Cerca e trova immobili

TICINODa Paterfamilias a Zimbellusfamilias

03.10.11 - 11:30
Papageno: in nome dei padri
Keystone
Da Paterfamilias a Zimbellusfamilias
Papageno: in nome dei padri

Il diritto di famiglia con il divorzio, oltre ad aver ratificato l’instabilità e provvisorietà della famiglia, ha confermato la reversibilità e precarietà del matrimonio che, come ricorda la parola, indica i diritti della madre, mentre la parola patrimonio riguarda l’amministrazione delle risorse economiche. Infatti, al padre separato questo solo rimane, i doveri cioè di dividere i propri guadagni, le proprie risorse economiche, versare alimenti, alle volte perfino a vita. Dall’antico Paterfamilias al post-modernissimo Zimbellusfamilias. A noi non sembra un gran passaggio. Occorrerebbe, in primis, abolire il "castigo della separazione" inflitto al padre, specialmente quando appartenente alla sempre più folta schiera di padri "non affidatari", in altre parole che non hanno più diritto di coabitare con i propri figli e di occuparsene, perché allontanati dalla ex partner ed estromessi dal diritto.

A separazione avvenuta, con il puntello della legge, i figli figurano di fatto appartenere e rispondere esclusivamente alle esigenze ed ai principi, più o meno presenti, della madre che, appunto, grazie al diritto riceve affidamento e custodia esclusiva della prole, di norma senza che i figli siano ascoltati a questo primo stadio della separazione.

A questo riguardo, d’estrema importanza dovrebbe essere la conoscenza dell’ambiente casalingo della madre separata, considerato l’affidamento d’ufficio dei figli nel 95% dei casi, in modo particolare quando questa inizi già da subito a convivere con un nuovo uomo che non è il padre. Madre, padre e, successivamente anche i figli (il nuovo diritto lo impone al Pretore), sono "ascoltati", non di rado i genitori "periziati", il nuovo convivente della madre e dei figli, colui che trascorre coi bambini più tempo del padre, è invece regolarmente "scordato". Ci piace pensare ed affermare che i figli sono il frutto dell’amore, non di uno solo, ma di due genitori.

A noi moderni, l’amore fatto di emozioni piacevoli ma effimere, di sentimenti che non durano più di tanto, appare oggi come il più "naturale": con il termine "natura" tuttavia ci si riferisce all’istinto, all’impulsività, mentre l’amore dovrebbe invece essere istinto e cultura insieme. La possibilità di amare, e di continuare a farlo, dovrebbe accordarsi e configurarsi attorno alle basi etiche e morali di chi ama. Ma esistono ancora queste basi etiche e morali? Ci si preoccupa di conservarle e di trasmetterle? Chi si occupa di farlo? Quando basi etiche e morali non sono presenti, possiamo agire e decidere come lo fossero, impunemente?

Il Consiglio di Stato ritiene che i servizi per bambini rispettivamente la presa a carico da parte di persone terze vadano adeguatamente sostenuti da parte dello Stato. Perché non sostenere invece la presa a carico del bambino da parte del genitore, da parte del padre? Negli anni in cui un bambino forma coi genitori la sua prima relazione umana che durerà nel tempo, scriveva Selma Fraiberg (eminente psicoterapeuta e psicoanalista infantile statunitense, scomparsa nel 1981), quando l’amore, la fiducia, la gioia e l’autostima scaturiscono dall’amore nutritivo degli altri esseri umani, milioni di bambini piccoli imparano nel nostro paese ... nelle nostre "banche" di neonati ... che gli adulti sono intercambiabili, che l’amore è incostante, che l’attaccamento umano è un pericoloso investimento e che l’amore deve essere conservato gelosamente per il Sé al servizio della sopravvivenza.

Il prezzo della separazione dal e dei genitori è spesso altissimo e irrimediabile. Chi tiene ancora conto della fondamentale importanza per il bambino della continuità affettivo-relazionale con il genitore non affidatario? Sul sito internet del Dipartimento della Socialità e della Sanità, alla voce "Politica a favore delle famiglie", leggiamo: "La politica a favore della famiglia è un obiettivo sociale dell'ordinamento costituzionale federale e cantonale, un mezzo per promuovere pari opportunità di partenza a tutti i bambini, un diritto del bambino di crescere in condizioni dignitose e favorevoli al suo sviluppo. Per questo la revisione si inserisce in un più ampio progetto di politica familiare a livello cantonale e di promozione della parità tra donna e uomo ". Ma da chi e come sono tutelati i diritti del bambino nei casi di separazione numerosi e dunque non certo "trascurabili"? L’allontanamento e l’esclusione legalizzata del padre come può conciliarsi con "condizioni dignitose e favorevoli al suo sviluppo"? Chi confessa quanti uomini, quanti padri separati, hanno modo di contribuire, di partecipare attivamente, all’ "ampio progetto di politica familiare a livello cantonale e di promozione della parità tra donna e uomo"? Sapete quanti padri separati o divorziati hanno modo di collaborare con l’Osservatorio cantonale per le famiglie o quanti uomini con l’Ufficio cantonale per le pari opportunità fra uomo e donna? Dobbiamo dirvelo noi? A dispetto dell’importante numero e della rilevanza sociale, la loro presenza e considerazione è pari a zero! Per essere padre non basta essere genitore, riconoscere il concepimento del figlio, l’evento naturale. Occorre mostrare attivamente la volontà di divenire padre facendolo, giorno dopo giorno, con costanza e continuità, con l’intenzione non solo di generare il figlio, ma di formare con lui un legame duraturo, stabile e di qualità. Perché allora l’attuale diritto del divorzio non lo prevede e non lo consente? Come mai l’Ufficio cantonale delle pari opportunità non interviene, come invece dovrebbe per suo mandato? Per quale ragione pochissimi giornalisti approfondiscono queste problematiche? Per quale motivo sono pochi i politici che intervengono a favore dei figli per garantir loro la presenza del padre?

R.FLAMMINII,Educatore SUPSI, ospite della Rubrica Papageno
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE