Cerca e trova immobili

TICINOPassalia: "I dipartimenti non sono il monopolio di nessun partito"

01.04.11 - 19:30
Nuova intervista di Ticinonline ai candidati al Consiglio di Stato. Questa sera tocca a Marco Passalia del PPD
None
Passalia: "I dipartimenti non sono il monopolio di nessun partito"
Nuova intervista di Ticinonline ai candidati al Consiglio di Stato. Questa sera tocca a Marco Passalia del PPD

Qual è il dossier più importante che secondo lei dovrebbe essere affrontato qualora venisse eletto Consigliere di Stato? Quale dipartimento sceglierebbe se fosse (ri)eletta al Consiglio di Stato?
Considerando le principali preoccupazioni dei ticinesi in questi ultimi anni credo che sarà importante concentrarsi su tre problemi specifici: la disoccupazione, la sicurezza ed i rapporti con il resto della Svizzera.
Occorrerà innanzitutto trovare soluzioni concrete per la creazione di nuovi posti di lavoro: ciò tramite un percorso scolastico e professionale coordinato con il mondo del lavoro, un’analisi realistica delle possibilità di riqualifica, la valorizzazione delle professioni artigianali, la formazione altamente qualificata e, non da ultimo, la messa in atto di condizioni ottimali per l’autoimprenditorialità e per le nuove imprese che giungono dall’estero. Non dimentichiamo che sono le aziende a creare ricchezza e posti di lavoro.

Sul fronte della sicurezza, invece, sarà fondamentale continuare a lavorare per il rafforzamento della Polizia, per un coordinamento ancor più stretto con le guardie di confine e per la valorizzazione dell’importante figura professionale dell’agente di polizia.
Per quanto concerne i rapporti con Berna e con il resto della Svizzera sarà fondamentale essere presenti sui principali dossier che riguardano anche il nostro cantone, sia tramite il coinvolgimento diretto del Governo cantonale che attraverso la nuova figura dell’ambasciatore ticinese a Berna. Non da ultimo andranno assolutamente curati i rapporti con tutte le associazioni e le personalità della società civile che hanno credibilità, influenza e forza oltralpe.
Per quanto riguarda la seconda domanda ritengo che sia importante ricordare che i dipartimenti non sono il monopolio di nessun partito. Inoltre, sono convinto che l’attribuzione dei dipartimenti debba essere consensuale in modo da poter cominciare la legislatura col piede giusto.

Cosa ne pensa di questa frase: "Un giovane con meno di 30 anni disoccupato è la più grande sconfitta di uno Stato".
È vero a nessuno fa piacere essere in disoccupazione e la situazione è ancor più drammatica quando succede per tutta una serie di circostanze negative. E, talvolta, purtroppo c’è la sensazione di non riuscire ad uscirne. Tuttavia, secondo me è addirittura peggio se questo giovane non prova a fare il possibile per liberarsi da questa situazione poco piacevole. A prova del contrario, sono in contatto con tanti conoscenti e coetanei che piuttosto che rimanere in disoccupazione hanno deciso di andare a cercare lavoro in Svizzera interna o all’estero, di prestare il servizio militare o addirittura si sono “accontentati “ di altri lavori in attesa di tempi migliori. Quindi, ritengo che la sconfitta ancor più grande sia quella di una società che non ha saputo plasmare giovani motivati, con obbiettivi, sogni e speranze. Per questo occorrerà puntare sulla formazione accademica di punta, valorizzando i percorsi formativi professionali, ma allo stesso tempo occorrerà favorire gli spostamenti, i soggiorni linguistici o gli stage lavorativi dei nostri giovani al di fuori del nostro cantone o, ancor meglio, all’estero.

Lavoro e dumping salariale. Servono misure concrete. Quali secondo lei?
Le possibili misure da adottare sono molteplici, ma per una questione di sintesi mi limito a citare solo alcuni elementi: un ulteriore rafforzamento dei controlli da parte dell’ispettorato del lavoro; mettere l’accento sulla necessità di fare segnalazioni di casi di abusi perché non basta il preconcetto o il “sentito dire”; un atteggiamento più responsabile da parte di alcuni imprenditori, ma soprattutto maggiore consapevolezza e sensibilità da parte dei cittadini ticinesi visto che i lavoratori distaccati sono chiamati ad operare sul territorio cantonale proprio dai residenti del nostro Cantone.

Sanità, quali misure intenderebbe promuovere per contenere l'aumento dei premi delle casse malati?
Sanità di qualità è sinonimo di costi. Questo è un dato di fatto che non possiamo trascurare. Per usare un’immagine banale, è un po’ come acquistare una Ferrari sperando di poterla pagare come una “due cavalli”. In quest’ottica, visto che nessuno vorrebbe mai toccare la qualità del sistema sanitario,  l’efficacia delle cure o l’accessibilità a tutti, è necessario lavorare sull’efficienza.
In questo senso, diventa più che mai importante il ruolo del medico di famiglia che da “consulente” dovrà ridurre il più possibile l’asimmetria informativa tra pazienti e prestatori di cure mediche. Sarà inoltre necessario rivalutare i costi reali del sistema sanitario partendo da una riorganizzazione del settore ospedaliero e da una maggiore trasparenza da parte delle casse malati.
Non da ultimo, per la riduzione dei costi della salute, ritengo insufficiente il passaggio dal criterio del reddito imponibile a quello del reddito disponibile, mentre credo che sarà importante ritornare sulla proposta popolare democratica di un prelievo alla fonte dei premi di cassa malati per gli assicurati morosi che percepiscono un reddito e che usano questo reddito per spese assolutamente non prioritarie (per es. cellulare, leasing dell’auto, ecc.).

Sottoceneri ricco, Sopraceneri che procede a fatica. Cosa fare per diminuire il divario?

Da sopracenerino sono convinto che occorrerà mettere l’accento su tre elementi: unione d’intenti all’interno degli agglomerati, collegamenti stradali diretti e funzionanti nonché una diversificazione delle attività economiche. Infatti, sono fermamente convinto che tutto il Sopraceneri abbia un potenziale che potrà essere sfruttato solo se si riuscirà a ragionare in termini di obbiettivi condivisi. Non sbaglio di molto se dico che questo è stato il principale segreto del successo del Sottoceneri. Inoltre, non dimentichiamo che il Sopraceneri è piuttosto slegato dall’asse Nord-Sud che negli ultimi anni ha interessato l’insediamento di parecchie aziende internazionali. Infine, la monocultura del turismo accompagnata dall’edilizia e da qualche industria dimostra chiaramente come vi sia un margine di miglioramento nella diversificazione economica del Sopraceneri purché siano date le condizioni per nuovi insediamenti: piani regolatori che prevedano delle zone industriali, infrastrutture stradali e facilitazioni nell’accesso al credito bancario.

Negli ultimi anni si è messo in risalto il problema di un Cantone che sta invecchiando. Come intende affrontare la problematica?
Da buon economista mi verrebbe da dire con una battuta che dovremmo fare più figli così da risolvere tutta una serie di problemi strutturali che riguardano l’evoluzione della nostra società. Penso al sistema di sicurezza sociale, ma anche al rafforzamento dell’economia e dell’occupazione attraverso un aumento dei consumi. Detta così, potrebbe sembrare una proposta banale e superficiale, tuttavia dietro a questa affermazione c’è tutta una serie di elementi che vorrei mettere in evidenza. Innanzitutto, per quanto riguarda le politiche familiari sarà fondamentale nei prossimi anni riuscire a valorizzare il ruolo dei nonni e degli anziani. Per esempio a livello pianificatorio sarà importante evitare la creazione di quartieri composti unicamente da anziani, ma garantire l’eterogeneità: m’immagino dunque quartieri in cui le famiglie, i giovani, i single e gli anziani possano convivere in un prezioso interscambio sociale e culturale tra generazioni.
Sarà anche importante riflettere sulle questioni relative alla solidarietà intergenerazionale, pensando per esempio ai costi della salute. Inoltre, non dimentichiamo che l’invecchiamento della popolazione crea anche diverse nuove opportunità: si pensi all’incremento dei posti di lavoro nel settore sanitario, alla costruzione di immobili adatti agli anziani e così via

Ticino, criminalità e sicurezza. È davvero un problema reale?
Credo che relativizzare il problema della sicurezza sia giusto fino al momento in cui la situazione non sfugge di mano come successo in queste ultime settimane. Se di fronte a casi di ripetuta criminalità importata non si reagisce, si corre il rischio di creare panico tra la popolazione. In questo senso, quindi le reazioni della polizia e delle guardie di confine hanno chiaramente dimostrato che nessuno vuole relativizzare il problema, ma non si vuole nemmeno creare una sensazione ingiustificata di panico. Infatti, facendo passare il passaggio erroneo di un Ticino poco sicuro, inevitabilmente la percezione della gente rispetto alla sicurezza o al ruolo svolto dalle forze dell’ordine arrischia di arricchirsi di malcontenti e di inutili punti interrogativi.

Come giudica la chiusura al traffico del tunnel del San Gottardo per circa 900 giorni per permettere il risanamento della galleria?

Un colpo durissimo per l’economia ticinese e per diverse zone periferiche del cantone. In realtà, la chiusura del Gottardo per almeno 900 giorni non mi spaventa tanto per la giusta necessità di risanamento, quanto per la costrizione all’isolamento che porterà conseguenze economiche e sociali insanabili.
Se i passi del S. Gottardo ed il tunnel del S. Bernardino sono le alternative, allora c’è di che preoccuparsi. Sui treni navetta invece ci sono molti dubbi concreti. Nessuno vuole sminuire l’importanza di Alptransit, ma non è nemmeno corretto fare promesse irrealizzabili. Non si può pretendere che Alptransit sia la soluzione attraverso la quale passeranno il traffico merci, il trasporto di persone, ipoteticamente i treni navetta, per non parlare della volontà di servire con la ferrovia tutte le regioni del Ticino.
Per questioni di sicurezza, per garantire un collegamento certo tra Nord e Sud e per evitare delle ripercussioni epocali per il nostro Cantone, è opportuno procedere al completamento del Gottardo nel pieno rispetto della Costituzione, ovvero senza aumentare la capacità di transito.

Oggi si tende a una svolta eco-sostenibile. Su che piano mette la questione ambientale per il Ticino?

Le nuove generazioni sono cresciute a pane e sviluppo sostenibile imparando a rispettare la natura. Basta guardarsi attorno per rendersi conto che in realtà viviamo in una società che ama convivere con la natura. Rispetto a qualche anno fa la sensibilità ecologica – non solo quella dei più giovani - è cresciuta ed ha portato una buona fetta della popolazione ad introdurre nella propria vita quotidiana degli automatismi virtuosi. Penso ad esempio alla raccolta separata dei rifiuti o all’efficienza energetica. In questo senso, ritengo che sia più che mai importante guardare con buon senso ad uno sviluppo sostenibile che consideri tanto le esigenze dell’uomo quanto quelle della natura.

Uno dei temi caldi della campagna elettorale è quello dei frontalieri? Prevede suoi interventi in CdS?

Non possiamo banalizzare il fatto che i quasi 48'000 frontalieri presenti in Ticino permettono ad una grossa fetta della nostra economia di funzionare. Intendo quindi tutte quelle aziende che creano ricchezza, posti di lavoro e pagano imposte nel nostro cantone. Nessun può negare che ci sono tutta una serie di professioni che i ticinesi non vogliono svolgere e che per fortuna vengono coperte dai frontalieri. Basti pensare all’edilizia, alla ristorazione, al lavoro in fabbrica, ecc. Semmai la situazione diventa preoccupante quando i frontalieri entrano in diretta concorrenza con la manodopera locale. E ciò apparentemente sta avvenendo sempre di più nel settore terziario. Quindi mi sembra importante analizzare la situazione in maniera oggettiva per poi valutare se ci sono margini di manovra per rendere più arduo l’accesso al mercato pur rispettando gli Accordi bilaterali. Sembra paradossale ma credo che la carta da giocare continui ad essere la qualità, che c’insegna che dovremo puntare con più decisione sulla formazione ad alto valore aggiunto, e sulla conoscenza delle lingue nazionali. Naturalmente, non dobbiamo dimenticare che parte della soluzione alla questione poggia sul senso di responsabilità dei datori di lavoro.

Voto agli stranieri? Sì o no? E perchè?
Il diritto di voto è una conquista della democrazia svizzera che non deve assolutamente essere banalizzato. Sono sicuro che molti stranieri residenti in Svizzera conoscano le dinamiche politiche e sociali elvetiche molto meglio di alcuni svizzeri, ma ciò non toglie che se una persona vuole veramente contribuire con il proprio voto alle decisioni politiche, allora ha tutta la libertà di chiedere la nazionalità svizzera con la possibilità di ottenerla nel pieno rispetto delle abituali procedure di richiesta.

Di cosa necessita il cantone oggi?
Abbiamo bisogno di una visione che abbracci l’occupazione, la formazione e l’insediamento di aziende sul territorio ticinese. Con questa affermazione intendo sottolineare, come sia importante avere una visione interdipartimentale che mostri lungimiranza ed obbiettivi comuni. Il rischio altrimenti è quello di muoversi sul posto senza grandi progressi.

Quali sono i mali del Canton Ticino?
Forse la litigiosità o forse il complesso d’inferiorità rispetto ad altri cantoni elvetici. Sulla litigiosità non mi esprimo perché tutti i ticinesi che seguono la politica (o più di recente la campagna elettorale) sanno benissimo di cosa parlo. Sulla questione dei rapporti del Ticino rispetto al resto della Svizzera, penso invece che ci sarebbe molto da dire, ma mi limito a sottolineare che nei prossimi anni dovremo riuscire a guadagnare stima ed ammirazione da parte del resto della Svizzera. Sicuramente dovremo anche essere più presenti, più attivi ma anche propositivi. E non dimentichiamo che il tappeto rosso per entrare dignitosamente nel resto della Svizzera sarà garantito tra qualche anno con l’entrata in funzione di Alptransit. Speriamo che almeno questa volta non giungeremo impreparati.

Perchè le persone dovrebbero votarla?
Perchè no ? È vero sono giovane, ma è anche vero che ho delle competenze specifiche che metto volentieri a disposizione dei ticinesi. Ciononostante, credo che le competenze non servano a molto se non c’è anche un pizzico di sana passione che spinge a cercare e spesso anche ad ottenere dei risultati positivi in favore dei ticinesi. Quindi, se chi legge è convinto che in governo abbiamo bisogno di una giusta dose di competenze, passione e propensione a trovare le soluzioni concrete, non deve far altro che votarmi alle prossime elezioni cantonali.
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE