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TICINOL'agricoltura è vita

02.04.11 - 09:29
Michele Kauz, Candidato PLR al Gran Consiglio, sul valore degli spazi rurali
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L'agricoltura è vita
Michele Kauz, Candidato PLR al Gran Consiglio, sul valore degli spazi rurali

Si parla molto di spazi verdi, di aree di svago e dell’importanza della natura nel nostro cantone. Osservando il territorio e vivendolo ci si accorge però di come stia lentamente scomparendo tutto quanto esisteva di verde. Questo vale però solamente per una piccola superficie del Ticino, dove vive e lavora la maggior parte della popolazione. È sufficiente percorrere le nostre valli per rendersi conto di quanto selvaggi e naturali siano ancora molti luoghi discosti. La bellezza e l’importanza di queste zone è garantita dall’agricoltura, che permette di salvaguardare un vasto territorio, molto importante dal punto di vista paesaggistico, turistico ma anche produttivo. Infatti non sono solo i turisti a beneficiare dei prati, dei pascoli e delle distese zone verdi che ritroviamo, ma siamo anche noi che ci rechiamo per lo svago oppure acquistiamo i prodotti elaborati.

Mantenere “aperto” il territorio è vitale per tutti. Solo il bosco beneficerebbe dell’abbandono delle zone rurali. Il discorso è completamente diverso nel fondovalle, dove l’agricoltura è messa alle strette dall’avanzare del cemento. In questo caso è imperativo fermare o rallentare questo sviluppo sconsiderato, in modo da preservare delle aree da destinare alla campicoltura, all’orticoltura o alla frutticoltura, dei settori d’indubbio valore alimentare oltre che veri “polmoni verdi”.

Per favorire tutto questo, oltre che pianificare un’edilizia consapevole del territorio, è necessario sostenere l’attività del settore primario. I nostri contadini sono già ora messi in difficoltà da svariati fattori: condizioni difficili in montagna per la carenza di infrastrutture, condizioni difficili a valle per l’esplosione del traffico, dell’edilizia e la conseguente “segmentazione” dell’area, un tempo destinata all’agricoltura. Un altro ostacolo per i contadini deriva dall’apertura dei mercati che hanno permesso l’arrivo di prodotti da tutto il mondo a prezzi veramente irrisori. Il consumatore spesso predilige il risparmio, e la produzione indigena deve pertanto puntare su un mercato di nicchia, dove è però difficile distinguersi ed emergere. I pagamenti diretti sono oggi vitali per le aziende agricole, ma da sole non bastano per garantire loro di svolgere con serenità l’attività a cui sono profondamente legati e che continuano comunque a praticare con passione.

       

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