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TICINOQuadranti: "Sono per un'economia che rimetta al centro l'uomo come fine"

08.04.11 - 13:43
Volge verso la conclusione la serie di interviste ai candidati al Consiglio di Stato
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Quadranti: "Sono per un'economia che rimetta al centro l'uomo come fine"
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Qual è il dossier più importante che secondo lei dovrebbe essere affrontato qualora venisse eletto Consigliere di Stato? Quale dipartimento sceglierebbe se fosse (ri)eletta al Consiglio di Stato?
"Se fossi eletto sarei pronto a dirigere uno qualsiasi dei Dipartimenti in quanto ritengo che un Consigliere di Stato debba poter avere una visione d’insieme sul Paese e operare le proprie decisioni in funzione delle proprie idee. I tecnici debbono fornire i dati e le proposte. Il politico deve valutare poi il bene del Paese.
Potendo scegliere chiederei comunque il DECS visto che già da 15 anni dirigo il Dicastero equivalente nel mio Comune e conosco bene il mondo giovanile sia per questioni scolastiche che sportive essendo presidente dell’Associazione Cantonale Ticinese di Ginnastica. Sono inoltre molto attento e appassionato di Cultura.
 Il dossier più importante per il nuovo Governo è quello dell’occupazione e in particolare per i giovani che sono il nostro futuro."

Cosa ne pensa di questa frase: "Un giovane con meno di 30 anni disoccupato è la più grande sconfitta di uno Stato".
"Condivido questa affermazione ed è per questo che ho indicato l’occupazione giovanile come il dossier più importante. Dare speranza e fiducia ai nostri giovani è vitale. Essi devono poter aspirare ad un lavoro che gli consenta di essere indipendenti economicamente, costruirsi una famiglia, avere un alloggio e del denaro ancora a disposizione per arricchirsi culturalmente e praticare uno sport, che poi vuol anche dire migliorare il proprio stato di salute.  Il lavoro da dignità alla persona. Oggi l’individuo è spesso un strumento per generare ricchezza. Io sono per un’economia che rimetta al centro l’uomo come fine."

Lavoro e dumping salariale. Servono misure concrete. Quali secondo lei?
"Per affrontare questi problemi ripartirei ancora una volta dai giovani e quindi dalla scuola. La nostra Scuola pubblica è una buona scuola come è emerso da studi di settore pubblicati di recente. Tuttavia ci sono margini di miglioramento. Tra questi il potenziamento dell’orientamento professionale da coordinare con le associazioni professionali, una revisione dei programmi scolastici per renderli consoni alle esigenze delle nostre aziende, e degli incentivi ulteriori per le aziende che assumono apprendisti. Un’analisi di mercato accurata e costi-benefici sui settori economici attrattivi sarebbe una base scientifica per allocare in modo ottimale le risorse.  Il dumping salariale al momento è un tema  più sentito nella misura in cui oggi tocca le persone qualificate e del settore terziario. Qui ritengo si debba fare appello ad una responsabilità sociale delle aziende affinché assumano dei ticinesi a parità di formazione."

Sanità, quali misure intenderebbe promuovere per contenere l'aumento dei premi delle casse malati?
"Sono aperto alla discussione circa una cassa malati unica e pubblica. Scenari e conseguenze sono da esaminare. Se questa soluzione può funzionare ritengo che non vi sarà nemmeno la necessità di andare oltre nella fissazione dei premi in base al reddito. In ogni caso ritengo che si debbano adottare i correttivi possibili per rendere il sistema più semplice e comprensibile al cittadino, mentre dalle Casse Malati bisogna chiedere più trasparenza circa la consistenza e l’uso delle loro Riserve."

Sottoceneri ricco, Sopraceneri che procede a fatica. Cosa fare per diminuire il divario?
"Ci vuole una condivisione d’intenti sulla necessità e il valore aggiunto di avere più coesione regionale. La visione che ho io è quella di un Ticino che sia Laboratorio d’idee. Per questo nella mia campagna faccio leva su visioni globali quali un Distretto Turistico Ticino, un Campus Ticino, una Casa Ticino. Al di là di questo, ritengo comunque che dei poli urbani nel Sopraceneri (Bellinzona e Locarno almeno) consentirebbero di ridurre il divario e rilanciare, con anche gli Enti regionali di sviluppo, le nostre belle valli. Questo renderebbe meno difficile e spinoso il discorso perequativo."

Negli ultimi anni si è messo in risalto il problema di un Cantone che sta invecchiando. Come intende affrontare la problematica?
"Da un lato bisognerà far fronte alle esigenze crescenti dei nostri anziani dando ascolto alle loro richieste. Questo è un tema che, come segnala l’Associazione della terza età, è poco affrontato nella campagna elettorale. Vi saranno nuove forme di assistenza e di alloggio da studiare per consentire ai nostri anziani di restare in casa e continuare a sentirsi integrati e utili alla società. Per incentivare di contro la natalità non bastano certo misure populiste come gli assegni una tantum per ogni nuovo nato. Se non nascono figli è perché il costo della vita è salito, l’incertezza di un posto di lavoro è aumentata e le necessità di dover lavorare entrambi i genitori rende il ruolo di quest’ultimi più difficile. Quindi dovremo lavorare sulla cause di queste preoccupazioni piuttosto che cercare di correggere le conseguenze. Continuiamo sulla buona strada delle politiche famigliari intraprese e favoriamo la creazione di posti di lavoro sicuri, con pari opportunità tra uomini e donne."

Ticino, criminalità e sicurezza. È davvero un problema reale?
"La criminalità è sentita oggi a causa soprattutto della concentrazione di rapine avvenuta negli ultimi mesi. Giustamente sono state attuate le misure d’urgenza. Tuttavia, sulla base di dati statistici forniti dalla polizia stessa, il Ticino di oggi non è più pericoloso di quello di anni addietro. La criminalità va dove c’è benessere. Questo vale per quella organizzata e internazionale come per la microcriminalità (furti, rapine, spaccio di stupefacenti). Anche l’urbanizzazione crescente potrebbe portare dell’emarginazione e quindi dei potenziali rischi. In questo senso dovremo evitare che le nostre città creino periferie degradate."

Come giudica la chiusura al traffico del tunnel del San Gottardo per circa 900 giorni per permettere il risanamento della galleria?
"La chiusura del tunnel autostradale del Gottardo è senz’altro un grosso problema per la nostra economia e per il turismo. Una soluzione va trovata e fatta comprendere all’autorità federale affinché non la sottovaluti.  Tuttavia questa è anche l’occasione per valutare soluzioni alternative che potrebbe poi rimanere come definitive a riduzione del traffico su gomma che è un problema già oggi. Non sono per il raddoppio del Gottardo perché creerebbe maggior traffico e problemi ancora maggiori nel Mendrisiotto. Vanno quindi valutate le soluzioni suggerite dal Canton Uri (realizzazione di un secondo tunnel in sostituzione di quello attuale) e quella dell’Iniziativa delle Alpi che è sicuramente più rispettosa del voto popolare e dell’articolo costituzionale che vuole spostare il traffico su rotaia (soprattutto quello delle merci) e rendere effettiva la Borsa dei transiti. Oltre a queste si può anche valutare il progetto RailCare (iniziativa privata di Coop) che propone, per il traffico interno di merci,  treni di nuova concezione che non necessitano di grandi terminali per carico e scarico. Questo progetto potrebbe consentire il recupero di scali ferroviari dismessi con ricadute positive su nuovi posti di lavoro."

Oggi si tende a una svolta eco-sostenibile. Su che piano mette la questione ambientale per il Ticino?
"Oltre all’occupazione giovanile, ritengo la questione ambientale tra quelle prioritarie per il Cantone e per i suoi cittadini. La sensibilità ambientale è cresciuta e anche a giusta ragione. Purtroppo la politica non sempre ha seguito, mentre tende a ritardare certe scelte. Va detto però che la popolazione non sempre opera in modo coerente. Pertanto bisogna operare sugli incentivi per la mobilità pubblica, su una pianificazione cantonale e regionale che affronti nuovi modelli di sviluppo del territorio.  La qualità della nostra vita richiede ora che si faccia un po’ di resistenza territoriale. Non limitandosi a proteggere solo qualche parco isolato, ma rivedendo anche i rapporti città-periferia. Alle città diffuse bisogna affiancare adeguati spazi ricreativi verdi (per lo sport e il tempo libero). La politica cantonale del territorio negli ultimi anni ha promesso molto ma attuato poco in questo settore. Anche in ambito energetico dobbiamo fare di più per le energie rinnovabili. Perché non pensare ad una Facoltà di scienze territoriali e delle energie rinnovabili o ampliare il Dipartimento ambiente costruzioni e design della SUPSI?"

Uno dei temi caldi della campagna elettorale è quello dei frontalieri? Prevede suoi interventi in CdS?
"Il Ticino ha bisogno dei frontalieri. Questo non lo possono negare né la Lega né l’UDC. Essi sono una risorsa importante per la nostra economia e per diversi servizi. Si pensi ad esempio alle cure infermieristiche  negli ospedali o nelle case anziani. Il giorno che avremo sufficiente personale ticinese formato per svolgere le attività richieste nell’economia e in questi altri servizi, allora si potrà intervenire. Al momento il problema del frontaliere lo vedo nel settore terziario e industriale a livello di quadri superiori. In questi settori abbiamo personale indigeno con competenze. Non si deve confondere il lavoro frontaliere con le eventuali ritorsioni che potremmo attuare contro l’Italia per i suoi Scudi fiscali e altre misure protezionistiche. Rivedere l’accordo con l’Italia sul ristorno delle imposte alla fonte percepite sui frontalieri è una misura possibile."

Voto agli stranieri? Sì o no? E perchè?
"Sono favorevole al voto agli stranieri nelle questioni comunali, ovvero quelle più prossime alla realtà nella quale essi vivono. È una questione di democrazia, di responsabilizzazione oltre che di integrazione."

Di cosa necessita il cantone oggi?
"Oggi il nostro cantone necessità soprattutto di più unità e apertura. Bisogna che i partiti cessino le schermaglie di piccolo calibro e si concentrino su progetti ad ampio respiro, rivolti al futuro. Un futuro che dobbiamo costruire in un contesto internazionale e non sperando di salvarci chiudendoci a riccio. Come dico nel mio slogan, il futuro è adesso!  Le mie visioni le ho indicate e le spiegherò in giro per il Paese. "

Quali sono i mali del Canton Ticino?
"Di riflesso per rapporto alla risposta precedente, i mali del Cantone sono una politica litigiosa e populista. Che propone tutto e il contrario di tutto anche all’interno di singoli partiti. Una politica di breve termine e di chiusura. Una politica che mira ad allontanare il cittadino, a distrarlo e che arrischia di lasciare che siano in pochi a governare e fare interessi di parte, alcune volte per nulla trasparenti. Il male maggiore è quindi una perdita di senso e di pratica dei processi democratici. "

Perchè le persone dovrebbero votarla?
"Se le persone condividono le mie idee, mi votino per queste. Se non le condividono, sappiano comunque che sono aperto al dialogo anche con chi la pensa diversamente. L’interesse del Paese è ciò che mi preme."
 

Foto Ti-Press

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