quotidiano basilese prende di mira soprattutto il PBD, il cui unico scopo sembra consistere nell'incensare la sua consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf.

Le perdite dell'UDC sono pure analizzate da vari organi di stampa. A Zurigo, il "Tages-Anzeiger" ritiene che il calo del primo partito svizzero "farà del bene" sia alla formazione di Brunner che ai suoi avversari.

Secondo il "Blick", Christoph Blocher è responsabile del risultato negativo dell'UDC. Questi si è fatto distanziare al Consiglio degli Stati ed è arrivato soltanto al secondo posto al Nazionale, dietro alla sua collega di partito Natalie Rickli. Per il popolare giornale zurighese, il "vecchio uomo" non è più il numero uno nel suo cantone.

La stampa svizzero tedesca non si azzarda a disegnare i contorni del futuro Consiglio federale dopo l'elezione del 14 dicembre. Per la "Basler Zeitung", la frammentazione del centro è una cattiva notizia, che condurrà a maggiore instabilità.

Nonostante il suo arretramento, il secondo seggio reclamato dall'UDC non è a priori contestato. Diversi commentatori auspicano che il calo di consensi faccia diventare i democentristi un po' più docili, consensuali e disposti a presentare candidati che diano prova di collegialità. Per il "Bund", la formazione di Christoph Blocher deve adottare un tono più moderato con gli altri partiti.

La "NZZ" ritiene tuttavia che i partiti che si collocano tra il PS e l'UDC debbano accontentarsi di tre seggi. Il successo del PBD non cambia nulla al fatto che questa formazione pesi ancora troppo poco per governare. Ci sono sempre troppi pretendenti per il numero di seggi da ripartire.

La "Neue Luzerner Zeitung" evidenzia la situazione scomoda del PLR: il partito di Fulvio Pelli deve chiedersi se sostiene un ritorno alla concordanza puramente aritmetica, con due UDC, o se preferisce salvare i suoi due consiglieri federali.

Per la "Südostschweiz", Eveline Widmer-Schlumpf mantiene intatte tutte le sue chance. Gli elettori di Verdi liberali e PBD vogliono che il Consiglio federale sia composto in funzione di criteri politici.

"Nuova era" per la stampa romanda

Il calo dell'Unione democratica di centro alle elezioni federali costituisce una svolta per la stampa romanda. Il rafforzamento del centro renderà più fragile il sistema politico e peserà sull'elezione del Consiglio federale del 14 dicembre, considerano oggi vari editorialisti.

La Svizzera entra in una "nuova era, tanto multipolare quanto indecisa", analizza "24 Heures". Secondo il quotidiano vodese, l'UDC paga "la sua mancanza di credito negli esecutivi e il suo ruolo di contestatore permanente".

Una "severa battuta d'arresto" è stata data all'UDC, scrive "Le Temps". Il giornale ritiene che "il partito rimanda all'immagine di una destra dura nel momento in cui il paese capisce che occorre trovare soluzioni al centro per fare fronte a una situazione economica che si annuncia sempre più difficile e incerta".

Il calo dell'UDC riflette una certa stanchezza di una parte degli Svizzeri in particolare a fronte di un discorso "monomaniaco" che tende a privilegiare i problemi della sicurezza, scrive dal canto suo "Le Matin".

L'UDC perde molto di più di quanto guadagna il PBD, analizza "Le Quotidien Jurassien". Il voto mostra che le aspirazioni del paese "cominciano a scostarsi dalle paure primarie agitate dalla destra nazionalista" per rivolgersi alle reali preoccupazioni del paese in materia economica, sociale e ambientale.

La vera redistribuzione delle carte si è svolta al centro. Una buona parte della stampa romanda mette in evidenza il colpo inferto alla bipolarizzazione che ha contraddistinto la politica da una decina di anni a questa parte.

Per "La Tribune de Genève", la spettacolare avanzata di PBD e Verdi liberali ha "fatto esplodere il centro dello scacchiere politico". Questa svolta significa in primis che gli Svizzeri non hanno più fiducia nei partiti tradizionali.

In Parlamento, il centro-destra si rafforza "nell'addizione delle sue divisioni", sottolinea "La Liberté", per la quale questa frammentazione complicherà in modo incontestabile la ricerca di maggioranze parlamentari.

Il successo inatteso di Verdi liberali e PBD dovrebbe provocare un elettroshock presso i partiti di governo, giudica "Le Matin". Da parte sua, "24 Heures" ricorda che gli "elefanti" - i presidenti dei quattro partiti principali - hanno reagito "un po' indispettiti e da cattivi perdenti" criticando "l'effetto di moda" che ha fatto votare per le nuove formazioni.

"Un vento fresco sotto la Cupola", riassume il "Nouvelliste", per il quale il risultato delle elezioni "non indebolisce affatto la destra federale". Per il quotidiano vallesano, lo spezzettamento del centro rafforzerà la ricerca del consenso "e può persino favorire l'emergere di una nuova forma di concordanza".

Gli editorialisti speculano anche sull'impatto che queste elezioni potranno avere sul rinnovo del Consiglio federale. La pretesa dell'UDC di ottenere un secondo seggio si affievolisce, scrive "Le Quotidien jurassien". Inoltre, questa prospettiva minaccia direttamente uno dei due ministri del PLR.

"La Liberté" si entusiasma per l'elezione al primo turno del socialista friburghese Alain Berset agli Stati. Il primo passo verso la sua entrata in governo è perfettamente riuscito, si rallegra il quotidiano di Friburgo, precisando che l'elezione del Consiglio federale promette di essere un "esercizio di funamboli".

Per "La Tribune de Genève", invece, è giunto il momento di trovare una formula magica per tale elezione. Secondo "Le Matin", questo Parlamento dovrà dar sfoggio di una grande saggezza per formare maggioranze. "Il grande mercanteggiamento sta per iniziare", conclude il popolare giornale romando.

ATS


 

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