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LOCARNOVince Abrir puertas y ventanas, il Pardo apre porte e finestre alla polemica

13.08.11 - 21:30
Premiato con il Pardo d’oro il film svizzero-argentino Abrir puertas y ventanas della regista Milagros Mumenthaler
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Vince Abrir puertas y ventanas, il Pardo apre porte e finestre alla polemica
Premiato con il Pardo d’oro il film svizzero-argentino Abrir puertas y ventanas della regista Milagros Mumenthaler

LOCARNO - “La nostra prima preoccupazione è stata quella di trovare dei film maturi e che riflettessero qualcosa di importante” ha spiegato Paulo Branco, presidente della giuria ufficiale del Concorso internazionale del 64° Festival del film Locarno motivando le scelte formulate dalla giuria. “Abrir puertas y ventanas è un film riuscito che tra ciò che racconta e ciò che non racconta (nel film non si parla e non si accenna all’assenza dei genitori delle tre protagoniste, ndr.) risulta essere molto complesso e dimostra la bravura della regista”. Con il suo primo lungometraggio la regista Milagros Mumenthaler, nata in Argentina ma vissuta in Svizzera fino ai 17 anni, non ha fatto l’unanimità della giuria. “Crediamo che il film premiato sia il più completo in concorso, ma non ha fatto l’unanimità della giuria” ha spiegato ancora Paulo Branco durante la conferenza stampa precisando in seguito di non credere nell’unanimità del giudizio, “credo che l’unanimità sia possibile solo nella mediocrità”.

Magari non unanime, ma condivisa dai più, è l’opinione positiva sull’operato del direttore artistico Olivier Père che, alla sua seconda edizione, è riuscito nel difficile compito di coniugare qualità e glamour. Harrison Ford, Daniel Craig, Gérard Depardieu, Claudia Cardinale, solo per citare alcuni dei nomi più noti, hanno ridato a Locarno quel tocco di lustrini che da molti anni era assente e che invece in molti, non paghi della qualità, invocavano

Doppia sorpresa per l’assenza dal palmarès della manifestazione del film documentario Vol spécial (girato in un carcere amministrativo tra stranieri in attesa di venire rimpatriati), neppure questa condivisa, e per l’opinione espressa da Branco in conferenza stampa: un film fascista. Film fascista o film che racconta il fascismo dilagante nella nostra società? In attesa di chiarimenti e che ognuno si costruisca la propria opinione è giusto e doveroso omaggiare anche le altre pellicole, attori, registi e produttori premiati dalle molte giurie presenti alla 64° edizione del Festival del Film Locarno.


Il premio speciale è andato all'israeliano 'Hashoter' (Policeman) di Nadav Lapid e la miglior regia a Adrian Sitaru per il romeno-ungherese "Din dragoste cu cele mia bune intentii" (Best Intentions).

Maria Canale è la vincitrice per la miglior interpretazione femminile in "Abrir Puertas y ventanas" e Bogdan Dumitrache è il vincitore della miglior interpretazione maschile per 'Din dragoste cu cele mai bune intentii"

Menzione speciale della giuria è andata al franco-tedesco "Un amour de jeunesse" di Mia Hansen.

Il "Variety Piazza Grande Award" è stato assegnato alla pellicola canadese "Bachir Lazhar" di Philippe Falardeau.

Il Pardo d'Oro - cosiddetto "Pardino" - nel concorso "Cineasti del presente" - è stato attribuito a "L'estate di Giacomo" dell'italiano Alessandro Comodin.

"Abrir puertas y ventanas' si svolge a Buenos Aires - la regista argentina ha vissuto a lungo in Svizzera per poi tornare in patria - verso la fine dell'estate. Protagoniste sono tre sorelle orfane, Marina (l'attrice Maria Canale, migliore interpretazione femminile), Sofia e Violeta che vivono - prima con la nonna e poi, dopo la sua morte, da sole - in una vecchia casa.

La prima si dedica allo studio, la seconda ha un tenore di vita sospetto, torna spesso tardi la sera e si concentra sull'apparenza e i beni materiali. La terza si trascina dalla camera da letto al soggiorno e inizia una relazione con un uomo assai più grande di lei.

Divergenze, scherzi, meschinità e gesti d'affetto scandiscono questo periodo finché a un certo punto Violeta scompare. Nulla però sembra scomporsi: le due sorelle rimaste litigano e si evitano, fino a che Marina ha una storia con un giovane vicino di casa. E il tutto finisce con un'immagine in salotto di loro che vedono la televisione. Questo universo, un po' claustrofobico, viene narrato con molta delicatezza.

È invece un film biografico e di formazione "L'estate di Giacomo". Comodin inizialmente voleva fare un documentario sull'apprendimento del suono. Ma poi, girando con il protagonista, Giacomo Zulian, un giovane sordo fin da piccolo che grazie a un'operazione ha riacquistato in gran parte l'udito e ora deve rieducare la parola, il cineasta ha deciso di cambiare strada.

Ha raccolto materiale e ha scelto di raccontare il passaggio all'età adulta. Giacomo in viaggio in un bosco, in una natura incontaminata è affiancato dalla sua amica d'infanzia Stefania, interpretata dalla sorella di Comodin. Con lei inizia un percorso di ricordi, di giochi infantili, di bagni in un'ansa del fiume che sembra magica. I due si attraggono, si provocano, ma nulla di più. Quindi l'esperienza più formativa: l'amore per Barbara, che è stata davvero la sua ex fidanzata, anche lei con seri problemi di udito.

Saul Gabaglio / Ats

Foto Keystone

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