Cerca e trova immobili

MONDOPsicologia spicciola: chi trova un amico trova un tesoro, ma non è esentasse

28.07.11 - 09:30
Un po di sane fregnacce
None
Psicologia spicciola: chi trova un amico trova un tesoro, ma non è esentasse
Un po di sane fregnacce

L'amicizia a mio parere non è per niente un sentimento semplice e raggiungerlo nella massima purezza possibile è un traguardo molto complicato che puo' sembrare scontato ma  nasconde molte trappole,ed affinchè esse siano riconosciute ed accettate è necessario un percorso di maturazione ed introspezione molto lungo.

Io mi sono reso conto solo da poco di essere ancora molto lontano dal raggiungimento di quest'obiettivo,ed è stata proprio questa forte presa di coscienza di non essere ancora abbastanza maturo per gestire con lucidità questo tipo di rapporti interpersonali a spingermi a parlare di questo argomento.

Il problema principale nello sviluppo di un rapporto d'amicizia è l'egoismo,a mio parere uno dei pochi comportamenti innati nell'essere umano; io per esempio pretendo e spesso ottengo dalle persone molto piu di quanto riesco a dare, e questa disparità nel rapporto dovrebbe mettere a dura prova la mia ipotetica coscienza, ma purtroppo questo spesso non accade
L'amicizia  deve quindi basarsi sull'equilibrio perfetto, senza  ovviamente escludere un minimo ed inevitabile puro interesse personale, che auspicabilmente dovrebbe essere messo in ombra dalla reciprocità dei fattori che entrano in gioco: simpatia, empatia, disponibilità e sostegno.
E'  si vero inoltre che un'amico deve rappresentare una persona con cui poter sfogarsi liberamente senza alcun tipo di vergogna, ma bisogna porsi dei limiti onde evitare che il desiderio di sfogarsi si trasformi in un bisogno ossessivo, quasi in una dipendenza.
Queste sono le basi su cui poter costruire una relazione solida, cercare di tenere conto dei bisogni degli altri e non sostituire un amico ad una pasticca di xanax.

Le difficoltà appena citate riguardano pero' solo l'interiorità del singolo, ma esistono molte altre problematiche relazionali che provengono dall'esterno, cioè dalle persone che si approcciano a noi ogni giorno.
E' fondamentale riuscire a compiere una distinzione tra i reali sentimenti che queste persone nutrono verso di noi ed i nostri verso di loro, perché è innegabile anche se spiacevole, che è nella natura umana sfruttare e di conseguenza venire sfruttati: la maggior parte delle persone con cui dialoghiamo nel corso della giornata infatti vogliono qualcosa di ben preciso  da noi.
Questo tipo di comportamento non deve essere condannato poiché costituisce un istinto umano reciproco e spesso inconscio, quindi impossibile da sradicare, ma bisogna mantenere le giuste distanze e tenere sempre gli occhi aperti, imparare a capire chi rappresenta solo una conoscenza passeggera e chi invece costituisce un punto di sostegno reale e stabile nella nostra vita.
Un'altra insidia da cui bisogna difendersi è l'abitudine che abbiamo tutti di parlare "per vizio": molto frequentemente le conversazioni che teniamo e le attenzioni che le persone ci rivolgono non sono dettate da un reale interesse ma da un buco di tempo da riempire, infatti spesso è la noia a spingerci a porre domande di cui non desiseriamo sapere le risposte e se non lo ammettiamo a noi stessi possiamo farci fuorviare da un contesto banale che puo' indurci a trarre conclusioni affrettate sulla persona con cui interloquiamo.
Le cosidette "amicizie di vantaggio" sono quindi le piu' pericolose, poichè ci destabilizzano ed offuscano la realtà delle cose, ci conducono al fraintendimento di determinati atteggiamenti  e di conseguenza ad enfatizzare la considerazione che abbiamo di una persona: questi errori di valutazione derivano a mio parere dall'ingenuità e dall'inesperienza, ma sono comuni a tutti sopratutto in età adolescienziale, quando i sentimenti e le emozioni sono piu' volubili.
Evidenzierei infine un'ultima problematicha che si manifesta nell'invidia e nella forte competività che puo' sorgere in una relazione di amicizia elitaria, cioé che coinvolge un gruppo compatto, ma compare principalmente nel rapporto a due: il rapporto funziona finchè si mantiene una erta stabilità, quando invece uno dei due tende, anche involontariamente, a mettere in ombra l'altro, nascono dei sentimenti che se non vengono esplicitati subito si annidano in profondità e creano un'alone di falsità e finto buonismo intorno al rapporto.

Partendo dal presupposto già citato che l'egoismo é innato e spesso inconscio, ammetto senza vergogna di essere una persona che spesso tende ad approfittarsene consapevolmente degli altri e spesso mi autoconvinco con discreti risultati di provare dei reali sentimenti per persone che in realtà sto solo usando per un fine preciso. Nonostante ora sia piu riflessivo non annovero un radicale cambiamento tra le mie priorità,  poiché persisto nel reputarlo svantaggioso al fine di vivere meglio e quindi cerco solo di contenermi nei limiti della decenza con molte persone, ma per fortuna con qualcuna riesce a bloccarmi la coscienza che, seppur tardivamente, riesce finalmente ad entrare in gioco.
Non intendo fare dell'egoismo una bandiera, ma trovo spesso ridicola la zuccherosa moralità impregnata da valori clericali ipocriti che ci viene proposta: continuero' quindi a cercare di pensare nel modo che io trovo piu' adatto a discapito di un abbandono della calda ed accogliente collettività, ma forzato ad accettare grandi compromessi, addirittura anche senza rendermene conto, con usi e i costumi in cui viviamo e con le leggi morali a cui ormai siamo assuefatti e che rispettiamo a prescindere dal rischio di emancipazione.
Il pensiero di Hobbes è ormai superato, esagererei affermando che l'uomo è nato totalmente malvagio, ma sicuramente la sua essenza non è quella che si palesa nella vita quotidiana, mistificazione secolare dell'animale uomo operata dalla società al fine di instupidirlo ed  inserirlo piu' facilmente nel sistema economico e sociale.
E' proprio il nostro stile di vita improntato al successo e basato su una dubbia moralità che obbliga le sfumature negative che l'amicizia implica a moltiplicarsi, ma ribadisco che questo rapporto puo' esistere, per  raggiungerlo basterebbe solo focalizzarsi su cosa si prova realmente nei confronti di un altro individuo, ed essendo la capacità di discernere il vero dal falso intrinseca di ogni uomo dotato di discreto intelletto, si riuscirebbe a diventare piu selettivi fino a trovare le persone davvero giuste per noi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE