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MINUSIOWalter Recchiuti: un padre e due minori in un incubo senza fine

04.08.11 - 09:40
Papageno: in nome dei padri.
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Walter Recchiuti: un padre e due minori in un incubo senza fine
Papageno: in nome dei padri.

La moglie di Walter Recchiuti di Minusio, il 4 febbraio del 2008 si è trasferita in Francia andando a vivere con un uomo di nazionalità francese, portandosi via i due figli, Alessandro di 6 anni e Massimiliano di 2, senza il consenso del marito Walter. La moglie andò prima a casa Armonia - la casa che offre aiuto alle donne vittime di violenza. La moglie ha raccontato che Walter Recchiuti era un padre violento, dichiarando in sede giudiziaria che è stato addirittura necessario l’intervento della polizia: fortunatamente, il padre è riuscito a dimostrare le infondatezze di queste accuse, così come il presunto intervento della polizia però mai avvenuto, denunciando nel contempo la moglie per denuncia mendace (accertamenti penali ancora in corso).

Da allora per questo padre è iniziata una vita da incubo e di sofferenza, divisa tra Svizzera e Francia: avvocati, udienze, processi civili e penali per le numerose denunce subite dalla moglie, ricerche per sapere dove erano i suoi figli, appelli disperati all’Ufficio federale di giustizia e polizia a Berna, viaggi interminabili dalla Svizzera alla Francia. Per oltre un anno e mezzo Walter Recchiuti non è riuscito a vedere i suoi due bambini in tenera età.

In Pretura, il 2.4.2008, la moglie ha asserito di aver dovuto espatriare "per motivi di sicurezza e per paura di ritorsioni da parte del marito". Il marito il 20 maggio 2008 inoltrava alla competente Autorità centrale svizzera del Dipartimento federale di Giustizia e Polizia, una domanda volta a far ritornare in Svizzera i figli, in applicazione della Convenzione dell’Aia sul rapimento di minori. In seguito la moglie, nel mese di maggio 2008, ha inoltrato un’istanza in cui chiedeva al Pretore di essere autorizzata a trasferire in Francia il domicilio dei figli e ad esercitare su di essi la custodia esclusiva, concedendo al padre unicamente dei diritti di visita sorvegliati in Francia. Successivamente la giustizia francese ha dato ragione al padre, sia in prima che in seconda istanza, ordinando il 20 maggio 2009 alla madre di riportare immediatamente in Svizzera i bambini in quanto detenuti illegalmente all’estero: la moglie tuttavia non ha mai dato seguito a questa ingiunzione del tribunale francese.

Da segnalare che il 10 settembre 2009 la polizia transalpina, su iniziativa dell’avvocato francese del padre, si era recata presso l’abitazione marsigliese della donna ma senza trovare nessuno. Fino al 14 ottobre 2009, giorno dell’emissione della Sentenza del Pretore, la madre non aveva ancora messo in atto il rientro dei figli in Svizzera.

Oltre il danno la beffa: dalla sua partenza in Francia, la moglie di Walter Recchiuti incassava grazie al marito circa 2’600 fr mensili per sé e i due figli, ma nel contempo cambiava a più riprese luogo di residenza sul territorio francese senza avvisare il marito di questi spostamenti. Con la precitata Sentenza il Pretore attribuiva, retroattivamente al 27 febbraio 2008, alla madre il diritto di custodia e la custodia di fatto sui due figli ritenendo in tal modo giustificato il "trasferimento" in Francia della madre coi figli: la giustizia francese lo aveva invece definito "rapimento di minori". Nel contempo ha accordato al padre un diritto di visita mensile in Francia, da sabato mattina a domenica sera alle 17.00, accollandogli però la metà dei costi di trasferta e di pernottamento: di fatto però i costi sono tutti a carico del padre, la madre non avendo mai ossequiato alla sentenza del Pretore nel versare al padre la sua metà. E questo nonostante il Pretore stesso affermi nella precitata Sentenza che "Non si può negare che la madre sia stata poco cooperativa nell’organizzazione dei diritti/doveri di visita fra padre e figli. Ella ha però promesso a questo Giudice di cambiare atteggiamento in futuro, ciò che appare comunque necessario e auspicabile per un sereno sviluppo dei figli, i quali abbisognano della relazione con entrambi i genitori. (…) Dimostrazione della disponibilità della madre, che dovrà però essere confermata nella realtà…" Inoltre, il Pretore nelle sue Sentenze ha richiamato esplicitamente le parti ad "astenersi da tutto ciò che potrebbe alterare i rapporti dei figli con l'altro genitore (art. 274 cpv 1 CC)". Malgrado ciò, la madre continua ad ostacolare il rapporto del padre Walter Recchiuti con i propri due figli.

Nello specifico, il padre ha scritto a fine aprile 2011 una lettera ai suoi due adorati bambini di cui è privato a causa della scelta unilaterale della madre di trasferirsi in Francia. La lettera è stata inviata per raccomandata. La madre, invece di ritirare la raccomandata del padre e consegnarla ai due figli, l'ha semplicemente respinta con la seguente motivazione apposta di suo pugno sulla busta: "REFUSÉ CAR ENFANTS MINEURS, le 18/4/11" (Respinto poiché bambini minorenni).

Come si vede i diritti del padre Walter e dei due figli sono regolarmente calpestati dalla madre, in barba alle leggi e alle Sentenze dei Pretori e alle sue promesse davanti alle autorità! Ma non finisce qui!

È delle ultime settimane l’ennesima denuncia penale sporta dalla moglie contro il marito da cui, ricordiamolo, è separata da inizio 2008. Infatti, dopo l’ultimo diritto di visita del padre coi figli avuto a Minusio nella prima settimana di luglio, la moglie ha fatto ospedalizzare i due bambini presso l’Ospedale La Carità di Locarno, denunciando il padre Walter per presunti abusi sessuali e psicologici sui minori. I medici pediatri, appellandosi all'articolo 274 del CC svizzero, hanno impedito al padre di incontrare i figli. La moglie negli ultimi tempi ha iniziato una nuova convivenza con un altro uomo, di origini algerine e abitante in Francia, che ha accompagnato la nuova compagna e i due figli in Ticino.

Se non bastasse negli ultimi giorni questo nuovo compagno della moglie è giunto perfino a minacciare di morte Walter Recchiuti, in presenza di minori, incutendo loro grande paura e timore per la loro incolumità. Da 3 anni e 5 mesi Walter e i due figli stanno vivendo un inferno che - purtroppo - non sembra destinato a finire...

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